Reportage

Salesforce BaseCamp Milano: la parola ai protagonisti dell’innovazione digitale

Fa tappa a Milano l’evento che Salesforce dedica ai TrailBlazers, la community dei suoi utenti. Ad alternarsi sul palco una trentina di clienti, fra cui Adidas e Alessi, pronti a testimoniare come la tecnologia della casa californiana rappresenti un supporto chiave alle strategie di innovazione digitale. Potenziata l’offerta per le PMI con Essentials e finalizzata l’acquisizione di MuleSoft

Pubblicato il 31 Mag 2018

Salesforce-Basecamp-Milano

Oltre 4mila i partecipanti a Salesforce BaseCamp Milano, la tappa italiana dell’evento che la casa californiana dedica alla community dei suoi utenti, battezzati non a caso Trailblazers (gli “apripista”). Obiettivo dichiarato quello di dare voce ai protagonisti della innovazione digitale più dirompente, per capire che nulla è impossibile se si hanno gli strumenti e le tecnologie giuste. Dare voce e, se possibile, ispirare. Molte le suggestioni che arrivano dal palco. Migliorare la Customer eXperience, ridurre il tasso di abbandono, aumentare i lead… Tutte sfide che qualsiasi azienda, dal grande merchant online alla PMI, si trova ad affrontare oggi. E proprio alle PMI (e alle startup) Salesforce si rivolge con Essentials, un pacchetto di rapida configurazione, offerto a prezzo contenuto, che permette di avere un “assaggio” della tecnologia di cloud CRM della società di San Francisco.

Salesforce Integration Cloud porta il CRM più vicino a legacy ed ERP

Dal palco, il Country Leader, Federico Della Casa, conferma la chiusura dell’acquisizione di MuleSoft «che servirà a dare ulteriore slancio alla nostra strategia Integration Cloud – spiega –. Si tratta di un’acquisizione che risponde a una precisa richiesta del mercato, quella di una maggior integrazione della Salesforce Customer Success Platform con il legacy, l’ERP, gli strumenti di HR management. Oggi questo non solo è possibile ma anche rapido, grazie a tool di personalizzazione visuali molto intuitivi».

Un deal che segue a breve distanza quello di CloudCraze, che ha permesso alla casa di San Francisco di estendere le funzionalità di Salesforce Commerce Cloud anche al commercio elettronico B2B.

Alessi potenzia lo storytelling con l’aiuto di Salesforce

Tantissimi gli utenti pronti a testimoniare come la tecnologia della società californiana abbia permesso di creare le condizioni per un’innovazione digitale dirompente, che spesso ha trasformato interi settori. (leggi qui anche le interviste di Digital4 a Dainese e illycaffè) «L’innovazione digitale per noi – spiega il Senior VP di Salesforce Global, Paolo Bergamo – significa saper rispondere alle esigenze dei clienti prima e meglio. Molti dei nostri clienti sono dei leader di mercato, che sfruttano tecnologie come il cloud, l’intelligenza artificiale e l’IoT per trasformare il modo in cui si connettono con i propri clienti». Come ha fatto Alessi. «Grazie a Salesforce Commerce Cloud siamo in grado di ingaggiare e fidelizzare meglio i clienti, sia quelli del punto vendita fisico che quelli dell’online», spiega in una sala gremita Luca Alessi, Head of Omnichannel di Alessi. «Ogni prodotto racchiude in sé tre tipologie di valori. Quelli funzionali, legati all’uso che se ne fa. Quelli di status, che valgono per le marche più iconiche, e quelli poetici ed emozionali, che toccano nel profondo ognuno di noi. Con l’aiuto di Salesforce oggi siamo in grado di trasferire in modo più efficace i valori emozionali, attraverso uno storytelling più incisivo, grazie alle Instagram Stories e ai video interattivi, che mirano ad accendere il desiderio di possedere un prodotto Alessi».

La tecnologia Salesforce che rivoluziona il customer journey: Adidas e T-Mobile

Sul palco si susseguono le storie di una trentina di Trailblazers. Esperienze internazionali come quella di Adidas, che ha alzato l’asticella della Customer eXperience offrendo nuove esperienze dinamiche e interattive a ogni tappa del customer journey. Il sito di eCommerce adidas.com fa registrare tassi di crescita da capogiro: +60% di vendite anno su anno, con +80% negli Stati Uniti (un risultato record per un brand non-USA). Merito (anche) di Salesforce Journey Builder, che permette al brand di interagire con i suoi clienti in modo pertinente e mai invasivo, via mobile, social, chat, nei diversi momenti del percorso d’acquisto. O, ancora, testimonianze come quella di T-Mobile, operatore mobile da 120 milioni di abbonati che utilizza l’artificial intelligence di Salesforce Einstein per elaborare sofisticati indicatori di frizione e abbattere il famigerato churn rate (il tasso di abbandono).

La tecnologia Salesforce che assicura una multicanalità trasparente: Homepal

Alle storie di successo internazionali si affiancano quelle italiane. Come quella di Fabio Marra, co-fondatore di Homepal, che ha spiegato le difficoltà incontrate nel rivoluzionare un mercato piuttosto “ingessato” come quello del real estate. Homepal lo ha fatto creando un percorso misto – digitale, ma con la possibilità di rivolgersi sempre a un operatore – in sostituzione del tradizionale rapporto vis à vis con l’agente. «Bisogna capire bene quando il cliente va lasciato solo, quando può avere un problema e quando, invece, è possibile ingaggiarlo in modo proattivo. Si tratta di una multicanalità che deve essere trasparente per l’utente e Salesforce ci ha permesso di raggiungere questo traguardo».

Come si rivoluziona un business tradizionale: il caso Philip Morris e IQOS

Sempre in tema di innovazione dirompente, spicca l’intervento di Eugenio Sidoli, Presidente e AD di Philip Morris Italia. La multinazionale del tabacco negli ultimi anni ha ripreso, e sviluppato, un progetto rivoluzionario – quello delle sigarette senza fumo – all’apparenza in contrasto con il core business. L’azienda produce nello stabilimento di Crespellano, alle porte di Bologna, IQOS, un vero e proprio “sistema per consumare il tabacco”, che lo scalda anziché bruciarlo. «Un oggetto di design che ha anche il pregio di ridurre la tossicità del fumo del 90/95%», racconta. Facile parlare di un’alternativa alle sigarette tradizionali in un’epoca come questa, dominata dalle sigarette elettroniche. «Il nostro progetto di oggi nasce dai fallimenti – ammette candido –. Già negli anni Novanta prima, e nel 2005 poi, abbiamo provato a introdurre un sistema simile ma il mercato non era pronto e forse non lo era anche la tecnologia». Dieci anni (e quasi 5 miliardi di dollari di investimenti) dopo ci sono riusciti. Era il 2015 e nel frattempo hanno convinto oltre 5 milioni di fumatori “tradizionali” a convertirsi a IQOS.

Un invito a perseverare, perché la vita dei Trailblazers, degli apripista, non è sempre facile.

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