Intervista

AWTech, l’eccellenza del software made in Italy che conquista le aziende: «veloci e vicini ai clienti»

Fondata nel 2008, la società gestita da Fabrizio Ghelarducci, manager con una lunga esperienza nel settore, unisce un’elevata competenza nella progettazione e sviluppo di prodotti software a un attento ascolto delle esigenze delle aziende italiane, in particolare nell’ambito dei delicati processi di governance, riuscendo così a colmare un vuoto nel mercato. L’offerta include gestione e condivisione dei documenti semplice e sicura, firma digitale, gestione delle flotte e del personale sul campo

Pubblicato il 01 Feb 2021

Manuela Gianni

Direttrice, Digital4Executive

Ghelarducci AWTech: concept di sviluppo software

Il mercato del software aziendale, come noto, è per lo più appannaggio di poche grandi multinazionali, ma questo non significa che non esistano spazi per aziende innovative italiane. Ci sono vuoti che le big tech non riescono a coprire nonostante gli enormi investimenti, esigenze locali che dalla Silicon Valley o da altri posti lontani forse non vengono nemmeno intercettate. Ed è proprio con l’idea di colmare uno di questi vuoti (un Oceano blu, per citare il noto modello strategico) che Fabrizio Ghelarducci decide di entrare da imprenditore nel mondo delle business application con un prodotto sviluppato in casa, in Toscana. Ghelarducci vanta una lunga esperienza manageriale e un’ampia competenza tecnica maturate nella sua carriera nel mondo ICT, e la convinzione che la vicinanza fisica ai clienti, l’ascolto e la comprensione dei reali bisogni delle persone siano punti di forza vincenti. Per tre anni Ghelarducci e il suo team lavorano allo sviluppo del primo software, una soluzione di gestione documentale, e subito arriva il primo importante cliente, Gruppo Generali. Al gruppo assicurativo fanno seguito altre importanti realtà italiane, come Autostrade, Sara Assicurazioni, OpenjobMetis, Aeroporti di Verona e al primo prodotto se ne affiancano altri, come la soluzione dedicata al tracciamento delle flotte aziendali, oltre a un’attività di consulenza, per affiancare le aziende nel difficile percorso di digital transformation.

«Siamo un gruppo di poche persone, ma con grande bagaglio di esperienza nell’ICT e la conoscenza delle più diffuse tecnologie di programmazione e degli ambienti operativi, che ci consente di affrontare qualsiasi sfida della digital transformation – racconta Ghelarducci -. Ormai la maggior parte dei prodotti software sono pensati con le logiche delle multinazionali, che puntano a coprire il 100% delle esigenze. Ma poi queste applicazioni vengono usate al 20%. Spesso sono sviluppati con un approccio tecnico, ma gli utenti non parlano il linguaggio dei tecnici e non ne comprendono la logica».

Perché porti davvero vantaggio, è il software che si deve piegare all’organizzazione, non viceversa, spiega l’imprenditore. «Vogliamo rendere semplici cose complesse, applicando nuove logiche di sviluppo, con i vantaggi di un’azienda locale: velocità di esecuzione, vicinanza ai clienti, selezione del meglio sul mercato. Dalla gestione di importanti progetti nazionali ed internazionali abbiamo maturato una grande esperienza nella completa gestione del ciclo di vita di un prodotto software».

AWDoc, la gestione documentale ideale per la governance

Questo approccio è stato utilizzato per sviluppare AWDoc, un sistema documentale che permette in modo semplice e sicuro la condivisione di documenti su qualsiasi piattaforma (pc, tablet, smartphone…), che è stato subito apprezzato dalle grandi aziende per la condivisione di file riservati: documenti dei CDA, scambi fra manager e uffici legali, operazioni di cessione aziendale, audit.

Il punto di forza? «Permette di scambiare e gestire in modo semplice documenti cifrati nativamente, offrendo la sicurezza necessaria nei processi di governance per evitare che file riservati vadano a finire nelle mani di chi non ha i permessi. In genere si delega il controllo dei livelli di accesso alle informazioni all’IT, che definisce i permessi di chi può accedere. Abbiamo capito che per i top manager questo è un freno: avere la garanzia che l’accesso alle informazioni è gestito solo dalle segreterie di direzione, piuttosto che da ruoli tecnici e da consulenti IT si è dimostrato un fattore vincente. Si fidano di più delle loro segretarie che degli amministratori di sistema, che possono anche essere consulenti esterni. Per questo, abbiamo reso disponibile la definizione degli accessi a livello applicativo, in modo semplice e controllato, e reso autonomo il management, che si è riappropriato del controllo. In più, l’interfaccia di AWDoc è gradevole e permette di accedere ai file semplicemente da un tablet o da un pc. I consiglieri di amministrazione non sono nativi digitali, ma lo utilizzano senza alcun problema.

