Lo Smart Working è parte del DNA di Digital360, un’opzione che da sempre le persone potevano scegliere. Ma come hanno reagito a oltre un mese di Smart Working forzato, dopo l’improvviso lock down imposto dall’emergenza sanitaria? Per capirlo, l’azienda ha realizzato una survey a cui hanno risposto 250 persone (il 91% del totale), che ha mostrato risultati al di là delle migliori aspettative: non solo le attività del Gruppo sono proseguite a pieno regime, ma l’88 % dei rispondenti ha dichiarato che la propria efficacia lavorativa è migliorata o rimasta invariata. I dati sono stati presentati dall’Amministratore Delegato di Digital360 Andrea Rangone, a cui abbiamo chiesto un commento.
Who's Who
Andrea Rangone
Presidente di Digital360
Qual è stata la reazione delle persone di Digital360 allo Smart Working forzato?
A più di un mese di distanza possiamo dire che la reazione di tutti è stata estremamente positiva. Siamo una società giovane, con un’età media bassa, e tutti sono abituati allo Smart Working, che utilizziamo diffusamente sin da quando siamo nati. Eravamo quindi abbastanza pronti, ma trovarsi a operare tutti improvvisamente da casa è stata anche per noi una discontinuità organizzativa molto importante, che abbiamo sin dall’inizio gestito con attenzione. Sono molto soddisfatto di come tutti hanno affrontato il cambiamento e alcuni risultati emersi della survey sono davvero eclatanti: l’89% ha dichiarato di riuscire a svolgere tutte le sue attività da remoto, e l’88 % ha dichiarato che la propria efficacia lavorativa è migliorata o rimasta invariata. Di questi l’8% dichiara di aver percepito un deciso miglioramento.
Abbiamo avuto la conferma che la cultura aziendale del lavoro smart è consolidata: la gran parte si è dichiarata in grado di utilizzare a pieno gli strumenti di collaboration, di poter accedere alla documentazione necessaria, di essere sufficientemente autonomo nello svolgimento dei propri compiti e responsabilizzato sui risultati da raggiungere, percependo fiducia da parte dei responsabili.
Avete quindi constato che riunioni a distanza sono efficaci come quelle fisiche?
I meeting virtuali funzionano anche meglio di quelli di persona: più puntualità, rispetto dei tempi e pragmaticità, possibilità di collaborazione sui documenti. Si sta diffondendo una maggiore consapevolezza sulle opportunità di questi strumenti, che già utilizzavano, ma non in modo così intenso. Mediamente, in queste settimane le persone di Digital360 hanno svolto ogni giorno 4 meeting virtuali con colleghi interni, giudicati di buona o ottima efficacia nel 90% dei casi, e 2 al giorno con interlocutori esterni, soprattutto clienti, valutati positivamente nell’80% dei casi.
Quali aspetti, in particolare, vengono apprezzati di più e quali, invece, vengono vissuti con più difficoltà?
L’assenza di socialità, di relazioni informali fra colleghi, che nascono alla macchinetta del caffè e in pausa pranzo, è naturalmente qualcosa che colpisce tutti noi, in questa triste situazione. È in questi momenti che si consolidano i legami e si generano scambi di opinioni e commenti molto costruttivi. Ma annullando gli spostamenti e riducendo il tempo delle riunioni le persone si sentono più concentrate e preparate nel loro lavoro. Un altro aspetto che è emerso è legato alla conciliazione fra vita privata e lavorativa, oggettivamente complicata in queste particolari settimane, per tutti coloro che si trovano a doversi prendere cura dei figli e della attività domestiche, in assenza di scuole e di aiuti esterni.
Avete avviato iniziative per creare vicinanza e coinvolgere le vostre persone?
Siamo fortemente convinti che la motivazione e l’ascolto delle persone siano fattori critici di successo. Per questo, sin dal primo giorno abbiamo creato momenti di incontro e di aggiornamento con tutti, intensificato la comunicazione interna e aumentato le opportunità di formazione. L’iniziativa più significativa è l’adozione dell’app Beaconforce, una soluzione innovativa che, combinando Intelligenza Artificiale ed Emotiva, stimola in maniera attiva engagement e motivazione, aiutando ciascuno a esprimere tutto il suo potenziale. Alle persone viene chiesto periodicamente di rispondere ad alcune domande, di esprimere il proprio stato d’animo, e questo ci aiuterà a tenere il polso, giorno dopo giorno, di come le singole persone si sentono veramente.
Pensa che l’esperienza di queste settimane di full Smart Working potrà risultare preziosa una volta tornati alla normalità?
Non c’è dubbio, e lo pensano anche le nostre persone. Torneremo a una normalità che sarà diversa, il distanziamento durerà a lungo e questa esperienza ci ha dimostrato che possiamo andare molto oltre rispetto a quanto fatto finora, verso un utilizzo più estensivo e più intelligente del lavoro agile, che porterà più produttività, migliore efficacia, e un nuovo worklife balance, per un lavoro di maggiore qualità nel rispetto delle esigenze dei singoli. In sintesi, più autonomia, fiducia e responsabilizzazione. Sono convinto che, nonostante le indubbie complessità, questa emergenza può rappresentare un’opportunità per molte organizzazioni.