L'opinione

Trasformare l’ottimismo digitale delle PMI in risultati, la nuova sfida di Microsoft Italia

Progetti studiati su misura, coinvolgimento di grandi player e di oltre 10.000 partner dislocati sul territorio, focus sulla sicurezza informatica, un piano quinquennale di investimenti per acquisite le digital skill, e una ricerca in collaborazione con gli Osservatori Digitali del Politecnico di Milano. La ricetta di Microsoft Italia per accompagnare al meglio le PMI italiane nel percorso di digital transformation raccontata Luba Manolova, Direttore della Divisione Microsoft 365

Pubblicato il 30 Dic 2021

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Secondo uno studio McKinsey l’emergenza Covid-19 ha fatto registrare nell’e-commerce un balzo digitale di 10 anni in soli 90 giorni. Ma quello delle vendite è stato solo uno dei settori che attraverso l’applicazione della tecnologia ha avuto modo di dimostrare resilienza finanche convertendo fattori di crisi in opportunità. Dallo Smart Working ai servizi di telemedicina, dalla digitalizzazione della PA alla didattica a distanza, non c’è ambito in cui il digitale non abbia avuto modo di dimostrare le proprie potenzialità. Di ciò hanno preso coscienza anche le PMI italiane che velocemente hanno trasformato il senso di vertigine generato da un evento inaspettato di questa portata in ciò che potrebbe essere definito come un vero e proprio “ottimismo digitale”. Ma ora che l’eccezionalità cerca di lasciare il posto a cambiamenti strutturali in grado di porre solide basi per uno sviluppo sostenibile, le PMI hanno bisogno di un partner di valore in grado di accompagnarle lungo il percorso dell’innovazione. Ne parliamo con Luba Manolova, Direttore della Divisione Microsoft 365 di Microsoft Italia.

Digitalizzazione delle PMI: da esigenza a opportunità, anche grazie al Cloud

La pandemia ha rappresentato una spinta obbligatoria per le PMI verso soluzioni digitali e Microsoft Italia ci offre un punto di vista privilegiato per comprendere come questo cambiamento è stato percepito dalle aziende e il modo in cui hanno reagito.

«Tra le piccole e medie imprese, dall’inizio dell’emergenza, abbiamo avuto modo di verificare un grandissimo entusiasmo digitale – racconta Manolova –. E se sicuramente all’inizio l’adozione di tecnologia è servita a garantire una continuità del business, via via le PMI ne hanno colto sempre di più le opportunità, non solo per governare le sfide, ma anche per mirare verso nuove frontiere. Tante esperienze fisiche sono state traslate nel mondo digitale e sono emerse anche nuovi modelli ibridi dove il fisico e il digitale si arricchiscono a vicenda. Player che fino a quel momento interagivano soprattutto in modalità fisica con clienti e fornitori hanno cominciato a usare i nuovi canali digitali. Questo è stato anche lo spunto per rivedere i processi di business: le PMI non si sono solo preoccupate di ‘andare online’, ma hanno compreso e sfruttato l’enorme potenzialità che deriva dalla raccolta e dall’elaborazione dei dati a loro disposizione, cosa che gli ha consentito di ottimizzare le operation, personalizzare il servizio per cluster di clienti e interagire meglio all’interno dell’organizzazione».

Anche la diffusione del Cloud ha avuto la sua parte nel processo di digitalizzazione delle PMI italiane.

«Abbiamo visto che tantissime realtà, anche tradizionali, si sono aperte da subito alla digitalizzazione sfruttando proprio il Cloud. Una cosa che abbiamo notato, infatti, è che c’è stata una vera e propria “democratizzazione del Cloud” per quanto riguarda le piccole medie imprese: hanno capito che così possono testare nuove tecnologie che prima erano riservate solo alle grandi aziende. Tecnologie che garantiscono anche alle PMI scalabilità delle soluzioni, affidabilità e sicurezza. Hanno, quindi, scoperto che il Cloud è un valido alleato per essere molto più veloci e agili nell’implementare nuove logiche e strategie di business», afferma Luba Manolova.

La capacità di creare servizi su misura di PMI

Le PMI italiane sono circa 206mila e da sole sono responsabili del 41% dell’intero fatturato generato in Italia, del 33% dell’insieme degli occupati del settore privato e del 38% del valore aggiunto del Paese, rivela l’Osservatorio Innovazione Digitale delle PMI del Politecnico di Milano. Gli ambiti in cui operano sono dei più vari. Per tale ragione applicare una strategia unica di digitalizzazione risulta inefficace, se non addirittura controproducente. Ciò che bisogna fare invece e studiare “ricette” su misura in grado di rispondere alle diverse esigenze delle realtà imprenditoriali in base all’industry di appartenenza, accompagnandole passo dopo passo lungo un percorso di digital transformation.

