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ISO 14001: sostenibilità ambientale sì, ma non a parole

ISO 14001: Sostenibilità si, ma non a parole

La nuova versione della norma sulla gestione ambientale approvata dalla International Organization for Standardization pone enfasi sull’analisi del ciclo di vita, e sulle conseguenze economiche, ambientali e sociali da fare sui prodotti e i processi. Il punto di Andrea Berni, Manager Practice QHSE di P4I-Partners4Innovation

Pubblicato il 08 Lug 2019

Economia circolare , sostenibilità aziendale , Corporate Social Responsibility (CSR) sono temi ricorrenti: è in questo quadro che si innesta lo standard ISO 14001, che fissa i requisiti di un “sistema di gestione ambientale” di una qualsiasi organizzazione.

«Nel 2018 è finito il periodo di transitorio tra rispetto all’aggiornamento della norma che risale al 2015» racconta Andrea Berni, Manager Practice QHSE, P4I-Partners4Innovation.

In questo lasso di tempo sono state valide le nuove certificazioni e i rinnovi emessi a fronte di entrambe le edizioni della norma ISO 14001 (2004 e 2015): dal 15 settembre 2018 non valgono più le certificazioni rilasciate a norma della ISO 14001:2004. «I cambiamenti non sono significativi rispetto alla precedente edizione. Tuttavia ci sono alcuni aspetti che vale la pena approfondire, che aiutano a verificare il livello di implementazione all’interno delle aziende».

Come sottolinea l’esperto di P4I il primo tema su cui bisogna riflettere, per una corretta implementazione dei sistemi di gestione ambientale, è come le aziende hanno interpretato la gestione del ciclo di vita del prodotto o di un processo. «Quando si progetta un bene. si deve considerare che diventerà un rifiuto che avrà un impatto, perché sarà spedito, consegnato, gestito in un punto vendita. Tutto questo lascia un’impronta ambientale, all’interno del nostro contesto», ribadisce Berni.

Rispetto ai sistemi di gestione ambientale, un altro aspetto da tenere in considerazione è la valutazione dei rischi. «Si tratta di qualcosa di diverso rispetto alla tradizionale analisi dei principali impatti ambientali. In questo caso valutare i rischi vuol dire verificare l’impatto all’interno dell’organizzazione del sistema di gestione ambientale, e quindi capire come gestire il presidio degli aspetti ambientali da un punto di vista strategico – ricorda Berni -. Da questo punto di vista è fondamentale il ruolo della leadership, che deve avere un impronta eco-sostenibile».

Poi un altro punto, già considerato nella 14001 della vecchia edizione, ma nella versione del 2015 focale, importante. L’impatto ambientale non può essere considerato entro il solo perimetro aziendale, ma dev’essere analizzato in un contesto più ampio, tenendo conto di quelli che sono gli impatti che possono generare i fornitori all’interno della mia filiera di produzione, all’interno del sito di mia pertinenza.

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