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Supply Chain 2023, strumenti e buone prassi per trovare l’incastro perfetto nella gestione dei flussi di merci e servizi

Anticipare l’inaspettato è la regola se si vuole acquisire e mantenere un vantaggio competitivo rilevante. Questo vale a maggior ragione quando si lavora alla sincronizzazione delle filiere rispetto ai ritmi della produzione o alle esigenze dei consumatori. Uno studio KPMG fa il punto

Pubblicato il 10 Mag 2023

Supply Chain 2023

In contesti sempre più incerti, caratterizzati da policrisi e interruzioni, è fondamentale per le organizzazioni garantire la resilienza della propria Supply Chain e anticipare l’inaspettato. Ne consegue che diventa sempre più strategico essere preparate ad affrontare le future tendenze in termini di interruzioni delle filiere, in modo tale da acquisire un vantaggio competitivo.

Gli scenari futuri – secondo quanto pubblicato recentemente dal KPMG Global Operations Excellence Center – saranno caratterizzato da diversi fattori che le organizzazioni dovranno tenere in considerazione per garantire la resilienza delle proprie Supply Chain. Vediamo di che si tratta e quali azioni sarà necessario mettere in atto.

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Supply Chain 2023, si intensificano le tensioni geopolitiche

I diversi Paesi avranno difficoltà a garantire una cooperazione commerciale transfrontaliera. Secondo le evidenze dello studio, infatti, oltre 6 organizzazioni globali su 10 prevedono che nei prossimi 3 anni l’instabilità geopolitica avrà un impatto negativo sulle loro catene di fornitura.

Pertanto, in caso di intensificazione delle attuali tensioni, le materie prime critiche potrebbero essere inaccessibili e le principali rotte commerciali interrotte.

Ne consegue che sia i governi sia i principali player del mercato stanno considerando di attuare una strategia di autosufficienza domestica in termini di fornitura di materiali e produzione, oltre a cercare di costruire relazioni di friendshoring (i.e. rapporti commerciali con Paesi che condividono lo stesso approccio e che sono geograficamente vicini) in modo da rendere la fornitura di merci potenzialmente più sicura.

Le contromisure da attuare

Pertanto, le organizzazioni, per contrastare le tensioni geopolitiche, dovranno considerare di:

  • Simulare differenti scenari per comprendere l’impatto che le tensioni geopolitiche avranno sulla propria Supply Chain.
  • Attuare una strategia di friendshoring o nearshoring in modo da creare una rete di approvvigionamento più sicura.
  • Valutare le conseguenze della indisponibilità di materiali o componenti chiave sulla produzione, prendendo in considerazione anche la riformulazione del prodotto, la conformità normativa o contrattuale, i costi aggiuntivi in termini di approvvigionamento da nuovi fornitori o mercati.
  • Valutare l’impatto che il friendshoring o il nearshoring avranno sui tempi di consegna e sulla velocità di immissione sul mercato, in modo da risultare più reattivi e agili.

Aumentano le minacce cyber

Quasi la metà delle organizzazioni globali considera che, nei prossimi tre anni, la cybersecurity costituirà un’importante sfida operativa per le proprie Supply Chain.

Inoltre, molte aziende ritengono che, nel 2023, i cyber criminali attueranno attacchi più “sofisticati” per infiltrarsi nelle catene di approvvigionamento e danneggiare o rubare dati alle aziende potendo sfruttare le vulnerabilità della rete di fornitori e subfornitori.

Di fatto, gli attacker possono introdursi lungo la filiera attraverso apparecchiature di magazzino di base, come un lettore di codici a barre, o tramite dispositivi IoT presenti all’interno della produzione e di altri siti operativi. Pertanto, il rischio informatico sarà ulteriormente esacerbato dall’ampliamento delle reti di fornitori e dall’attuazione di strategie di friendshoring o nearshoring oltre che da investimenti in nuove tecnologie.

