Esperienza cliente

Customer Experience: una definizione che fa chiarezza e 10 passi per mettere in pratica le strategie Customer Centric



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Se ne parla molto, ma la realtà è che poche aziende sanno davvero cos’è (e cosa non è) la CX. Ecco una guida per disegnare la migliore esperienza cliente e ottenere benefici che ripagano ampiamente gli investimenti effettuati

Aggiornato il 21 mag 2024



Definizione di customer experience e le 10 caratteristiche chiave
customer experience

La Customer Experience è la gestione della sequenza di interazioni che avvengono tra un individuo e un brand in una serie di punti distinti, detti touchpoint, incontrati lungo il Customer Journey e durante l’intero ciclo di vita del cliente.

Queste interazioni hanno sulle persone coinvolte (utenti, clienti, fornitori del servizio) impatti cognitivi, emotivi, comportamentali, sensoriali.

Per spiegare meglio, nei touchpoint avviene uno scambio di informazioni, dati e sensazioni, e questo scambio avviene lungo il Customer Journey, il percorso che il cliente compie durante le fasi del suo processo d’acquisto.

Nonostante il grande interesse per il tema, gli esempi di successo sono pochi. Infatti, secondo Forrester Research solo 1 cliente su 5 si ritiene pienamente soddisfatto delle esperienze offerte dalle imprese pubbliche e private con cui si trova a interagire, nonostante l’84% delle stesse imprese dichiari di aspirare a diventare leader in questo campo.

La definizione di Customer Experience

La CX è la somma di tutte le impressioni che un cliente riceve da un’azienda. Un’esperienza positiva può portare a una maggiore fidelizzazione del cliente, mentre un’esperienza negativa può spingere il cliente a rivolgersi alla concorrenza.

La CX comprende quindi:

  • Interazioni pre-vendita: come la pubblicità, il sito web aziendale, la facilità di trovare informazioni online.
  • Fasi di acquisto: l’esperienza d’acquisto vera e propria, sia che avvenga online o in un negozio fisico.
  • Assistenza post-vendita: la qualità del servizio clienti, la facilità di reso o sostituzione dei prodotti, la disponibilità dell’azienda a rispondere a domande e risolvere problemi.

Avere chiara in mente la definizione di Customer Experience è importante perché la CX è spesso confusa con elementi diversi della relazione fra cliente e impresa, quali:

Spiega l’esperto Federico Della Bella, Associated Partner P4I – Digital Customer Experience Practice

Una migliore Customer Experience genera clienti più fedeli affezionati e quindi abbassa i costi di retention. Inoltre, un’esperienza soddisfacente induce i clienti a farsi promotori dell’azienda stessa, quindi genera un passaparola positivo. Questo riduce ovviamente anche i costi di marketing e di acquisizione

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Federico Della Bella

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I benefici della Customer Experience

È opinione ancora molto diffusa che non si possano misurare i ritorni del Customer Experience Management. Dato che, come noto, ciò che non si può misurare non si può governare, nelle aziende questo tema viene trascurato. La miopia di questa affermazione è stata ampiamente dimostrata dai fatti.

La verità è che una Customer Experience accurata richiede investimenti per progettarla e realizzarla, ma che i benefici economici ottenibili superano di gran lunga i costi.

Infatti, la soddisfazione del cliente abbatte il tasso di abbandono e alimenta il passa-parola, entrambi fattori che riducono il costo di acquisizione del singolo cliente (CAC) e il Costo di Retention, due KPI di marketing fondamentali.

Cosa distingue il Customer Service dalla Customer Experience

Per comprendere perché la Customer Experience è importante oggi, va ricordato che nell’era dominata dai prodotti i servizi avevano soprattutto un ruolo ancillare:

  • finanziamenti
  • garanzie
  • installazione
  • training
  • supporto
  • manutenzione
  • consegna
  • ritiro
  • reso
  • sostituzione
  • riparazione

con lo scopo principale di facilitare l’acquisto e la fruizione del prodotto.

