Augmented reality

Realtà aumentata: cos'è, come funziona e ambiti applicativi in Italia

La tecnologia consente di sovrapporre informazioni multimediali a quanto si sta guardando su un qualsiasi display: così la realtà aumentata inaugura nuovi orizzonti applicativi che aiutano le aziende in molti ambiti, inclusa l’assistenza da remoto

Pubblicato il 21 Apr 2022

Occhiali intelligenti, specchi speciali, riviste interattive, parabrezza che ti guidano nel traffico, quadri che prendono vita. Si chiama realtà aumentata (augmented reality) ed è una tecnologia che sfrutta i display dei dispositivi mobile, dei wearable device, dei vetri dei veicoli e delle vetrine interattive per aggiungere informazioni a ciò che vediamo. Gli orizzonti applicativi sono pressoché infiniti: dall’automotive al manufacturing allo smart packaging alle operations.

Cos’è la realtà aumentata (AR, augmented reality): una definizione

Che cos’è la realtà aumentata o Augmented Reality (AR)? A che cosa serve? La risposta più semplice è spiegare come funziona. Immaginate di inquadrare con un tablet o uno smartphone un oggetto qualunque, potendo visualizzare sul display qualsiasi tipo di informazione aggiuntiva: testi, immagini, filmati dal vero o in animazione.

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Un principio della realtà aumentata, infatti, è quello dell’overlay. Un esempio? La fotocamera legge l’oggetto nell’inquadratura, il sistema lo riconosce e attiva un nuovo livello di comunicazione che si va a sovrapporre e a integrare perfettamente alla realtà, potenziando la quantità di dati di dettaglio in relazione a quell’oggetto.

La realtà aumentata esordisce nell’entertaiment ma, in realtà, il focus è un infotainment che coniuga la quantità e la qualità delle informazioni da utilizzare in un contesto di utilizzo preciso con la facilità interattiva di una qualsiasi superficie capacitiva associata all’uso di una fotocamera e un sistema di gestione dedicato. Si sta molto diffondendo anche in ambito industriale, nelle supply chain e nelle operations. Ecco di seguito qualche esempio che aiuta a capire contesti e orizzonti dello sviluppo.

Come funziona la realtà aumentata, o smart reality

Oggi l’AR può sembrare il passo successivo alla smart mobility e alllo smart working. Di fatto l’augmented reality è una forma di visual content management 2.0 che consente ad aziende e organizzazioni di aggiungere nuovi livelli informativi, in tempo reale e ad alto tasso di interazione usando device mobili di qualsiasi tipo, tecnologie indossabili incluse.

Le prime sperimentazioni è vero che sono nate nell’entertaiment, sfruttando quell’effetto wow capace di catturare l’attenzione attraverso la sorpresa e la magia virtuale. Precursori dello sviluppo alcune società come Metaio (acquistata da Apple) e Blippar.

La realtà aumentata come strumento di marketing

Secondo un’indagine realizzata da NielsenIQ i 56% degli acquirenti intervistati ha affermato che l’AR dà loro maggiore sicurezza sulla qualità di un prodotto e il 61% ha affermato di preferire fare acquisti con rivenditori che offrono esperienze AR. Questi dati sono stati confermati da uno studio pubblicato successivamente sul Journal of Marketing e apparso recentemente sull’Harvard Business Review. Sulla base delle loro analisi i ricercatori hanno infatti rilevato che l’utilizzo dell’AR nelle impostazioni online influisce notevolmente sul coinvolgimento dei clienti, sul comportamento dei clienti e sulle vendite.

Nello specifico lo studio ha evidenziato che: l’utilizzo dell’AR ha un’influenza maggiore sugli acquisti per i clienti che non hanno mai acquistato un prodotto specifico da un canale online, suggerendo che l’AR può aiutare a ridurre l’ansia di acquisto per i clienti che si sentono a disagio nell’effettuare acquisti online; allo stesso modo, l’AR ha un effetto maggiore per i clienti che acquistano dalla categoria di prodotto per la prima volta rispetto a quelli che hanno acquistato virtuale in precedenza dalla categoria di prodotto riducendo il rischio di effettuare un acquisto potenzialmente deludente; l’impatto dell’utilizzo dell’AR sulle vendite dei prodotti è maggiore per i marchi meno popolari infatti offrendo l’AR la possibilità di determinare quanto ogni prodotto si adatti alle proprie esigenze riduce la dipendenza dal marchio nel processo di acquisto; nella stessa logica l’utilizzo dell’AR ha anche un’influenza maggiore sull’acquisto di prodotti meno tradizionali e più costosi potendo “provarli” prima.