Azioni da intraprendere

Ne consegue che le organizzazioni, nel 2023, per mitigare il rischio informatico dovranno:

  • Identificare le strategie da mettere in atto con propri partner e le nuove terze parti per mitigare i cyber rischi e garantire una governance efficace.
  • Assicurarsi che le terze parti introdotte nell’ecosistema della catena di approvvigionamento siano sottoposte a valutazioni approfondite in termini di rischio cyber.
  • Considerare l’implementazione dell’Artificial Intelligence (AI) o del Machine Learning (ML) come parte del processo standard di onboarding di nuovi fornitori in modo da identificare minacce come spam ed eMail phishing.
  • Gestire il fattore umano per garantire la cybersecurity, considerando che – come si evince da un recente report del World Economic Forum (WEF) quasi il 95% degli attacchi informatici andati a buon fine è dovuto a un elemento/errore umano. Pertanto, si tratta di definire le opportune strategie atte a sfruttare la tecnologia e l’automazione in modo da mitigare il rischio fattore umano.
  • Condurre un cyber assessment di tutte le funzioni/attività all’interno della catena di approvvigionamento che utilizzano dispositivi IoT in termini di archiviazione di dati, gestione dell’inventario, monitoraggio delle merci con accesso diretto a informazioni sensibili o che forniscono un gateway per un più ampio accesso al sistema.

Supply Chain 2023, il nodo delle materie prime strategiche

Il 71% delle organizzazioni globali ritiene che, nel 2023, la volatilità dei costi delle materie prime costituirà la minaccia numero uno per le Supply Chain e risulterà quanto mai strategico e fondamentale costruire filiere resilienti per combattere le interruzioni future e adattarsi rapidamente ai nuovi cambiamenti. Ne consegue che le organizzazioni, dovranno:

  • Proteggere la propria offerta critica e mitigarne i rischi riducendo, altresì, il tempo dedicato alla gestione degli articoli a bassa richiesta.
  • Rivedere la strategia della catena di approvvigionamento, passando da un approccio Just-In-Time a quello Just-In-Case in modo da: garantire un inventario extra per gli articoli critici; mantenere un utilizzo a bassa capacità; interagire con più fornitori.
  • Individuare fornitori alternativi in caso di interruzione della Supply Chain e valutarne l’impatto in termini di costi e di operations.
  • Adottare l’analisi dei dati in tempo reale per migliorare l’accuratezza delle previsioni in termini di volatilità della domanda e rendere disponibili queste informazioni alla funzione Sales&Operation.
  • Sfruttare le varie tecnologie, tra cui la Blockchain, per garantire una maggiore trasparenza dei prodotti; evitare prodotti contraffatti; ridurre al minimo le discrepanze; automatizzare il flusso di lavoro attraverso contratti intelligenti.
  • Garantire una maggiore visibilità sulle proprie catene di approvvigionamento al fine di mantenerne, nel tempo, sia la stabilità operativa e la resilienza sia una maggiore trasparenza end-to-end in termini di modalità di fornitura, di trasporto ecc.

Come cambia il manufacturing footprint

Più di 7 aziende su 10 tra quelle che tra il 2018 e il 2023 hanno spostato le operazioni in Asia, sono state costrette a rivalutare il proprio manufacturing footprint e considerare, come già accennato, una strategia di friendshoring e nearshoring a fronte del rapido aumento dei costi energetici e dell’impennata dei prezzi delle materie prime strategiche.

Un altro fattore che caratterizzerà il 2023 sarà probabilmente il maggiore impatto sulla produzione dei prodotti della vendita al dettaglio online. Di fatto, le piattaforme online vogliono spesso differenziare la loro offerta in termini di dimensioni dei prodotti, layout della confezione e modifiche degli ingredienti.

Ne consegue che le organizzazioni cercheranno produttori in grado di fornire una maggiore personalizzazione. Ovvero, si assisterà a un cambio di paradigma nella produzione che trasformerà in modo significativo sia il manufacturing footprint sia il modo in cui opereranno le catene di approvvigionamento.