Il ruolo dei servizi

Nella società dei servizi le cose cambiano e i servizi diventano un elemento di differenziazione e un driver di un vantaggio competitivo. Aumentano anche le possibilità di concepire e testare modelli di business e di revenue innovativi, di allargare i confini del mercato potenziale, di migliorare il tasso di fedeltà dei clienti.

Con la digitalizzazione, diversi prodotti si trasformano in servizi, si parla infatti di servitization e si passa dal concetto di possesso di beni tangibili a quello di utilizzo di beni in condivisione, fruiti con la modalità del servizio. Si pensi a come è cambiato il ruolo di beni posizionali come televisori e automobili agli occhi delle giovani generazioni, abituate ormai a usufruire dei servizi di car sharing e video streaming.

In questa evoluzione, a cambiare radicalmente è la relazione tra l’impresa e il cliente, dato che i servizi si realizzano unicamente nell’interazione tra il cliente e il personale o le strutture dell’impresa che li eroga.

Emerge sempre più forte il tema della relazione, dell’interazione, dell’esperienza, intesa come il complesso di reazioni e sensazioni sensoriali, razionali, emozionali che un certo incontro o scambio suscita.

Negli stessi anni, il numero, la tipologia e le caratteristiche dei canali di accesso, fruizione, comunicazione e interazione si sono notevolmente evoluti: è arrivata la digitalizzazione e con essa una sempre più spinta personalizzazione dei prodotti, dei servizi, delle esperienze.

L’evoluzione è dirompente: dall’erogazione di prodotti e servizi standardizzati, unidirezionali, si passa a una relazione personale, con una comunicazione bidirezionale, arrivando a un dialogo continuo tra cliente e impresa. L’interazione è sempre più complessa e variegata.

Il tradizionale approccio al servizio clienti non è più sufficiente e si inizia a parlare di Customer Experience.

Risulta immediatamente evidente che interazioni con questo livello di coinvolgimento si collocano a un livello emotivo completamente differente e aprono immense possibilità per le imprese che le sanno sfruttare. Rappresentano ovviamente anche un rischio: il forte investimento e coinvolgimento emotivo rende la frustrazione e la delusione difficilmente recuperabile.

10 caratteristiche chiave della Customer Experience

Per sviluppare realmente politiche Customer Centric, occorre considerarne alcune caratteristiche fondamentali.

  1. La Customer Experience si compone di momenti di contatto diretto (i cosiddetti touchpoint) e momenti in cui la relazione è indiretta o latente, ma non per questo meno importante.
  2. Le esperienze di successo sono disegnate e governate end-to-end, durante l’intero ciclo di vita del cliente. Non è sufficiente considerare i singoli touchpoint e il cliente nel momento in cui si trova in contatto con l’impresa, occorre pensare il Customer Journey come un’esperienza unica, da curare in ogni suo aspetto dal primo incontro all’ultimo contatto.
  3. Le esperienze hanno forti componenti emozionali, sensoriali, affettive, comportamentali, da cui entrambe le parti escono trasformate: è proprio la componente emozionale a garantire un premium price alle esperienze di maggior successo e una maggiore fedeltà (loyalty) del cliente, abbattendo il tasso di abbandono (churn rate) e costituendo di fatto un elemento di differenziazione, una fonte di vantaggio competitivo e una barriera all’ingresso per concorrenti diretti e potenziali entranti.
  4. La presenza di forti componenti emozionali contribuisce alla crescita della Brand Equity e alla forte associazione con valori e attributi intangibili in cui i clienti possono rispecchiarsi e riflettersi.
  5. Emerge presto la necessità di misurare il guadagno economico e finanziario generato da una Customer Experience eccellente, che giustifichi l’investimento necessario. Sono definite pertanto delle metriche utili a valutare l’efficacia e l’efficienza dei diversi aspetti della Customer Experience e diversi modelli per la misurazione della Customer Satisfaction.
  6. Valutare e progettare con cura le principali dimensioni di erogazione di un servizio: metodo di fornitura, velocità di fornitura, assicurazione dei risultati.
  7. Le esperienze di successo riconoscono le cause di insoddisfazione del cliente e si impegnano a rimuovere gli ostacoli a una piena e coinvolgente soddisfazione.
  8. La cura della Customer Experience permette di raccogliere nei singoli touchpoint una serie di informazioni sui clienti e le loro motivazioni, che abilitano una clusterizzazione e segmentazione spinta della clientela.
  9. Curare la Customer Experience permette di costruire esperienze personalizzate.
  10. Una dimensione fondamentale della Customer Experience è la cura dell’accesso del cliente al servizio, inclusa la possibilità di sporgere reclami e chiedere la risoluzione dei problemi.

