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Nextmind, soluzioni digitali sartoriali “cucite” sugli utenti che fanno la differenza

La software house toscana punta sulla qualità del software e creatività per supportare le grandi aziende nei loro percorsi di digitalizzazione dei processi. Nel mirino le attività non core, dall’eCommerce alle e-mail, dai portali enterprise alle web e mobile app per impieghi specifici. Attività secondarie, certo, ma non meno rilevanti in termini di efficienza e risparmi

Pubblicato il 08 Nov 2021

Una storia particolare quella di Nextmind. Una storia che potrebbe essere quella di una sartoria italiana. Solo che l’ossessione per la qualità e la volontà di creare soluzioni d’eccellenza “su misura” non riguardano un prodotto ma soluzioni e servizi digitali. Tre soci e una ventina di persone in organico, la software house toscana ha al suo attivo quasi 600 progetti che vedono coinvolte medie e grandi aziende, in prevalenza nei settori finance, automotive e farmaceutico. «Noi siamo quelli che lavorano dietro le quinte per digitalizzare i processi non core – spiega Fabrizio Lenzini, Co-founder di Nextmind –. Il nostro è un approccio multidisciplinare fatto di creatività ed eccellenza tecnologica. Realizziamo esperienze digitali letteralmente plasmate sull’utente, ottimizzando la Customer Experience e la User eXperience in diversi ambiti, dall’eCommerce alla configurazione delle e-mail, dai portali enterprise alle web e mobile app».

Il valore di una User eXperience fluida

L’avventura imprenditoriale di Nextmind nasce nel 2010 a seguito di un’esperienza consulenziale con Google. «I nostri clienti sono principalmente realtà enterprise che utilizzano le tecnologie Google per sviluppare portali Intranet e app per gestire fondi, prenotazioni online e molte altre attività. Noi lavoriamo per conto di system integrator allo sviluppo di soluzioni che sfruttano l’infrastruttura resiliente e flessibile del cloud Google per includere, attraverso i nostri connettori, funzionalità di riconoscimento e profilazione utente che migliorano sensibilmente la User eXperience». Un altro ambito di specializzazione è quello legato agli ambienti di sviluppo open source come Flutter e Liferay. «Il primo permette di creare app mobile e web app innovative. Il secondo invece consente di creare portali enterprise stabili anche in presenza di accessi massivi; quindi, con diverse migliaia o decine di migliaia di utenti da gestire contemporaneamente, come accade per molti siti di eCommerce».

Come cambiano i processi d’acquisto online

La pandemia ha contribuito alla definitiva consacrazione dell’eCommerce come abitudine d’acquisto quotidiana, alla stregua del tradizionale shopping in store. Fondamentale, per i brand, investire nella UX per creare esperienze d’acquisto fluide. «Il Covid ha fatto evolvere non solo il mercato ma anche il concetto stesso dell’eCommerce – sottolinea Nicoletta Cocchini, CEO di Nextmind –. In passato erano molto diffuse piattaforme piuttosto semplici, che permettevano di inserire i prodotti da vendere nel carrello. Oggi, però, le cose sono cambiate. Amazon ha rivoluzionato completamente l’esperienza d’acquisto online e la tendenza prevalente è ormai quella che unisce il mondo dell’eCommerce all’ambiente Google, per creare un rapporto sempre più intimo con il consumatore».

Le aziende che vendono online oggi sono in qualche modo forzate, quindi, a creare percorsi ed esperienze ottimizzate per ciascun utente finale. La ricerca è il punto di partenza, il carrello invece la conclusione di un percorso che diventa sempre più complesso nella proposizione dell’offerta ma anche sempre più intuitivo nella fruizione. «Sempre più spesso – tiene a precisare Cocchini – la componente della vendita è integrata all’interno di un’esperienza di eCommerce multipiattaforma che include anche lo storytelling, la dimensione della community e social, tutto all’interno di un unico servizio. Tutta questa complessità va resa trasparente, anche perché la platea dei consumatori che acquistano online si allarga progressivamente anche al pubblico meno giovane e avvezzo all’uso delle tecnologie digitali».

