Search Engine Optimization

SEO per le PMI: 10 consigli per posizionare le piccole aziende sui motori di ricerca

La SEO, ossia l’ottimizzazione per i motori di ricerca, è un’attività di digital marketing sempre più accreditata come disciplina fondamentale, trasversale per settore e per dimensione di business. Infatti, può portare ottimi risultati non solo ai top Brand ma anche alle PMI che vogliano potenziare la propria visibilità online

Pubblicato il 28 Apr 2020

Pasquale Gangemi

Head of Operations di Pro Web Consulting, specializzata in SEO, CRO, SEA e Web Analytics (Cerved Group)

Ci sono PMI più “adatte” a beneficiare della SEO? E perché le SME dovrebbero investire in questo genere di attività? I consigli dell’esperto per comprendere quali sono i vantaggi competitivi principali di allocare parte del proprio budget di web marketing in SEO.

1) Perché le PMI dovrebbero investire in SEO?

La SEO è imprescindibile ed essenziale per tutte le PMI? Indubbiamente, sono molte le realtà che presentano caratteristiche e obiettivi tali per cui questo approccio “organico” alla visibilità online può portare grandi benefici. La SEO, infatti, agisce sulle property digitali di un marchio – siti e app – consentendone un migliore posizionamento sui motori di ricerca, grazie all’ottimizzazione di elementi essenziali e contenuti, e grazie a un’attenta conoscenza del target potenzialmente interessato ai prodotti e servizi offerti dall’azienda.

Whitepaper
La rivoluzione dell'ecommerce: Il punto di vista degli Osservatori del Politecnico di Milano
E-Commerce
Smart retail

2) Agenzia o risorsa interna?

Le aziende che investono molto in SEO sono spesso combattute tra l’inserimento di una risorsa interna e la ricerca di un’agenzia esterna a cui affidarsi. Molto spesso anche i grandi Brand preferiscono esternalizzare, a maggior ragione potrebbe avere senso per una PMI: questo, infatti, consente di puntare su risorse già formate e sempre ben aggiornate, con un’esperienza più variegata a livello di creatività e approccio strategico. Una buona soluzione di compromesso è l’idea di avere un SEO junior interno che si occupi dell’operatività, ma che possa poi fare affidamento sull’expertise strategica di un’agenzia o un consulente Senior esterno.

3) Conoscere i propri utenti

Conoscere i propri utenti, in generale, è un principio cardine del marketing. Nella SEO, è fondamentale conoscerne il comportamento e, soprattutto, l’intento di ricerca. Quando parliamo di search intent, intendiamo il fatto che il nostro potenziale cliente si stia solo informando su un certo prodotto/servizio, oppure se il suo intento sia già orientato verso la conversione. Un attento studio delle keyword utilizzate, dei trend topic e della loro stagionalità, della frequenza e della geo-localizzazione delle ricerche, è essenziale per strutturare al meglio il nostro sito e far sì che il motore di ricerca mostri i nostri contenuti come risposta alle domande del nostro target.

4) SEO per e-commerce

Ovviamente, una strategia SEO efficace per un sito editoriale dovrà essere rimodulata per un sito e-commerce, rispondendo le due tipologie di portale a logiche e obiettivi differenti. Per un e-commerce, ad esempio, alcuni interventi ad hoc sono la creazione di contenuto descrittivo di qualità in punti strategici oppure la gestione di criticità legate alle schede prodotto, se si ha un catalogo molto ampio.

5) SEO internazionale e nicchie di mercato

Sviluppare il proprio business online sui mercati stranieri è un’opportunità da cogliere al volo per quelle eccellenze italiane che, pur occupandosi di nicchie di mercato, hanno un target globale. E non si tratta solo di cibo e abbigliamento ma anche di B2B: il Made in Italy, anche specialistico, ha un’ottima reputazione nel panorama internazionale. Prodotti e servizi estremamente specifici, infatti, hanno certamente un target interessato molto mirato, da andare a colpire presidiando keyword specifiche in tutto il mondo: i volumi di ricerca più contenuti si traducono, infatti, in opportunità di business molto concrete.

6) Dimensione Local

Piccole imprese e persino singoli professionisti – pensiamo ad avvocati, architetti, idraulici ma anche punti vendita e ristoratori – possono trarre grandi benefici da una buona strategia di posizionamento local. Significa intercettare i bisogni di utenti che cercano servizi e prodotti in un’area circoscritta, sfruttando la geolocalizzazione, le mappe, Google My Business e la sempre maggiore convergenza tra online e offline.

7) Mobile, voice-search e linguaggio

È risaputo che il traffico web arriva sempre più da mobile, rispetto al desktop, e che i siti con perfette versioni responsive o native per mobile sono privilegiati dai motori di ricerca, tanto che si parla ormai per Google di mobile-first index. E non solo: la ricerca in mobilità ha dato un grande boost alla voice-search, cambiando completamente le logiche e persino le parole attraverso le quali eseguiamo una ricerca. Non cerchiamo più per keyword schematiche, infatti, ma con query sempre più colloquiali: grazie ai suoi suoi ultimi aggiornamenti di algoritmo, come BERT, Google e gli assistenti virtuali sono sempre più in grado di interpretare correttamente il linguaggio naturale umano.

8) Gli “altri” motori di ricerca

Non bisogna ridurre la SEO a Google: se è vero che l’azienda di Mountain View è un colosso che apre la strada e spesso detta le macro-logiche di funzionamento dei motori, esistono anche molte altre piattaforme che usiamo ogni giorno, e che possono essere definite a giusta ragione come “motori di ricerca”. I competitor di Google, come Bing, oppure Google Play ed Apple Store per le App, Amazon per i prodotti, YouTube per i video, per non parlare dei motori specifici per alcuni Paesi come Baidu in Cina e Yandex in Russia: a seconda del proprio business è possibile concertare una strategia SEO che comprenda anche questi motori di ricerca “verticali”.

9) Visibilità online: non solo SEO

La SEO è una grossa fetta della visibilità online di una PMI, andando ad agire sul traffico organico – cioè naturale, non a pagamento – che è possibile ottenere grazie a un buon posizionamento sulle SERP (Search Engine Result Pages). Ma non è l’unica attività possibile, ce ne sono altre ad essa sinergiche, come:

  • la CRO (Conversion Rate Optimization), che sfrutta dati e UX per migliorare il tasso di conversione di un sito, rendendone la navigazione più fluida per l’utente;
  • la SEA (Search Engine Advertising), cioè l’attivazione di campagne che veicolino traffico a pagamento, complementare quindi a quello organico derivante dalla SEO
  • la Web Analytics, che è la base di ogni strategia di digital marketing

10) Digitalizzazione e formazione interna

A volte le più piccole realtà, come le startup, hanno un team giovane e un grande potenziale d’innovazione: spesso le PMI si trovano, invece, ad affrontare dinamiche molto tradizionali e difficoltà nell’approcciarsi al mondo Digital. Oggi più che mai bisogna favorire la digital transformation: corsi di formazione digitale per i team interni dell’azienda sono importanti, non necessariamente per rendere i dipendenti esperti su tematiche tecniche, ma per fornire le competenze di base che garantiscano scelta e comprensione delle macro-attività, anche quando si esternalizza un servizio molto tecnico come, appunto, la SEO.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Pasquale Gangemi
Head of Operations di Pro Web Consulting, specializzata in SEO, CRO, SEA e Web Analytics (Cerved Group)

Articolo 1 di 4