Certo, pensare di inserire la realtà aumentata tra gli strumenti di marketing comporta delle sfide per i brand, sei le principali aree di classificazione sempre secondo lo studio: costi dei problemi di implementazione; mancanza di talenti e competenze; capacità di creare filtri e narrazioni AR; problemi di latenza; mancanza di risorse adeguate e adattamento ai rapidi cambiamenti tecnologici.

Esempi di realtà aumentata nella comunicazione del brand

Tra i brand del retail che sono stati dei precursori a utilizzare l’Augmented Reality Lego, Tesco e Ikea. I prodromi addirittura molto prima della diffusione di smartphone e tablet: cinque anni fa, infatti, venivano utilizzate installazioni interattive o i pc domestici dotati di fotocamera.

  • Ad esempio, per evitare che i clienti più curiosi aprissero le confezioni e per far capire meglio l’utilizzo del gioco contenuto, Lego usa la realtà aumentata come forma di smart packaging: in un corner dedicato, inquadrando una confezione dal monitor si può vedere partire una sorta di trailer con i personaggi in animazione coinvolti in una gag.
  • Tesco, invece, aveva iniziato a utilizzare la realtà aumentata su un flyer di promozioni. Da casa l’utente al pc poteva così inquadrare il marker che corrispondeva all’oggetto e questo gli compariva tra le mani. Visualizzare un televisore in 3D come se fosse davvero in negozio davanti all’oggetto reale era un modo per aggiungere alla digital experience una serie di infomazioni aggiuntive importanti (volume del dispositivo e quindi il suo ingombro, le tipologie di ingressi per gli accessori e via dicendo).

A ruota lo smart packaging di snack e bevande: inquadrando con lo smartphone la confezione il cliente in attesa alla cassa poteva giocare in Ar attraverso una gamification diversificata a seconda della gag. Heinz consentiva di visualizzare ricette da sfogliare utilizzando la nota salsa, Starbuck’s a Natale abilitava sulle sue note cup delle piccole clip a tema con renne, babbi natali e pupazzi di neve in animazione.

Secondo Gartner, AR e VR potranno rivoluzionare la Customer Experience permettendo ai clienti di visualizzare i prodotti in contesti “reali” e di ricevere offerte personalizzate.

Ikea Space Unfolded, un’esperienza immersiva nel design scandinavo attraverso la realtà aumentata

Uno degli ultimi esempio di uso della realtà aumentata per creare brand experience coinvolgenti è l’Ikea Space Unfolded, una mostra pop-up allestita dal marchio nel suo negozio di Brooklyn a New York che consente agli ospiti di generare diverse possibilità di design attraverso un’esperienza coinvolgente. Space Unfolded, dice l’azienda “È un portale verso la possibilità, una porta verso il design, e non è paragonabile a niente che tu abbia mai visto prima in Ikea”. Una volta all’interno della stanza Space Unfolded, attraverso un touchscreen gli ospiti hanno la possibilità scegliere il proprio lifestyle, consentendo al programma di generare un layout dell’appartamento che funge da base sulla quale, usando la loro creatività, possono divertirsi a includere dettagli quali mobili, illuminazione, suppellettili creando il proprio spazio ideale.

Realtà aumentata e nuovi orizzonti applicativi: per il settore industriale

Come visto, realtà aumentata significa sfruttare i display dei dispositivi mobile e dei wearable device per fruire di informazioni aggiuntive sovrapposte alla realtà che vediamo. Basta una fotocamera: l’ambiente reale, visualizzato sul display, si arricchisce di testi e altri contenuti animati, perfettamente integrati al contesto con formule di ingaggio estremamente semplici e funzionali.

In ambito industriale, nello specifico, lo scenario tecnologico della realtà aumentata abilita ampi e numerosi orizzonti applicativi: ad esempio inquadrando una stampante è possibile spiegare come sostituire la cartuccia attraverso una simulazione animata o, ancora, è possibile presentare un macchinario industriale dettagliando le spiegazioni e i manuali di istruzioni grazie al supporto di contenuti che in tempo reale, compaiono sullo schermo mostrando sia l’esterno sia l’interno di ogni componente, video che spiegano il funzionamento di ingranaggi e sistemi, la dinamica dei processi e delle specificità.

Un esempio è la utility Hera, che la utilizza per la manutenzione degli impianti.

