Una nuova industria della moda sembra farsi strada tra scelte responsabili, materiali sostenibili e attenzione all’impatto sociale, oltre che ambientale. Le aziende del fashion oggi più che mai sono impegnate in un percorso di sostenibilità che deve costantemente confrontarsi con le misurazioni degli impatti sul pianeta e sulle persone.
Sono gli stessi consumatori a richiedere prodotti non soltanto eco-friendly, ma che siano frutto di un processo produttivo (e di distribuzione/smaltimento) responsabile e che segua i principi di equità ambientale e sociale. E Yamamay parte proprio da questo presupposto, ponendosi degli obiettivi ben chiari: sensibilizzare i consumatori e produrre meno ma vendendo di più.
Il marchio italiano che da vent’anni produce intimo, lingerie, pigiami, costumi da bagno, abbigliamento e accessori, oltre a dimostrare il suo impegno – in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU – nella realizzazione di una moda sostenibile e inclusiva, capace di unire bellezza, performance e rispetto dell’ambiente, si è affidato a Oracle Analytics Cloud (OAC) per sviluppare un approccio moderno all’analisi dei dati, così da poter anticipare la domanda dei propri clienti e monitorare costantemente le metriche di sostenibilità associate alla produzione e alla distribuzione dei suoi prodotti.
Un cambio nel modello di business che punta alla decelerazione della produzione e all’introduzione di pratiche sostenibili durante tutta la catena di produzione facendo leva su logiche data-driven.
Yamamay, dati in real-time…
Con 1.300 store dislocati in 12 Paesi, l’azienda aveva bisogno di un sistema moderno che sostituisse la tecnologia On Premise (che oltre ad essere costosa era associataa a consumi energetici elevati), così da portare avanti la mission di creare e progettare con uno sguardo sempre rivolto verso la sostenibilità.
In passato, Yamamay aveva fatto affidamento su un Data Warehouse legacy On Premise e su una soluzione di Business Intelligence ormai divenuta obsoleta. Entrambi i sistemi, poco flessibili e poco scalabili, rendevano difficile tenere il passo con le esigenze di un’azienda giovane e in rapida crescita.
Oltre a essere incoerenti e spesso poco precisi, i dati non consentivano di avere una visione completa circa i trend di vendita.
Al contrario, il brand aveva la necessità di fare affidamento su Analytics curati e disponibili in tempo reale con cui il management potesse analizzare agilmente l’andamento delle vendite, la gestione delle scorte e le promozioni. Queste ultime hanno, infatti, oggi generano incassi medi molto più elevati (in molti casi quasi il doppio rispetto alla situazione precedente) portando anche a una maggiore fidelizzazione dei clienti.
Poter contare su dati di qualità è un prerequisito fondamentale oltre che un vantaggio strategico per gestire efficacemente la complessità della catena di approvvigionamento e di fornitura che sta alla base delle azioni in ottica di sostenibilità.
…e produzione senza sprechi
Grazie a Oracle Analytics Cloud, Yamamay si avvicina sempre più al suo obiettivo di produrre l’intera collezione con materiali completamente sostenibili. Può, infatti, contare slla disponibilità dei dati necessari per creare progetti e previsioni su misura per ogni Paese e per ogni store, ed è anche in grado di generare promozioni migliori per soddisfare le aspettative dei clienti, monitorare il successo di una campagna e, se necessario, intervenire apportando modifiche rapide.
Per evitare la sovrapproduzione è necessario disporre di dati di vendita accurati, che consentano di anticipare la domanda partendo proprio dalle abitudini e dagli insight forniti dai consumatori.
Rendere i propri clienti “conscious” di quello che comprano
La soluzione OAC consente anche di ottimizzare i processi di trasporto, per far sì che i prodotti arrivino ai clienti col minor impatto possibile. Non solo. Scansionando un codice QR, gli stessi consumatori saranno in grado di esaminare per ogni prodotto gli sforzi di sostenibilità realizzati in ogni fase della catena di fornitura.
