Mentre le organizzazioni abbracciano con convinzione crescente il cloud e il multicloud, FinOps (Cloud Financial Management) emerge come la metodologia chiave per gestire e dare valore alla spesa in piattaforme cloud, permettendo una corretta pianificazione e budgettizzazione dei progetti di business.
Secondo un report IDC di marzo 2020, più del 90% delle aziende globali userà l’hybrid cloud entro la fine del 2022. La quasi totalità degli IT manager si rivolgerà al multicloud per disporre delle soluzioni migliori di ciascun fornitore. FinOps si propone in questo contesto come l’approccio che permette di indirizzare risorse e potenzialità creando uno stretto legame tra cloud e progetti di business aziendale mettendo a disposizione linee guida per un continuo miglioramento della governance del cloud.
Per le aziende che adottano piattaforme cloud può infatti diventare complicato mantenere la piena visibilità sulla spesa e sulle tecniche per ottimizzarla, individuare le aree dove si possono ottenere risparmi e implementarli, misurare i risultati della governance dei costi, comprendere le implicazioni tecniche e contrattuali di ogni strategia di ottimizzazione, mitigandone così i potenziali rischi. Il multicloud, in particolare, può rivelarsi un ambiente IT complesso; ogni provider ha i suoi sistemi di contabilizzazione dei costi e così le aziende non hanno a disposizione una vista unica e coerente. Non riuscire a rispondere a queste sfide può minare la valorizzazione degli investimenti.
FinOps propone un modello operativo per la gestione del cloud che lavora verso una governance ottimizzata.
Che cosa è FinOps
Il Cloud Financial Management o FinOps è un modello operativo per la gestione del cloud che combina sistemi, best practice e cultura aziendale per migliorare la capacità delle organizzazioni di indirizzare gli investimenti in cloud. Questo modello richiede piena collaborazione tra i team e responsabilizzazione di tutti sull’utilizzo degli strumenti (accountability, ownership); in particolare, si prefigge lo scopo di far dialogare più efficacemente i dipartimenti IT, business e finanza al fine di ottimizzare la gestione dei cloud provider.
Il modello FinOps si basa su un team centralizzato che guida il progetto e permette di sfruttare al massimo la struttura di costi variabili del cloud, consentendo ai team distribuiti di trovare il giusto bilanciamento tra velocità, costi e qualità.
Gli ingredienti chiave sono strategia e governance, responsabilità condivisa, coinvolgimento e comunicazione con le parti interessate, metriche e strumenti corretti ed efficaci, capacità di cogliere le mutevoli opportunità di ottimizzazione e migliorare costantemente.
L’elemento culturale del modello FinOps
La pratica FinOps si costruisce su molteplici elementi. Ci sono l’adozione della tecnologia, la ricerca di modi per lavorare con le nuove tecnologie, l’assunzione di responsabilità per la spesa e la responsabilità delle persone sui costi e sull’utilizzo del cloud. Ma, sebbene la tecnologia possa aiutare a facilitare questi cambiamenti, le persone restano sempre al centro: il cambiamento culturale è l’elemento cruciale di FinOps.
Il cloud richiede una nuova mentalità basata sul senso di accountability sulla spesa in tutta l’organizzazione, una cultura aziendale diffusa del controllo finanziario e operativo del cloud e FinOps va in questa direzione.
Insieme all’adesione culturale FinOps richiede alle aziende di disporre di una strategia cloud e di un quadro di governance che includa persone, processi e strumenti per ottenere il massimo dall’investimento e promuovere il coinvolgimento di tutti i dipartimenti aziendali.
Perché FinOps: ottimizzare per investire
Il cloud, e ancor più il multicloud, possono determinare difficoltà nell’ottimizzazione della spesa perché sono tecnologie che si estendono in diversi dipartimenti all’interno di un’organizzazione, non solo nell’IT, e rendono più complesso per le organizzazioni avere la visibilità necessaria per controllare i costi e trasformare la spesa in valore. Sfruttando il modello operativo FinOps, le organizzazioni possono ottenere la visibilità necessaria per ottimizzare i propri investimenti nel cloud.
Il Flexera 2021 State of Tech Spend Report, pubblicato a gennaio 2021, ha evidenziato che, a fronte di un incremento della spesa cloud spinta dalle esigenze create dalla pandemia, solo il 27% delle organizzazioni si definisce “molto matura” nell’ottimizzazione della spesa sulle licenze software. Il 51% delle aziende intervistate ha detto che i Business services sono la prima sfida per la visibilità della spesa IT. Lo stesso report rivela che più del 30% di tutta la spesa per nuovo software e cloud resterà inutilizzata fino alla fine del 2022. Il precedente report sulla spesa tecnologica di Flexera aveva portato in evidenza come aree di possibile ottimizzazione: le virtual machine o le istanze ferme o con più risorse assegnate rispetto a quelle utilizzate, risorse cloud abbandonate e metodologie di assegnazione delle licenze non ottimali.
