Rebranding

AppQuality diventa Unguess e allarga la sua community di tester

La startup nata al Politecnico di Milano è cresciuta. Ora rafforza la mission di supportare le aziende a essere più smart sin dalle prime fasi di validazione dei loro prodotti o servizi, e partendo dal digitale mette piede nel fisico. Luca Manara, Ceo e founder: “Siamo nati come test di qualità per le app, ma in questi anni siamo andati oltre”

Pubblicato il 25 Gen 2022

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Non più solo User Experience e Software Quality, ma anche Market Research, Customer Experience e Cybersecurity. AppQuality allarga il suo campo d’azione consolidando la sua presenza nel mondo dei prodotti e servizi digitali, e per inaugurare questo nuovo corso cambia nome e diventa Unguess. Obiettivo: “portare conoscenza condivisa all’interno dei processi aziendali per prendere le decisioni corrette sin dall’inizio eliminando le supposizioni, il guesswork, da cui il nuovo nome del brand”, afferma Luca Manara, Ceo di Unguess e founder dell’azienda, punto di riferimento per il crowdtesting.

Allargando il campo di azione si allarga anche la community di riferimento che ora diventa una sorta di tribù, dalla quale vengono di volta in volta selezionate le persone in target per offrire alle aziende risposte oggettive in ogni momento necessario e condividere feedback illuminanti in maniera veloce. Gli altri elementi cardine della soluzione saranno la tecnologia, grazie alla piattaforma proprietaria flessibile e facile da usare, e la metodologia, scalabile in tutte le industry e località geografiche.

AppQuality, dai test di qualità sulle app a quelli sui prodotti digitali

Nata nel 2015 all’interno del centro di ricerca “Mobile Lab” del Politecnico di Milano e di Cremona da un’idea di tre ex studenti, Edoardo Vannutelli, Filippo Maria Renga e Luca Manara, oggi Ceo della startup, AppQuality è stata la prima in Italia ad utilizzare la metodologia del crowdtesting posizionandosi inizialmente come uno strumento che testa app e dei siti web sul mercato per certificare la qualità, chiedendo agli utenti stessi di provare i servizi digitali e trovare i principali difetti di funzionamento di sistema (bug) e verificarne l’usabilità. Nel tempo però la startup è stata in grado di accogliere le diverse richieste di un mercato in rapida evoluzione che cercava sempre di più di ottenere una validazione di prodotti e servizi di diversa natura.

Siamo nati come test di qualità per le app, ma in questi anni siamo andati oltre, viste anche le diverse richieste arrivate dai nostri clienti e dagli investitori. Oggi la nostra offerta è molto più vasta: in questi anni abbiamo testato qualsiasi tipologia di prodotti digitali, dalle app ai software, fino ai sistemi di digital payment, smart devices e e-commerce. Ma non solo: abbiamo portato la nostra community a testare anche prodotti fisici e persino negozi, attraverso supporti indossabili come gli smart glasses. A cambiare sarà lo spazio, mentre la community rimane la stessa, solo più allargata” commenta Luca Manara.

Già partner di grandi imprese come Pirelli, Costa Crociere, Gruppo De’Longhi, Bending Spoons, Enel, Lottomatica, Decathlon, Intesa Sanpaolo e molti altri, con un fatturato cresciuto del +100% solo nell’ultimo anno rispetto al 2020, tra gli obiettivi di Unguess nel 2022 c’è quello di puntare al mercato estero per internazionalizzare la metodologia innovativa e consolidata, coinvolgere nuovi utenti e consumatori finali, già attivi da 130 diversi paesi nel mondo tra cui Brasile, Australia, UK, Cina, Hong kong, Russia, USA, Svizzera, Cile e Arabia Saudita, oltre ai paesi dell’Unione Europea, e allargare ulteriormente il bacino di competenze della community grazie ai corsi gratuiti messi a disposizione sulla piattaforma proprietaria.

“Be smart from the start”

“Be smart from the start” è il payoff scelto per Unguess ed in esso è racchiuso tutto il senso della rigenerazione di AppQuality. Offrire una customer experience di altissima qualità è diventato sempre più difficile per le aziende che, soprattutto nella fase di lancio dei loro prodotti o servizi, rischiano di non imboccare la strada giusta deludendo le aspettative dei consumatori. Per ridurre al minimo questo rischio bisogna essere coscienti di ciò che davvero il consumatore si aspetta e questo è possibile solo acquisendo informazioni di rilievo già nel percorso di sviluppo del prodotto o servizio stesso. Essere smart dall’inizio, dunque, significa non lasciare nulla al caso eliminando ipotesi e supposizioni (guesswork in inglese) nei processi decisionali dando la possibilità di intercettare le esigenze dei consumatori e utenti reali grazie alla varietà di profili che compongono la community: in altre parole, la startup Unguess parla a persone reali per ottenere risposte reali.

In un mondo sempre più digitalizzato con processi sempre più veloci, è necessario che le aziende si rendano conto di quanto importante sia portare il prima possibile, all’interno dei loro processi decisionali, quella che noi chiamiamo la conoscenza condivisa dei loro utilizzatori o consumatori o in altre parole, attingere a quante più informazioni possibili per essere in grado di offrire soluzioni, prodotti e servizi creati realmente sui bisogni dei propri consumatori ed ottimizzati dagli utilizzatori stessi. Questo permette sia di accelerare i processi di creazione, sviluppo ed implementazione sia di assicurare che l’offerta commerciale sia il più possibile human-centric”, conclude Antonio Lorenzo, Chief Marketing Officer di Unguess.

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