La semplicità non toglie però spazio alla sicurezza, che è massima, o military grade, come si dice in gergo.

«Tutti gli accessi sono tracciati, i log permettono di sapere se il documento è stato letto, da chi, da che piattaforma, con quale password eccetera. Garantiamo conformità alle regole di compliance interne ed esterne come quelle sulla data protection del GDPR, risolvendo una serie di problemi che le aziende devono affrontare».

Lo sviluppo del software non si ferma mai, e le soluzioni, che sono in cloud ma possono poggiare anche su un data center privato, sono in continua evoluzione. Una spinta ulteriore all’innovazione è arrivata nel 2015, quando AWTech ha ampliato il laboratorio di sviluppo software spostando l’attività di produzione nella nuova sede collocata nel Polo Tecnologico di Navacchio (Pisa), un parco scientifico che ospita oltre 60 aziende hi-tech, coltiva relazioni nazionali ed internazionali ed ha una forte connessione con le Università di Pisa e della Toscana. Un luogo ideale per scambiare idee, collaborare, condividere competenze, presidiare i trend tecnologici.

«L’evoluzione funzionale è guidata dalle richieste dei clienti. Abbiamo sviluppato un approccio che si è rivelato vincente: quando ci viene chiesta una nuova funzionalità, condividiamo l’investimento con il cliente e mettiamo il nuovo sviluppo a disposizione degli altri. Si crea così un ciclo virtuoso di cui tutti beneficiano, e che semplifica il ciclo di vita del software. Non è più sostenibile intervenire come si faceva un tempo con i gestionali, effettuando manutenzioni ad hoc per ciascun cliente».

Anche le personalizzazioni seguono un approccio simile. «Abbiamo creato un’architettura basata su widget, con plug in che hanno un costo contenuto e risolvono le problematiche specifiche senza compromettere l’evoluzione mainstream del prodotto. Questo abbassa i costi di gestione e permette di rimanere competitivi».

Una soluzione documentale anche per le PMI

AWDoc è una soluzione di gestione documentale orizzontale che può essere usata facilmente anche dalle aziende più piccole, che non hanno un IT interno, per proteggere documenti aziendali delicati e semplificarne lo scambio e la ricerca. «Molte realtà utilizzano strumenti gratuiti, ma andare in questa direzione significa mettere a rischio informazioni riservate, come politiche industriali, o formule di prodotti chimici. A volte vengono scambiati in allegato alle mail, ma sono comportamenti rischiosi», spiega Ghelarducci.

AWMail è il modulo che cataloga automaticamente messaggi ed allegati di tutte le caselle di posta elettronica e incorpora anche meccanismi di automazione. È utilizzato ad esempio da un’assicurazione per far firmare ai responsabili i contratti che arrivano dall’esterno tramite e-mail. In automatico, il sistema scorpora gli allegati, individua il destinatario e inserisce i documenti nel libro firma, anche con più firmatari. Per l’utente, tutto si fa con pochi clic.

L’offerta include anche altri prodotti. AWTrack è dedicato alla gestione delle flotte aziendali e, oltre al tracciamento, rappresenta un potente strumento di pianificazione e controllo. AWJobs, invece, sfrutta i tag IOT di ultima generazione per pianificare, gestire e monitorare l’attività di squadre che operano sul territorio.

Ai prodotti si accompagna sempre un approccio consulenziale, che punta a risultati concreti. «Digital transformation non significa acquisire tecnologie, ma maturazione di processi organizzativi con tecnologie abilitanti. Alle aziende serve una guida, serve vicinanza, una consulenza tagliata sulla singola realtà. Il nostro ruolo è quello di creare soluzioni operative e far davvero utilizzare le soluzioni al meglio, attraverso il supporto tecnico e la formazione», conclude Ghelarducci.

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