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Fatturazione elettronica B2B, bilancio positivo dall’obbligo: inviati oltre 850 milioni di documenti

Arrivano i primi risultati del nuovo sistema partito in Italia a gennaio 2019: 3,2 milioni di imprese, di cui l’8% non obbligate dalla legge, hanno inviato almeno una fattura al sistema di interscambio. Più della metà ha riscontrato benefici sul processo di ricezione delle fatture. I risultati della ricerca dell’Osservatorio del Politecnico di Milano

Pubblicato il 01 Lug 2019

Fatturazione Elettronica B2B 2019

Sono 854 milioni le fatture elettroniche inviate da 3,2 milioni di partite IVA nei primi cinque mesi del 2019, dopo l’entrata in vigore dell’obbligo di fatturazione elettronica B2B. Ad adottare il nuovo strumento è stato il 64% delle imprese italiane, più dei 2,8 milioni teoricamente soggette all’obbligo. Soltanto 25 milioni di fatture (il 3% del totale) sono state scartate dal SdI (Sistema di Interscambio).

Inoltre, per più della metà delle imprese la fatturazione elettronica ha avuto ricadute positive sul processo di ricezione delle fatture (ciclo passivo) e il 30% ha ottenuto dei miglioramenti anche in fase di invio. Fra le opportunità più interessanti rilevate dalle imprese spiccano la possibilità di accedere a nuovi flussi di dati utili per migliorare i processi aziendali, di digitalizzare altri documenti e di spingere all’adozione di strumenti digitali nelle transazioni fra imprese.

Sono questi alcuni dei risultati della ricerca 2019 dell’Osservatorio Fatturazione Elettronica & eCommerce B2B della School of Management del Politecnico di Milano, presentata in occasione del convegno “Fatturazione Elettronica: una chance per il cambiamento”.

Come ha ricordato Alessandro Perego, Direttore Scientifico degli Osservatori Digital Innovation della School of Management del Politecnico di Milano, «la fatturazione elettronica non è la trasposizione digitale di un documento o di una attività, ma un nuovo modello organizzativo che può costituire un fattore di innesco nella digitalizzazione dei principali processi tra aziende e Pubblica Amministrazione e nel dialogo con i cittadini, e può quindi in ultima istanza aiutare il Paese a recuperare il divario che la separa dai principali paesi europei in termini di maturità digitale. L’Italia almeno su questo è all’avanguardia: primo Paese in Europa ad adottare l’obbligo generalizzato di fatturazione elettronica e leader nella digitalizzazione dei processi in molte filiere. Con specifico riferimento all’obbligo di fatturazione elettronica, molte più imprese di quelle sottoposte all’obbligo hanno deciso di aderire, a testimonianza di un giudizio di utilità che travalica l’obbligo normativo».

«Riduzione dell’evasione, semplificazione amministrativa e fiscale, miglioramento della competitività del Paese, aumento del livello di digitalizzazione delle imprese: sono queste alcune opportunità derivanti dall’introduzione della Fatturazione Elettronica in Italia», ha sottolineato Claudio Rorato, Direttore dell’Osservatorio Fatturazione Elettronica & eCommerce B2b. «Basti pensare che nei primi due mesi del 2019 sono stati bloccati falsi crediti per 688 milioni di euro».

L’impatto della fatturazione elettronica B2B sulle imprese italiane

Nel 2019 la fatturazione elettronica B2B ha interessato in particolare l’operatività delle imprese, in termini sia di ciclo passivo che di quello attivo. Perfezionamento del processo di ricezione delle fatture (indicato da oltre il 50% del campione), incremento della velocità di registrazione delle fatture (indicato dal 33% delle grandi imprese e dal 31% delle PMI), semplificazione della fase di verifica della fattura (21% del campione) e del processo di approvazione del pagamento (20% e 14%) sono i principali benefici indicati dal campione preso in considerazione per il ciclo passivo.

Passando al ciclo attivo, i benefici riguardano la riduzione dei tempi di pagamento (19% e 14%) e la più rapida riconciliazione dei pagamenti (25% e 19%).

«Se è vero che sei mesi sono pochi per avere davvero percezione dei benefici a tutto tondo sugli impatti della fattura elettronica, non si può negare che in chiave prospettica si aprano ampie opportunità per le imprese – ha commentato Rorato -. Dalla possibilità di operare su dati strutturati ed elaborabili del ciclo passivo, migliorando la gestione della tesoreria, il credit management e il controllo di gestione, alla digitalizzazione di processi documentali interni – per esempio il ciclo dell’ordine – aumentando l’efficienza aziendale e la sua competitività; dalla possibilità di ottenere più velocemente finanziamenti sulle fatture da parte di piattaforme dedicate alla supply chain finance al miglioramento dei rating sui fornitori, grazie a una maggiore integrazione dei dati del ciclo passivo con quelli delle fasi pre-negoziali. Ciò che mi preme sottolineare, è che non bisogna fermarsi all’adempimento normativo, ma guardare oltre».

Non ci sono solo luci nella fatturazione elettronica B2B 2019. Rispetto al ciclo passivo, il 21% delle grandi imprese e il 32% delle PMI non ne ha tratto beneficio. Sul lato attivo a non apprezzarne i vantaggi è stato il 43% delle organizzazioni medio-piccole e il 27% delle grandi. Ci sono poi addirittura alcune imprese che hanno riscontrato un appesantimento delle attività gestionali sul ciclo passivo (20% delle grandi aziende e 18% delle PMI), aumento dei tempi di pagamento (15% e 12%) e maggiore lentezza nella riconciliazione dei pagamenti (12% e 9%).

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