Con le soluzioni di Realtà Aumentata, le aziende del settore manifatturiero possono ridurre i tempi di fermo macchina non pianificati, comprimendo i costi di esercizio e di manutenzione che hanno un notevole impatto sul ritorno dell’investimento, perché a essi va sommata la mancata produzione. Infatti, i fermo macchina non pianificati possono essere causati da diversi fattori, come i guasti all’hardware, la mancanza di un operatore o anche l’assegna di una corretta diagnostica dei guasti.

Il 98% delle aziende si aspetta di aumentare l’efficienza con tecnologie digitali come il Manufacturing Execution System (MES) integrato, la manutenzione predittiva o soluzioni di realtà aumentata, secondo la ricerca Digital Factories 2020 Shaping the future of manufacturing, PWC.

La Realtà aumentata al servizio di Industria 4.0

La diffusione della realtà aumentata in ambito industriale è strettamente correlata all’affermazione del paradigma di Industria 4.0. Quest’ultimo, come noto, prevede la digitalizzazione e la connessione di tutti i macchinari presenti negli stabilimenti produttivi, così da ottimizzare i costi e accorciare il time to market, in modo da consentire alle imprese industriali di affrontare al meglio la competizione globale. Nelle moderne smart Factory la continuità dei tempi di attività riveste un ruolo fondamentale, ma deve andare di pari passo con la qualità dei prodotti e delle stesse operations. In questo particolare frangente la realtà aumentata può giocare un ruolo chiave nell’innovazione del settore secondario, abilitando una migliore formazione del personale, un controllo di qualità più efficace e una modalità di progettazione radicalmente innovativa. Ad esempio, le diverse soluzioni di AR e VR possono svolgere un importante ruolo in fase di pre produzione, consentendo di ridurre il tempo di sviluppo di un nuovo prodotto e i relativi costi. La possibilità di lavorare su una rappresentazione in realtà virtuale o realtà aumentata del prodotto stesso, infatti, può migliorare la comunicazione e condivisione delle informazioni all’interno del team di lavoro, evitando la produzione troppo anticipata di un vero e proprio prototipo. L’ambito più conosciuto al grande pubblico relativamente all’impiego delle tecnologie AR nell’industria è però proprio quello relativo all’assemblaggio e produzione: tecnologie come gli smart glasses, che hanno il privilegio di lasciare le mani libere agli operatori, possono garantire un efficace supporto nello svolgimento delle attività, in particolare in quelle più complesse, suggerendo passo dopo passo le azioni giuste da intraprendere.

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Come fare formazione e teleassistenza con la realtà aumentata

Come visto fin qui, l’industria ha iniziato a usare la realtà aumentata e per motivi diversi. Fra questi, spiccano assistenza e formazione. Nel settore automobilistico, ad esempio, alcuni brand usano questa tecnologia sia per la teleassistenza che per le attività di presentazione negli show room dei nuovi modelli.

Nelle officine meccaniche il controllo delle parti del motore o dell’impianto elettrico per tutte le attività di monitoraggio e manutenzione può essere risolto grazie all’Augmented Reality che offre informazioni dettagliate in overlay rispetto a ogni singola parte su cui si devono effettuare controlli o interventi.

Queste informazioni possono essere fisse e apparire come cartelli pop up a fianco delle componenti di cui si necessita ulteriore spiegazione, oppure come videotutorial che, attraverso un filmato in overlay, mostra un tecnico che esegue in modo corretto le procedure di intervento sul macchinario.

Lo stesso vale per le attività di manutenzione ad impianti come caldaie, sistemi idraulici, sistemi elettrici o a gas e via dicendo. A supporto della workforce automation un tablet o uno smartphone aiuta i tecnici nel loro lavoro, spiegando al personale nuovo le corrette procedure o aiutando come un help desk virtuale l’operatore in caso di anomalie molto particolari e al di fuori dei lavori di routine.

Assistenza da remoto ai tempi del Coronavirus

La realtà aumentata ha trovato nuovi ambiti applicativi nell’emergenza sanitaria causata dal Coronavirus, perché ben si adatta all’esigenza di distanziamento fisico. Un esempio è Würth, leader mondiale nella distribuzione di prodotti e sistemi per il fissaggio e il montaggio, che in collaborazione con Hevolus Innovation e Microsoft Italia ha introdotto HoloMaintenance Link, una piattaforma che consente agli artigiani di gestire in modo interattivo e risolvere da remoto le richieste di consulenza, assistenza e manutenzione, Il funzionamento è semplice: cliccando su un link ricevuto via SMS, mail o chat, il cliente può ricevere rapidamente assistenza dal proprio artigiano di fiducia, avviando una videochiamata con computer o con qualsiasi dispositivo mobile.