A sua volta, lo State of FinOps Report 2021 della FinOps Foundation, basata sulle survey alle organizzazioni che adottano FinOps, svela che le aziende sprecano circa il 35%-45% della loro spesa cloud, principalmente perché non hanno in molti casi modelli efficaci di governance. Il 49% afferma di impiegare poca o nessuna automazione per gestire la spesa cloud. La FinOps Foundation è un programma della Linux Foundation il cui obiettivo è migliorare le prassi delle persone che usano il Cloud Financial Management attraverso best practice, formazione e standardizzazione. La FinOps Foundation include oltre 5300 membri individuali che rappresentano più di 1500 aziende e fornisce corsi e programmi di certificazione.
Perché FinOps: i vantaggi
FinOps crea un nuovo modo di lavorare in un mondo in continua evoluzione. Il cloud è un costo operativo dove ogni servizio utilizzato ha un impatto diretto e immediato sui costi e dove il management deve organizzarsi per averne piena governance. FinOps risponde esattamente a questa esigenza: responsabilizzando ogni dipartimento e utente aziendale, è progettato per fornire la trasparenza, la prevedibilità e la governance necessarie per non essere sopraffatti dai costi operativi, governare la spesa ed evitare problemi di budget.
Altro elemento chiave, FinOps consente il processo decisionale basato sui dati grazie a report puntuali e disponibili. Portando l’accountability finanziaria nel cloud, i team possono prendere decisioni più efficaci. Dà così anche la capacità di soddisfare più velocemente le richieste dei clienti e del mercato.
FinOps stimola una più profonda collaborazione e un dialogo costante tra l’IT e gli altri dipartimenti aziendali, in particolare engineering, Finance, Procurement, business, operation. Inoltre, consente all’IT di trasformarsi in una funzione che eroga servizi incentrata sull’aggiunta di valore al business grazie alle tecnologie cloud.
La pratica FinOps mira a portare le imprese a utilizzare al meglio il budget grazie all’ottimizzazione e all’individuazione di nuove opportunità di risparmio sui costi. Quei risparmi diventano un’opportunità per reinvestire e ottenere un vantaggio competitivo.
Come implementare l’approccio FinOps
La FinOps Foundation ha identificato tre fasi di implementazione del modello FinOps.
La prima è informare e fornire alle organizzazioni e ai team visibilità, allocazione, benchmarking, budget e previsioni. L’allocazione della spesa per il cloud viene svolta in modo accurato basandosi su tag, account o mappature aziendali. La seconda è ottimizzare. In questa fase vengono individuate e misurate le possibili ottimizzazioni della spesa come ad esempio il rightsizing o le orphaned resource o l’utilizzo di logiche di reserved instance. Qui è importante conoscere bene le proposte dei diversi cloud provider, tenendo presente che la capacità on demand utilizzata senza alcuna programmazione è sempre la più costosa. La relazione tra business, che per esempio può prevedere con parecchio anticipo momenti di picco, e IT è fondamentale. La terza è operare: FinOps è un viaggio all’insegna del miglioramento continuo e del funzionamento senza interruzioni. Le organizzazioni entrano nell’ottica di valutare continuamente gli obiettivi di business e le metriche che ne verificano il raggiungimento e l’allineamento del business su velocità, qualità e costi.
«Nel mondo del cloud le potenzialità sono infinite e si può creare innovazione ogni giorno ma bisogna essere consapevoli che a differenza del data center on premise, nella nuvola ogni singola risorsa accesa rappresenta una linea sulla fattura finale», evidenzia Mirco Bottero, Service Manager di SoftwareONE. SoftwareONE, che è Premier Partner della FinOps Foundation nonché FinOps Certified Service Provider, sulla base dell’approccio proposto dalla FinOps Foundation ha organizzato i propri servizi per poter accompagnare il cliente nel suo percorso di adozione della practice.
Mirco Bottero
Service Manager di SoftwareONE
«Partiamo con l’analisi degli aspetti organizzativi tramite un cloud maturity assessment, guidato dai consulenti SoftwareONE, che coinvolge diversi stakeholder aziendali, per individuare strategie di miglioramento in linea con gli obiettivi di business del cliente e procedere con l’implementazione di strumenti, processi e metodologie adeguati e l’individuazione dei metadati per ottenere una reportistica specifica. L’obiettivo è la definizione dei KPI e la successiva creazione di report ad hoc che consentano di comprendere con esattezza l’utilizzo delle risorse per dipartimento, progetto, linea di business, business unit e così via, e la spesa associata a ciascuno. Il nostro tool permette anche di gestire i processi di showback e chargeback tipici di un processo FinOps», spiega Bottero. «Si passa quindi alla fase di cost optimization che fornisce indicazioni sui possibili interventi e fornisce un controllo costante mediante la visualizzazione dei dati su una piattaforma intuitiva. Ultimo step è monitorare nel tempo: FinOps non restituisce una fotografia ma una roadmap di miglioramento continuo per aiutare le imprese a diventare cloud-mature con la flessibilità di modificare le proprie pratiche se mutano le esigenze».
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