Dalla definizione al disegno della Customer Experience

Chiarita l’importanza della Customer Experience e le sue caratteristiche principali, si sente la necessità di costruire solidi modelli per l’interpretazione, la creazione e la gestione della CX dei clienti.

Nello studio Changing Dimensions of Customer Experience è proposto un modello innovativo, che attualizza il tradizionale Marketing Mix basato sulle 4 + 3 P di Prodotto e Servizio

  • Prodotto
  • Prezzo
  • Punto vendita
  • Promozione
  • Processo
  • Persone
  • Physical Evidence ancora centrato sull’impresa e la sua offerta (Unique Value Proposition)

proponendo il modello delle 4 C, completamente centrato sulle esperienze vissute dai clienti:

  • Consumer wants and needs (desideri e bisogni dei clienti)
  • Costi monetari e non monetari sopportati dal cliente per l’accesso e la fruizione dei servizi
  • Convenienza: ad avere il singolo cliente nel proprio portfolio (valutando se i costi di acquisizione, gestione e retention superano il Customer Lifetime Value del cliente)
  • Comunicazione con il cliente, lungo l’intero ciclo di vita.

Il modello definisce e classifica i touchpoint secondo il livello di ownership e di controllo che l’impresa ha su ciascuno di essi. Come sempre, quello che non si controlla direttamente può semplicemente essere analizzato, stimato, misurato. Ma è già molto meglio che fingere che non esista. Si considerano, dunque, lungo un Customer Journey i seguenti punti di contatto:

  • Punti di contatto di proprietà dell’impresa
  • Punti di contatto che appartengono a brand partner
  • Punti di contatto del cliente (le sue property digitali ad esempio)
  • Punti di contatto esterni: la rete, i Social Network, i forum, dove si diffondono e si esprimono opinioni e sentimenti.

L’impresa deve essere brava non solo a controllare le dimensioni esperienziali sui propri touchpoint, ma a monitorare e analizzare comportamenti, desideri, interessi e rischi su tutti i punti di contatto e tra un contatto e il successivo.

Il cliente al centro della strategia omnicanale

Il moltiplicarsi dei punti di contatto digitali impone con forza la revisione, o forse sarebbe meglio dire la creazione, di una reale strategia ominicanale che metta al centro il consumatore e la sua esperienza complessiva in relazione al brand.

Abituato ormai a interagire passando da un canale all’altro senza soluzione di continuità (si riceve una e-mail, si risponde in tempo reale via chat, si invia un messaggio di conferma) il consumatore si aspetta di replicare la stessa esperienza anche quando si tratta di acquistare un bene o un servizio.

Al fine di evitare, dunque, la frammentarietà della comunicazione col cliente, l’utilizzo di un unico hub centrale che riunisca i dati del consumatore e i canali utilizzati può rivelarsi un utile strumento per la gestione della customer experience offrendo realmente un’esperienza personalizzata sulla base delle esigenze del cliente e parlando con lui là dove lui vuole essere, tutto questo senza che alcuna informazione utile venga dispersa all’interno di silos tra loro non collegati.


La practice Digital Customer Experience di P4I-Partners4Innovation supporta le imprese nell’analisi e progettazione di strategie digitali volte al miglioramento della user e della Customer Experience omni-canale, attraverso la raccolta, l’integrazione e l’analisi dei dati provenienti da piattaforme transazionali e conversazionali, da user test e crowd test. P4I ha costruito un framework analitico, strategico e operativo per disegnare e gestire le esperienze utente, migliorando le tecniche di analisi, segmentazione e clustering, il disegno e l’implementazione di strategie di lead generation, customer loyalty, Customer Care and Marketing Automation.

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