Attraverso la fotocamera del proprio device il cliente mostra al tecnico il macchinario che può così individuare la causa del guasto o del malfunzionamento e da remoto guidare il suo cliente nell’esecuzione delle operazioni necessarie. Al termine dell’assistenza il sistema genera automaticamente un ticket con lo storico  della chiamata, comprese le operazioni svolte in realtà aumentata e mista.

La piattaforma può essere utilizzata anche indossando il visore olografico Microsoft HoloLens 2, consentendo di svolgere l’assistenza remota in ambiti complessi con l’ausilio della mixed reality. Indossando il visore, l’artigiano potrà ad esempio visualizzare nella realtà fisica, da ogni punto di vista e in qualsiasi scala, i gemelli digitali 3D delle componenti impiantistiche e interagire con essi.

Dove trovare la realtà aumentata nell’era delle smart city

La realtà aumentata può essere utilizzata anche dalle realtà museali e dalle pubbliche amministrazioni per comunicare con i cittadini informazioni importanti. Come strumento efficace e tecnologico di realtà virtuale, con la AR infatti, è possibile coniugare ingaggio e divertimento attraverso nuovi percorsi emozionali.

Idealmente parlando, la tecnologia si inserisce nel percorso della Internet of Things, aiutando le smart city a comunicare con i cittadini attraverso una serie di oggetti che diventano parlanti.

Il principio è quello di creare una serie di touch point che fungano da innesco per attivare la situazione in realtà aumentata. Sarà così possibile visitare una città sapendo cosa si sta guardando e perché, cercare un ufficio pubblico o un laboratorio all’interno di uno stabile complesso come un ospedale o l’anagrafe, capire come compilare un modulo senza sbagliare i campi.

In un museo il viaggio del visitatore, attraverso l’uso di uno smartphone o di un tablet o, semplicemente, attraverso una soluzione di digital signage, diventa un’esperienza immersiva che trasforma esposizioni statiche in panorami immaginifici. L’utente si vede introdotto in uno scenario di contesto in cui, ad esempio, gli animali si materializzano in 3D con tutta la loro vitalità, interagendo attraverso gag tematiche.

A usarla in ambienti pubblici fu, già qualche anno fa, il National Geographic’s: stazioni e mail commerciali diventavano teatro di uno show intrigante, con dinosauri che camminavano in mezzo alle persone, orsi polari con i cuccioli che passeggiavano mansueti tra le gambe della gente.

Come la realtà aumentata sta trasformando la nostra vita

La realtà aumentata sta trasformando la nostra vita di tutti i giorni. La multicanalità attraverso l’uso della realtà aumentata trova così un percorso di sviluppo interessante e ad alto valore aggiunto perché la qualità e la quantità di dati progettati a supporto dell’interazione, arricchiscono l’experience calandola in un contesto ideale: quando serve e a chi serve davvero.

Qualche anno fa HP aveva usato la realtà aumentata per spiegare come inserire le cartucce d’inchiostro nelle stampanti: da telefonino o da tablet, inquadrando la stampante e la cartuccia, iniziava un’animazione che, passo dopo passo, spiegava quale sportellino aprire, come rimuovere la cartuccia esausta, come togliere la protezione alla cartuccia nuova e come andare a inserirla nel vano con la manovra corretta.

Sempre qualche anno fa, Intel aveva fatto un lancio di prodotto usando la realtà aumentata per la presentazione ufficiale. Sul palco il dimostratore teneva in mano un portatile e dietro, dal megaschermo alle sue spalle, il pubblico poteva vedere le informazioni che, in animazione 3D, spiegavano le funzionalità del processore all’interno di questo computer mostrando anche il lato nascosto del sistema.

La questione fondamentale, infatti, non sono tante le dimensioni in scala dei display (megaschermo, tablet, installazione, smartphone) a fare la differenza, quanto lo sviluppo di un progetto di comunicazione integrato che, sfruttando la realtà aumentata, potenzia la comunicazione riuscendo a semplificare e a rendere più completa e ingaggiante l’interazione, innalzando il livello di attenzione.

Oggi le tecnologie sono molto evolute. Esistono addirittura soluzioni che, sullo stile di Power Point, consentono di personalizzare dei template e, tramite funzionalità drug and drop, di implementare i contributi informativi rispetto all’oggetto che si vuole raccontare in AR. Così la realtà aumentata diventa davvero a portata di mano, ma anche a portata di azienda…

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