Pertanto, nel 2023 le organizzazioni dovranno:

  • Considerare dove ubicare il sito di produzione e in che modo eventuali spostamenti possono migliorare la competitività dei prodotti.
  • Considerare di approvvigionarsi da più fornitori/produttori in diversi Paesi per garantire la resilienza delle operazioni a fronte delle incertezze nei mercati manifatturieri chiave.
  • Esplorare le opportunità di outsourcing di produzione individuando organizzazioni globali oppure valutare se la produzione dovrebbe far parte del proprio DNA nei prossimi anni.
  • Comprendere se la produzione di massa può essere adatta alla propria attività in futuro o se necessario considerare approcci di produzione personalizzati.

Le filiere di vendita al dettaglio e di distribuzione continueranno ad evolvere

Il 67% delle organizzazioni considera come un fattore critico la capacità di soddisfare le aspettative dei clienti in termini di velocità di consegna. Fattore che, nel prossimo anno e mezzo, è destinato ad impattare considerevolmente sulla struttura dell’organizzazione e sul flusso delle proprie Supply Chain. Si ritiene che le organizzazioni si troveranno a gestire sia un maggior numero di canali di consumo sia un incremento dei costi per gestire la complessa sfida produttiva e rispondere alle richieste di una clientela sempre più esigente.

Ancora, le sfide in termini di consegna dell’ultimo miglio, unitamente alla dipendenza da fornitori spesso in difficoltà, indurranno i rivenditori globali e locali a rivedere la propria rete di distribuzione e a creare un’esperienza senza soluzione di continuità a fronte di un approccio di commercio unificato oltre che a considerare opzioni alternative di trasporto. Ad esempio, ferrovia anziché nave per i trasporti continentali, o strada anziché ferrovia, che possono compensare i sovraccarichi, superare la congestione e mantenere la catena di approvvigionamento.

Ne consegue che le organizzazioni nel corso del 2023 dovranno:

  • Individuare dove ubicare i propri centri di distribuzione.
  • Migliorare e sviluppare il proprio eCommerce omnichannel in modo da garantire un commercio unificato grazie a un maggior impiego della tecnologia.
  • Rivedere le proprie strategie in termini di approvvigionamento e di fornitori per ridurre i rischi.
  • Implementare delle torri di controllo (Control Tower) che sfruttano sempre più l’AI ed il ML e che sono in grado di fornire scenari predittivi.

Aumentano gli investimenti in tecnologie digitali

Circa 6 organizzazioni su 10 pianificano di investire nella tecnologia digitale per rafforzare i processi della filieral; garantire la sintesi dei dati; aumentare le capacità di analisi.

Di fatto, negli ultimi due anni, si è assistito ad un processo accelerato di digitalizzazione basato sul Cloud. Secondo un sondaggio condotto da MHI – un’associazione di categoria del settore della Supply Chain – il Cloud risulta la piattaforma standard per la maggior parte dei software di filiera.

Il Cloud Computing pervasivo sta gettando le basi per diverse innovazioni della filiera. Ad esempio, la cosiddetta tecnologia mesh consente l’acquisizione e la combinazione di dati da più sistemi di Supply Chain per creare un digital twin, una replica virtuale che può essere utilizzata per facilitare il processo decisionale e l’orchestrazione intelligente delle operation.

Alcuni esempi pratici

In termini pratici, ad esempio, i dati di inventario possono essere combinati con programmi di gestione del trasporto e dei veicoli di trasporto assegnati per evitare l’esaurimento delle scorte. Inoltre, il Cloud consente ai responsabili della Supply Chain di accedere alle informazioni critiche ovunque si trovino, garantendo una gestione 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Pertanto, le aziende possono trarre vantaggio da una gamma crescente di Software-as-a-Service (SaaS) basati su cloud e disporre di soluzioni che consentono agli utenti di confrontare le offerte degli spedizionieri e di gestire lo stoccaggio.

