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Industria automobilistica in evoluzione: 5 best practice da considerare

L’Automotive è al centro di una trasformazione profonda che sposta il focus del business dal prodotto al servizio. Dalle auto autonome ai motori elettrici, la mobilità si apre a un’intelligenza tecnologica che porta automazione e innovazione nelle filiere ma anche maggiore sicurezza sulle strade. I consumatori, intanto, cambiano abitudini e aspettative

Pubblicato il 25 Giu 2019

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Industria automobilistica in evoluzione, sempre più innovativa, performante e orientata a una produzione illuminata dalle tecnologie e dai dati. Internet of Things, Intelligenza Artificiale e Robotica stanno cambiando i criteri di progettazione e di realizzazione dei veicoli, rivoluzionando i modelli di mobilità grazie a un proliferare di servizi basati sulla smartificazione di asset e processi. Le filiere, di conseguenza, si adeguano, aprendosi a nuove partnership, diversificando piattaforme di servizio inedite.

Industria automobilistica: avanti smart!

Gli analisti di PwC, da qui a tre anni raccontano come il 100% delle vetture nuove sarà connesso mentre i primi veicoli con livello di autonomia L4 (quelli senza guidatore) saranno utilizzati per specifiche funzioni già dal 2021. Radar, lidar, GPS e visione artificiale equipaggeranno i veicoli autonomi, abilitando sistemi di controllo avanzati, capaci di interpretare le informazioni rilevate per individuare l’itinerario più appropriato. Il tutto evitando ostacoli e intercettando correttamente la segnaletica in modo da potenziare la sicurezza stradale, colloquiando con assicurazioni, forze dell’ordine e provider di ogni tipo, dal servizio di care sharing a quello di parcheggio.

Le previsioni degli analisti a livello world wide

«I veicoli elettrici rimarranno una minoranza delle immatricolazioni di nuove vetture fino al 2030 – ha spiegato Giorgio Elefante, Automotive Leader di PwC Italia -, quando stimiamo che conteranno per il 50% dei volumi cinesi, per il 44% di quelli europei e il 20% di quelli statunitensi. La domanda da parte dei clienti è un formidabile fattore di cambiamento: i millennial sono una parte rilevante della popolazione mondiale e le loro attese nei confronti dell’esperienza di mobilità optano per servizi personalizzati, integrati, multimodali e a richiesta (on demand). Secondo le nostre analisi, il 47% dei consumatori europei e il 79% dei consumatori cinesi rinuncerebbero alla propria auto non appena un servizio di robotaxi sufficientemente conveniente fosse disponibile sul mercato».

Secondo PwC, le stime per il mercato dei veicoli condivisi a richiesta (Mobility as a Service, MaaS) prevedono che dagli 87 miliardi di dollari del 2017 si arriverà a un giro di affari pari a 1.400 miliardi di dollari nel 2030, a livello complessivo in US, EU e Cina. Nella sola Europa, MaaS crescerà dai 25 miliardi di dollari registrati nel 2017 a oltre 450 miliardi di dollari nel 2030, ma sarà certamente superato dal mercato cinese nel 2030.

Quali sono le nuove sfide per il comparto Automotive

L’Automotive, dunque, deve rivedere profondamente le sue logiche del business. I costruttori devono continuare a essere efficienti disegnatori e produttori di veicoli, prendendo in considerazione nuovi criteri di scelta rispetto alla tipologia di materiali utilizzati ma anche dell’impatto in termini energetici.

Al contempo, le imprese devono diventare più agili, aprendosi alla fornitura di una molteplicità di nuovi servizi. Al di là dei canali distributivi tradizionali, infatti, oggi l’industria automobilistica deve imparare a gestire il moltiplicarsi di canali fisici e digitali di interazione e ingaggio con i clienti. La mobilità 4.0 porta il comparto a dover ragionare un differente bilanciamento della propria presenza: da regioni a basso costo in cui è localizzata la produzione, occorre spostare il focus alle aree metropolitane ad alto costo per identificare aree di servizio a più alto livello di interazione. Cicli di innovazione più veloci richiedono all’industria automobilistica un cambiamento radicale delle funzioni IT: i servizi che corredano le vetture connesse richiedono competenze profondamente diverse e variegate nel campo IoT che non necessariamente devono essere possedute internamente. Aprirsi all’Open Innovation, alle Fintech e al mondo delle start up per incamerare nuove conoscenze e nuove skill aiuterà il comparto a essere sempre più disruptive. L’obiettivo? Anticipare i bisogni dei consumatori e non perdere il presidio sui mercati.

