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PA smart: attori, processi e strumenti per un lavoro pubblico realmente “agile”

Partendo dalle indicazioni previste dalle linee guida per il Piano Organizzativo del Lavoro Agile (POLA) fino alle iniziative del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), quali sono le dimensioni su cui agire per abilitare il lavoro agile nella PA? Se ne parla il 23 giugno in occasione di ForumPA 2021

Pubblicato il 17 Mag 2021

Smart Working PA

Una PA smart, capace di offrire a cittadini e imprese i servizi di cui hanno bisogno e di supportare l’attuazione del PNRR, deve contare su un lavoro altrettanto smart. Va subito chiarito che il lavoro pubblico agile non è sinonimo di lavoro da casa, some spesso si intende, ma piuttosto di lavoro intelligente e flessibile, capace di migliorare la performance della PA e al tempo stesso rispondere alle esigenze di una società sempre più digitale. Questa confusione è alla base delle diverse interpretazioni sulla decadenza della norma che prevedeva il lavoro agile per almeno il 50% dei dipendenti pubblici. C’è infatti chi la considera un ritorno alla normalità, precedente al Covid-19, e chi la interpreta come il riconoscimento di maggior autonomia per i diversi uffici e dipartimenti, che possono attuarla con flessibilità.
Tuttavia lo shock culturale generato dalla pandemia che ha portato alla scoperta del valore del digitale, aumentandone la consapevolezza a tutti i livelli, non potrà né dovrà essere cancellato. Non si può ignorare che, grazie al lavoro a distanza, le PA sono riuscite a garantire i servizi essenziali ai cittadini e alle imprese, anche nelle fasi più critiche del lockdown, né che futuri shock, auspicabilmente non così drammatici come il Covid19, sono prevedibili anche per il futuro e richiedono capacità di reazione flessibile. In questa prospettiva va superata la logica emergenziale fin qui adottata e vanno ridefiniti i processi, gli strumenti e, soprattutto, un nuovo coinvolgimento delle persone.

Vincoli e incentivi per lavoro agile previsti da POLA e del PNRR

Il Piano Organizzativo del Lavoro Agile (Pola), regolato con il decreto Rilancio, mantiene l’obbligo per le PA di indicare, entro il 31 gennaio di ciascun anno, quali attività possono essere svolte in modalità agile, pur riducendo al 15% la quota delle attività che possono essere svolte in modalità agile. È dunque questo il perimetro all’interno del quale le amministrazioni possono ripensare il modello di lavoro, gli orari e i livelli di responsabilizzazione, andando a ridefinire gli spazi di lavoro, con l’introduzione del digital workplace, che dovrebbe fornire al lavoratore pubblico caratteristiche simili sia che operi in sede sia da casa o da un altro luogo.

Sul versante PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) la razionalizzazione e la digitalizzazione della pubblica amministrazione e lo sviluppo dei servizi pubblici digitali sono considerati fra i pilastri dell’attuazione, che sembra puntare soprattutto su aspetti infrastrutturali, uno per tutti il principio “cloud first”. L’obiettivo del PNRR è la sburocratizzazione per ridurre i costi e i tempi, da realizzarsi incentivando la semplificazione e la digitalizzazione delle procedure amministrative. Uno dei principi indicati è l’interoperabilità tra enti pubblici e le loro basi informative per snellire le procedure pubbliche grazie all’attuazione del “once only”, ossia la possibilità per cittadini e imprese di fornire una sola volta le loro informazioni ad autorità ed amministrazioni. Nel PNRR le misure dedicate al lavoro agile nella Pubblica amministrazione vengono viste soprattutto per favorire il bilanciamento tra vita professionale e vita privata, mentre l’attenzione alle persone per l’innovazione della PA si concentra soprattutto sul miglioramento dei processi di selezione, di formazione e promozione dei dipendenti pubblici. Sono previsti 1,67 miliardi fra fondi PNRR e strutturali su tre direttrici: reclutamento, buona amministrazione (in termini di semplificazione e digitalizzazione), competenze (profili, carriere e formazione).

Aspetti organizzativi e tecnologici per una PA smart

Potrebbero dunque esserci le condizioni per recuperare i limiti che nell’ultimo anno si sono maggiormente evidenziati: le scarse competenze digitali e la bassa propensione all’innovazione delle organizzazioni nel loro complesso, dove ancora prevale, un atteggiamento burocratico più attento al rispetto formale dei processi che al raggiungimento dei risultati. Molto hanno pesato anche l’inadeguatezza tecnologica, la limitata digitalizzazione dei processi e della dematerializzazione, nonostante la buona volontà dei singoli.
Oggi emerge la consapevolezza che il lavoro remoto emergenziale, finora adottato, non è il vero smart working che non coincide con il lavoro remoto, ma va visto piuttosto in una logica ibrida. Il lavoro in sede non verrà certo eliminato, essendo indispensabile per promuovere il senso di appartenenza, la socializzazione, la collaborazione e superare l’isolamento. Lo Smart Working va visto anche in termini di collaborazione digitale, indipendentemente dal luogo dove l’attività viene svolta, con notevoli vantaggi in termini di circolazione delle informazioni, aumento della flessibilità, possibilità di creazione di team multidisciplinari e geograficamente distribuiti, una maggior produttività, grazie alla capacità di reperire rapidamente informazioni e dati, aggiornarli e condividerli in tempo reale.
Le condizioni affinché la collaborazione digitale aiuti a trasformare il modo in cui le persone lavorano e interagiscono sono un’infrastruttura robusta e una tecnologia che semplifichi la complessità grazie a una piattaforma digitale, facile da usare e da gestire.
Le tecnologie e le competenze tecniche non sono però sufficienti per realizzare una PA smart: serve l’accompagnamento verso un nuovo modello di leadership, nuovi processi, un nuovo approccio culturale, che preveda una maggior attenzione alle persone e una loro responsabilizzazione a tutti i livelli.

Saranno questi i temi centrali dell’evento organizzato in seno alla cornice di ForumPa 2021, “PA smart: attori, processi e strumenti per un lavoro pubblico realmente ‘agile'”, previsto per il 23 giugno (ore 16.30 -18). Moderato da Giovanna Stagno, Responsabile Advisory e Formazione di FPA, l’incontro vedrà la partecipazione di Sauro Angeletti, Direttore Generale Ufficio per l’innovazione amministrativa, lo sviluppo delle competenze e la comunicazione del Dipartimento della Funzione Pubblica, Marta Barbieri, Associate Professor of Practice del Dipartimento di scienze sociali e politiche di Sda Bocconi, Michele Camisasca, Direttore Generale di ISTAT, Michele Dalmazzoni, Collaboration Sales Organization Leader South EMEAR di Cisco, Francesco Raphael Frieri, Direttore Generale, Risorse Europa Innovazione Istituzioni di Regione Emilia-Romagna, Alessandra Gangai, Direttrice Tavolo di lavoro Smart Working nella PA del Politecnico di Milano, Luca Maria Scanu, Consigliere Delegato di Data Management – Gruppo Zucchetti.

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