«A seconda del sotto segmento di mercato, del vertical e della categoria di appartenenza, noi di Microsoft cerchiamo di costruire dei servizi ritagliati su misura e rilevanti per la piccola media impresa, alcuni li realizziamo direttamente, altri in partnership con grandi player e con Independent Software Vendorcon un approccio di ecosistema; in quest’ottica, per esempio, stiamo attivando iniziative con società di telecomunicazioni, con banche, con assicurazioni, rilevanti public service provider. Con tutti questi player stiamo lavorando per sostenere e assistere le piccole e medie imprese nel percorso di digitalizzazione attraverso offerte di servizi congiunti che spaziano dalla consulenza alle tecnologie, ai servizi di assistenza».

Un’attenzione particolare Microsoft Italia la dedica alla cybersecurity. In un momento in cui il crimine informatico registra pericolosi trend di crescita, le PMI risultano pericolosamente più esposte delle grandi imprese non avendo in dotazione, almeno sinora, sistemi di copertura abbastanza evoluti di protezione.

«Un altro punto molto importante su cui stiamo lavorando – spiega Luba Manolova – è sensibilizzare le PMI sui temi della sicurezza. Le piccole e medie imprese, soprattutto adesso che si sono spostate sul digitale e hanno adottato il lavoro ibrido, sono state il target più attaccato dai cyber criminali, proprio perché non hanno le competenze e spesso sono dotate di tecnologia obsoleta o applicativi on premise sul vecchio server sotto la scrivania. Anche in questo campo cerchiamo di lavorare con dei partner specializzati nell’offrire servizi di sicurezza efficaci per le piccole e medie realtà».

È in questo contesto generale, dunque, che Microsoft Italia ha creato dei veri e propri “pacchetti” dedicati alla digitalizzazione delle PMI.

«Spinti dalla volontà di adeguare sempre più la nostra proposta alle piccole e medie imprese, abbiamo costruito delle offerte dedicate a supportare la produttività e la collaborazione aggiungendo soluzioni che garantiscono anche elevati livelli di sicurezza pensati per le grandi aziende, ma ritagliati sulla realtà delle piccole e medie imprese. Se da un lato stiamo adeguando l’offerta già presente, dall’altro abbiamo anche lanciato recentemente una nuova soluzione, Microsoft Teams Essential, pensata per la piccolissima azienda (fino a 25 dipendenti), che consente di avere uno spazio digitale sempre con sé, rimanendo in contatto con clienti e fornitori. Per attivare tutto questo, come abbiamo appena detto sopra, ci serviamo dei nostri partner sul territorio, che attualmente hanno superato quota 10.000. Per noi sono una risorsa estremamente importante perché sono loro che ci rappresentano davanti ai nostri clienti, sono il nostro braccio operativo e con loro stiamo cercando sempre di più di costruire percorsi di digitalizzazione, addirittura creando dei “pacchetti” pronti a sfruttare al meglio anche le risorse in arrivo col PNRR», racconta Luba Manolova.

Last but not least, altro aspetto sul quale Microsoft Italia sta concentrando le proprie forze è il supporto nell’acquisizione di quelle nuove competenze digitali necessarie ad affrontare le sfide del futuro. Stiamo parlando del piano quinquennale di investimenti per l’Italia del valore di 1,5 miliardi di dollari lanciato dall’azienda l’8 maggio 2020 che prende il nome di Ambizione Italia #DigitalRestart.

«Nelle piccole medie imprese in Italia c’è fame di competenze adeguate a governare la digital transformation. Per questo come Microsoft abbiamo cercato di dare una risposta a questa esigenza anche con il famoso piano annunciato nel 2020 durante l’epidemia, Ambizione Italia #DigitalRestart. Al suo interno abbiamo dedicato un filone per le piccole e medie imprese, prevedendo percorsi di formazione mirati a costruire azioni di reskilling e upskilling anche per le popolazioni di lavoratori che operano in queste realtà».

Una ricerca per comprendere le reali esigenze delle PMI

Per progettare le migliori soluzioni a supporto della digitalizzazione delle PMI italiane l’esperienza sul campo non era però sufficiente per un’azienda come Microsoft Italia, che si è spinta oltre. Ha quindi deciso di portare avanti con gli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano un corposo studio sull’argomento tracciandone lo stato attuale, le tendenze in atto e gli obiettivi futuri, studio che a breve vedrà la sua diffusione ufficiale con un corredo di dati davvero interessante da valutare.

«Volevamo studiare e dare una fotografia di quali sono i principali trend e dove si vogliono concentrare le piccole e medie imprese. Ciò ci permette di modellare ancora di più sia l’offerta sia il posizionamento in ottica di ecosistema con i grossi player con cui lavoriamo. Non solo, ci consente di creare sintonia tra tutti i servizi progettuali e di consulenza dei nostri partner proprio in vista dell’enorme mole di investimenti in arrivo dal PNRR, potendo così dare una risposta molto concreta alla piccola e media impresa su cosa deve fare, come deve fare, e come navigare in questo labirinto di fondi che arriveranno per sfruttarli al meglio. Questo è il nostro obiettivo», conclude Luba Manolova.

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