Ne consegue che, probabilmente, assisteremo a maggiori investimenti in termine di tecnologia atti a rendere maggiormente performante la pianificazione della filiera; aumentare l’automazione del magazzino e delle Operations; facilitare migliori analisi end-to-end della catena di fornitura; creare una maggiore visibilità. Inoltre, alcuni dei principali fornitori di tecnologia offriranno piattaforme di Supply Chain olistiche, con l’obiettivo di fornire un’esperienza utente senza soluzione di continuità.

Pertanto, nel 2023, le organizzazioni dovranno:

  • Dare la priorità agli investimenti tecnologici in termini di capacità di pianificazione della Supply Chain e di visibilità end-to-end abilitata dall’analisi in tempo reale, in modo da mantenere la stabilità operativa.
  • Velocizzare la redazione delle policy e le capacità di gestione dei dati e, al contempo, migliorare le competenze del personale in modo da sfruttare al meglio le capacità tecnologiche e velocizzare il processo decisionale basato sugli insight.
  • Considerare di investire nell’automazione, sostituendo quelle attività manuali della catena della distribuzione che risultano ridondanti in modo da aumentare la produttività, i margini e gestire l’aumento dei costi.

Gli ESG Emissions Scope 3 diventano sempre più importanti

Si ritiene che, nel 2023, il 53% delle organizzazioni previlegerà l’approvvigionamento sostenibile a fronte di una maggiore richiesta da parte delle autorità di regolamentazione e delle altre parti interessate, quali i clienti e la comunità finanziaria, di controllo delle emissioni, obbligando le organizzazioni a prendere decisioni informate; ridurre le emissioni; evitare il greenwashing.

Ne consegue che le organizzazioni dovranno:

Attuare una strategia ESG allineando gli obiettivi di ciascuna funzione all’interno dell’organizzazione, tra cui finanza, risorse umane, IT, operazioni e commerciale e, al contempo, garantire la collaborazione interna e l’allineamento con ciascuna funzione e tenere traccia degli stessi dati ESG.

  • Acquisire dati operativi in tempo reale lungo la filiera per la misurazione e il reporting in termini di ESG.
  • Costruire una visibilità end-to-end della Supply Chain per monitorare la movimentazione delle merci garantendo sia la sostenibilità sia la riduzione delle emissioni.

Quali fattori considerare per una gestione resiliente dalla Supply Chain

KPMG, a fronte di quanto sopra, suggerisce alle organizzazioni di prendere in considerazione i seguenti fattori nella gestione della catena di fornitura in modo tale da assicurarsi un vantaggio competitivo. Le organizzazioni dovranno dimostrare:

  • Capacità di pianificazione della Supply Chain: si tratta di anticipare i rischi ed essere in grado di affrontarli e sfruttare le opportunità.
  • Reattività & agilità: la catena della fornitura deve essere sufficientemente reattiva e agile per gestire minacce e interruzioni in modo appropriato, efficiente e redditizio.
  • Visibilità end-to-end: è necessario disporre di una torre di controllo sugli indicatori chiave in tempo reale in modo da manovrare la Supply Chain oltre i confini della propria attività e avere conoscenza e consapevolezza di tutte le terze parti; costruire una collaborazione in tempo reale con l’ecosistema di partner di filiera potendo contare sulla digitalizzazione delle attività e disponibilità di dati; migliorare la collaborazione dell’ecosistema della catena di approvvigionamento.

Conclusioni

Le Supply Chain per sopravvivere in contesti sempre più caratterizzati da poli-crisi e da un processo accelerato di digitalizzazione ed innovazione devono evolversi. Ne consegue che risulterà quanto mai necessario, in termini di resilienza, implementare i principi del Risk Management, Business Continuity, Cybersecurity e Supply Chain Risk Mitigation che si convertono in leve quanto mai strategiche per affrontare con successo le sfide contingenti e future e rendere le Supply Chain trasparenti, in grado di creare un network più strutturato, grazie all’automatizzazione dei processi, garantendo altresì la sostenibilità.

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