Come ha raccontato Barbara Cimmino, Head of CRS & Innovation di Yamamay: «I clienti devono poter conoscere la strada percorsa da ogni prodotto, il perché della sua realizzazione e il suo ciclo di vita. Queste informazioni devono essere facilmente reperibili e devono favorire la libertà di ogni individuo nel selezionare e privilegiare le aziende più virtuose per la crescita sostenibile, quelle capaci di narrare dei propri obiettivi, dei propri KPI di sostenibilità, con feed trasparenti e costanti in tutti i canali oppure attraverso le proprie persone».
Who's Who
Barbara Cimmino
Yamamay, Persone – Pianeta – Prodotti
Da anni Yamamay è impegnata nella realizzazione di progetti concreti e nella creazione di modelli di lavoro e di prodotto che dimostrino l’impegno nella riduzione e compensazione degli impatti delle proprie produzioni.
«Ci sono dati scientifici incontrovertibili che mostrano come la moda sia la quarta industria al mondo per inquinamento prodotto. Non è più tempo di conciliare ma è arrivato il momento di agire. Noi, come Yamamay, abbiamo motivazioni molto forti per farlo perché crediamo che questo migliori l’efficienza aziendale e già abbiamo dei KPI molto positivi», ha raccontato Cimmino.
Il percorso di Yamamay verso la sostenibilità
Il percorso di Yamamay verso la sostenibilità ha inizio nel 2014 con il lancio della collezione Sculpt, una linea di intimo modellante che compensa le emissioni di carbonio. È prodotta con un tessuto – l’indemagliabile Sensitive Sculpt – che si presta ad essere tagliato a vivo permettendo di ridurre gli sprechi di produzione, seguendo i principi dell’eco-design, oggi pilastro del Green Deal europeo.
Un’altra iniziativa volta a promuovere un tipo di economia circolare che in Italia è purtroppo ancora poco diffusa riguarda la linea di costumi Edit (Eco Designed Innovative Textile), una capsule collection di costumi interamente realizzati con filato mono-polimero, 100% riciclato e 100% riciclabile, certificato come eco-designed. La collezione è stata creato in collaborazione con AzzeroCO2, una società di consulenza per la sostenibilità e l’energia fondata da Legambiente e Kyoto Club. Un approccio mirato a ridurre gli sprechi.
L’obiettivo di produrre meno e vendere di più si è concretizzato (anche) con la commercializzazione di Principessa Super Bra, un reggiseno realizzato attraverso un lavoro di carattere scientifico sui Big Data. Con l’utilizzo della tecnologia bonding (PresBond) si è riusciti a contenere in sole 5 taglie (XS-S-M-L-XL) la copertura di 35 coppe di reggiseno. Questo ha permesso di ridurre le quantità di resi per le vendite online, ma anche la giacenza di scorte nei punti vendita fisici e, di conseguenza, il numero di pezzi invenduti.
Il primo store interamente sostenibile
Lo scorso ottobre, Yamamay ha dato vita al primo punto vendita interamente sostenibile. Si trova a Siena e si tratta di un concept store eco-friendly dal design equilibrato. Con l’obiettivo di informare il cliente sulle nuove tecnologie ambientali adottate dal negozio, e di stabilire una connessione rispetto ai valori del brand, sono stati installati all’interno dello store diversi dispositivi che garantiscono una migliore gestione dei consumi energetici, oltre che il monitoraggio della qualità e della depurazione dell’aria.
Inoltre, un iPad consente lo svolgimento di diverse attività omnicanale, la ricerca di informazioni sui prodotti, l’individuazione della taglia perfetta attraverso l’App My Size e la consultazione del Bilancio di Sostenibilità di Yamamay, con l’obiettivo di offrire ai clienti un’esperienza sempre più immersiva e la possibilità di accedere a dati ed informazioni di interesse.