Perché digitalizzare (anche) i processi non core

Tecnologie digitali che mai come oggi, sotto la spinta del PNRR, sono sotto la lente d’ingrandimento. Quando si pensa ai benefici della digitalizzazione in azienda, la mente va subito ai processi core, quelli centrali per il business. La verità, però, è che esistono molti altri processi e flussi che se opportunamente dematerializzati e convertiti al digitale sono in grado di garantire benefici consistenti all’organizzazione, sia sotto il profilo della continuità operativa che sotto quello dei risparmi. «Il nostro maggior valore – puntualizza Lenzini – risiede nella capacità di digitalizzare in modo pervasivo tutti i processi dell’azienda. Nel periodo del lockdown, per esempio, abbiamo implementato un portale innovativo all’interno di un grosso gruppo bancario italiano, per garantire il diritto al voto a una platea di circa 2mila azionisti che, per ragioni di pandemia, non potevano riunirsi. Abbiamo progettato un sistema di votazione digitale con riscontro e archiviazione automatica dei voti basato su tecnologia Google. Il sistema ha permesso di realizzare risparmi consistenti rispetto al tradizionale evento fisico, in presenza, e continua a essere utilizzato anche oggi come modalità prevalente». Un’altra applicazione interessante è quella realizzata per una grande casa automobilistica italiana, che ha permesso di velocizzare le procedure di ripristino delle linee di produzione dopo un fermo. «In precedenza – spiega il manager – quando c’era un problema tecnico in linea di produzione, le stesse venivano fermate e gli operai si scambiavano dei fogli di carta per fare il punto e comprendere le probabili cause del blocco. Con il nostro aiuto, invece, è stato realizzato un sistema basato su dashboard che vengono visualizzate su schermi da 70 pollici ad alta visibilità. In caso di blocco, oggi gli operai alzano la testa e guardando gli schermi si rendono conto in tempo reale di qual è il problema e sono quindi in grado di ripristinare più rapidamente la normale operatività».

Risparmiare tempo prezioso nella configurazione delle e-mail

Si rivolge invece agli IT manager il portale Mind-Hu, sviluppato in collaborazione con Huware. Il pannello di configurazione Google-like ha un’interfaccia utente molto intuitiva e permette di settare rapidamente gli account e-mail aziendali, impostare regole di inoltro, firma e out-of-office a livello di singoli gruppi di persone o dipartimenti. La soluzione, fruibile in cloud in modalità SaaS, ha un piano di evoluzione che prevede il rilascio di nuove funzionalità con cadenza annuale, sulla base del feedback ricevuto dagli utenti.

Anche la compliance GDPR può essere automatizzata

Tra le attività non core che più di altre hanno impattato sull’operatività day-by-day in azienda, sicuramente la compliance GDPR occupa un posto di primo piano. La quantità di documenti che transita nei sistemi informativi aziendali è aumentata di diversi ordini di grandezza con aggravio di lavoro soprattutto per gli operatori dei settori amministrazione e legal. Pensiamo a una realtà con migliaia di dipendenti e molti fornitori di servizi. Molti capireparto e responsabili degli appalti relativi a sicurezza, pulizia, manutenzione, antincendio sono spesso delegati alla gestione dei dati personali dei propri collaboratori. In alcuni casi si tratta di migliaia di deleghe cartacee firmate che finiscono protocollate in qualche modo, senza dare evidenza di quelle che sono le scadenze o le limitazioni. «Per ovviare a questo problema, in Nextmind abbiamo progettato un sistema di gestione dei workflow interni e delle deleghe completamente digitalizzato. In questo modo è possibile tenere sotto controllo le scadenze, gestire in modo automatico le deleghe relative a un contratto scaduto o a una persona dimissionaria in modo semplice ed efficace».

Creatività e qualità del codice, la soluzione ai problemi delle grandi aziende

Il Design Thinking è il modello progettuale di riferimento in Nextmind, quello che permette di trovare soluzioni concrete e rapide ai problemi evidenziati in precedenza attraverso una visione creativa. «Siamo molto attenti alla qualità del codice software che sviluppiamo – conclude Cocchini – e seguiamo procedure rigidissime in tutte le attività di pre-sales, produzione e test. Lavorando per grossi clienti del settore bancario, infatti, il nostro software è sottoposto di frequente a stress test e verifiche da parte di società specializzate nel controllo della sicurezza delle applicazioni. Tutto questo ci permette di avere un codice di altissima qualità che tutela al massimo i nostri clienti minimizzando l’eventualità di errori e problemi».

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