Anticipare i cambiamenti dell’industria automobilistica attraverso l’innovazione 4.0

Abbandonare il fordismo per abbracciare la personalizzazione di massa è stato il primo passo dell’evoluzione dell’industria automobilistica. Oggi l’innovazione ha nella programmazione dei servizi la sua componente primaria. La ricerca e lo sviluppo, infatti, devono ragionare su un’evoluzione tecnologica 4.0, incentrata su machine learning e deep learning, cobot e sensori di ogni tipo, piattaforme di Intelligent Transport System (ITS) integrate con gli operatori di una filiera sempre più allargata che include il mondo assicurativo, la PA con tutti i servizi associati alle ZTL e ai parcheggi così come quello legati a una mobilità condivisa e collaborativa o a un Horeca sempre più attento a proporre un’offerta geolocalizzata a valore aggiunto.

«In tutto questo, oggi solo 5 delle 20 compagnie che si dedicano di più a ricerca e sviluppo a livello mondiale sono produttori di auto – spiega Elefante -. Tranne Tesla, nessuna rientra nelle top 10 dell’innovazione. Solo le compagnie che hanno investito il 25% del loro budget in applicazioni software ha registrato margini di crescita più significativi. Il rischio oggi è che la quota globale dei profitti dei player tradizionali dell’industria automobilistica cali dall’attuale 85% a meno del 50%». 

I 5 punti di attenzione per vincere le sfide della mobilità

Il consiglio degli esperti agli operatori è di rivedere le logiche di produzione per evitare la guerra alle materie prime, moltiplicare gli investimenti su motori a energia pulita e abbracciare una nuova cultura manageriale orientata ai servizi.

Tra economia e strategia, 5 i punti di attenzione da prendere in considerazione:

1. Volatilità dei mercati

Nel 2018 l’aumento dei costi di acciaio e alluminio ha scatenato la guerra delle materie prime tra i costruttori. L’industria automobilistica è una filiera composita e allargata su una scala globale. A questo si aggiungono le decisioni dei governi di riorientare la produzione per abbracciare la Green Economy, sposando progressivamente motori a energia pulita. I produttori hanno bisogno di bilanciare gli investimenti in Ricerca e Sviluppo imparando ad avere margini più ristretti e minori profitti, considerando come i prezzi più elevati dei veicoli riducono il numero di vendite e spingono i clienti a trovare soluzioni di trasporto diverse.

2. L’evoluzione dell’industria automobilistica deve seguire le nuove abitudini dei consumatori

Nei comportamenti di acquisto i clienti sono cambiati moltissimo. Internet, social media e piattaforme di collaborazione e di scambio hanno spostato l’attenzione dalla qualità del prodotto alla qualità del servizio. Per molti la macchina non è più uno status symbol, per altri è un onere di adempimenti: dal parcheggio alle attività di manutenzione, dall’assicurazione alle tasse di circolazione. La gente si sta abituando a nuove forme di mobilità incentrata su servizi di noleggio o di leasing sempre più evoluti. E l’Automotive non può farsi tagliare fuori da questo orizzonte evolutivo.

3. Impatto delle nuove tecnologie che portano a un’intelligenza aumentata

I costruttori più lungimiranti stanno spostando la loro ricerca e il loro sviluppo sulla produzione dei veicoli elettrici aprendo, parallelamente, un canale consacrato alla progettazione di veicoli autonomi. A fare la differenza nel business sono i sensori e le piattaforme di servizio associate. Le auto, connesse e comunicanti, entrano nella Internet of Things, integrando sistemi di navigazione, di manutenzione e controllo predittivi ma anche diversi canali di supporto all’infotaiment. La quantità di dati generati dai veicoli intelligenti deve essere utilizzata dall’industria automobilistica per inaugurare nuove occasioni di offerta e di servizio a valore aggiunto.

4. Forza lavoro dinamica, rappresentata da uomini e robot

L’automazione e la robotica permettono alla forza lavoro di evolvere: la sfida per l’evoluzione dell’industria automobilistica sarà anche quella di investire nella formazione, promuovendo quei digital skill che contribuiscono a innescare il circolo virtuoso dello sviluppo e del business. Big data, AI, Advanced analytics, robotica collaborativa e cognitive computing richiedono nuove competenze ma anche nuovi livelli di programmazione, capaci di interfacciarsi con nuovi interlocutori come, ad esempio, Google ed Apple. Il tutto considerando come le nuove generazioni, pur essendo più informatizzate, multicanali e flessibili, sono anche più smart nel concepire i tempi e i modi del lavoro. Trattenere i talenti sarà un’ulteriore sfida che imporrà di usare al meglio e-learning, piattaforme di social collaboration e strumenti diversificati di project management.

5. Integrazione, collaborazione e immaginazione

L’ecosistema dell’industria automobilistica dovrà imparare a giocare d’anticipo, imparando a conoscere e gestire tutte quelle nuove tecnologie esponenziali che stanno portando le aziende a compiere un salto quantico nel modo di progettare, produrre, distribuire e ingaggiare. Il cambio di passo dei consumatori, sempre più aperti a una mobilità alternativa, porterà meno veicoli sulle strade ma anche a una situazione intermedia che vedrà coesistere i veicoli più vecchi con quelli più nuovi. Considerare anche questa come un’opportunità di business sarà un’ulteriore sfida per tutti i player dell’Automotive.

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