INTELLIGENZA ARTIFICIALE

Arriva AI Overviews: come cambia la ricerca di Google



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Con l’Intelligenza Artificiale nasce la Search Generative Experience: quando un utente effettua una ricerca il motore raccoglie informazioni pertinenti da tutto il web, considerando contesto e intento, e fornisce riassunti e riepiloghi informativi, elaborati con Gemini AI. Scopriamo come funziona, le prime opinioni e i dubbi al riguardo

Pubblicato il 23 mag 2024



AI Overviews

Google ha lanciato AI Overviews, la soluzione di Intelligenza Artificiale Generativa integrata al suo motore di ricerca, il più diffuso al mondo, progettata per trasformare significativamente l’esperienza di navigazione su Internet. La nuova tecnologia sfrutta, infatti, algoritmi avanzati per fornire riassunti concisi e riepiloghi informativi creati dal suo modello, Gemini AI, in risposta alle domande degli utenti, che non dovranno più necessariamente cliccare sui link visualizzati in serp (la pagina dei risultati di ricerca) per trovare le informazioni che stanno cercando. Già oggi in parte è così, ma il concetto si ampia. La ricerca fornisce infatti una panoramica ampia e derivata da più fonti dell’argomento googlato, come il nome stesso suggerisce.

Ad annunciarlo è stato lo stesso Sundar Pichai, Amministratore Delegato di Google, durante la conferenza annuale degli sviluppatori I/O a Mountain View, in California, solo qualche giorno dopo del lancio, da parte di OpenAI, del nuovo modello GPT-4o. Si tratta di un rilascio che al momento è disponibile esclusivamente agli utenti statunitensi. Secondo alcuni pronostici, entro la fine dell’anno più di un miliardo di persone in tutto il mondo avrà accesso alla tecnologia.

La mossa fa fede alla promessa, che Pichai fece qualche anno fa, di trasformare Google in una “AI first” company. Come si legge in un articolo del Sole24ore, il CEO ha dichiarato che “Il nostro modello è stato costruito da zero per essere nativamente multimodale attraverso testo, immagini, video e codice. Lo considero un grande passo avanti”.

Search in the Gemini era | Google I/O 2024

Come funziona nello specifico AI Overviews

Quando un utente effettua una ricerca, il prodotto, definito anche “Search Generative Experience” o SGE, analizza la query, considerando contesto e intento, raccoglie informazioni pertinenti da tutto il web (che altro non sono che i contenuti scritti dagli editori) e il risultato è la generazione di frammenti di testo brevi ma esaustivi che rispondono compiutamente alla domanda posta. I lettori, infatti, ottengono contemporaneamente sia una panoramica rapida dell’argomento, sia i link alle fonti da cui AI Overviews ha estratto il contenuto per eventuali ulteriori approfondimenti.

È possibile “spegnere” AI Overviews?

Viene a questo punto spontaneo chiedersi: un utente può disattivare in autonomia AI Overviews? La risposta è no (almeno al momento). Google non offre tra le sue impostazioni un’opzione per disattivare le panoramiche generate dall’AI, tuttavia, esistono alcuni metodi per evitare di visualizzare questi contenuti e accedere alla classica pagine dei risultati di ricerca. Come accade per la sezione “immagini”, “video” o “notizie”ecc, è stata introdotta una tab “web” che consente di ottenere un semplice elenco di pagine web, come ancora oggi le visualizziamo in Italia, del resto.

È arrivata l’ora per gli editori di ripensare le loro strategie?

La nuova esperienza di ricerca per gli utenti non lascia indifferenti gli editori e il motivo è molto semplice: apparentemente, meno clic ai link di articoli e contenuti presenti sulla serp di Google, e quindi meno traffico organico.

Se, infatti, attraverso AI Overviews, Google sarà in grado di offrire automaticamente le risposte nelle proprie pagine dei risultati, in modo molto più argomentato e completo di quanto faccia ora, solo una piccola parte di lettori sarà incentivata a cliccare sui link che rimandano ai siti. Non dimentichiamo, del resto, che il tempo medio di lettura di un utente si aggira intorno ai 60 secondi circa. E non sono tardati arrivare i commenti di Washington Post, Wall Street Journal, CNN, e Guardian, tra gli altri.

Perplessità che, per certi versi, trovano conferma nelle stime di Gartner, che prevede che il traffico verso il web dai motori di ricerca diminuirà del 25% entro il 2026. Come confermano gli analisti della società, “la ricerca organica e a pagamento sono canali vitali per i marketer tecnologici che cercano di raggiungere gli obiettivi di Brand Awareness e di Demand Generation. Le soluzioni di GenAI stanno diventando motori di risposta alternativi e ciò costringerà le aziende a ripensare la loro strategia di business”.

Google replica così

Una risposta a questi primi dubbi arriva da Liz Reid, Vicepresidente della ricerca di Google, che ha chiarito che “In realtà, le persone vogliono cliccare sui contenuti del Web, anche quando è presente un’AI Overview. Iniziano con quella e poi scelgono di approfondire, soprattutto quando si tratta di domande più complesse. E vediamo che i link inclusi in AI Overviews ottengono più clic di quelli che avrebbero attratto se la pagina fosse apparsa come un elenco web tradizionale per quella query. Man mano che espandiamo questa esperienza, continueremo a concentrarci sull’invio di traffico prezioso a editori e creatori. Come sempre, gli annunci continueranno a essere visualizzati in spazi dedicati in tutta la pagina, con un’etichettatura chiara per distinguere tra risultati organici e sponsorizzati. L’obiettivo di Google continuerà a essere quello di inviare ‘il traffico più utile’”.

E sembrerebbe averlo confermato anche lo stesso Sundar Pichai, il quale avrebbe rassicurato che la società sta apportando il cambiamento in modo “misurato”, dando anche la priorità al traffico verso siti web e commercianti, senza danneggiare gli editori.

E cosa ne pensano, invece, gli utenti di AI Overviews?

Non sono tardate ad arrivare, comunque, le prime critiche anche da parte degli utenti stessi circa le “allucinazioni” e gli errori a cui questo nuovo prodotto è soggetto e che lo porta a fornire risposte sbagliate.

Forse il più discusso al momento è il caso avvenuto durante una delle demo, proprio durante la conferenza degli sviluppatori. Era stata mostrata una persona che, tramite la fotocamera del suo smartphone inquadrava una macchina fotografica a pellicola e chiedeva all’AI di Google il motivo per cui la leva di avanzamento non funzionasse. Ebbene, tra le risposte fornite e presenti sulle “Panoramiche” di Big G c’era quella di aprire l’oggetto per verificare che il nastro non fosse bloccato. Un’operazione che, come i più esperti in materia sapranno, comporta dei rischi, specialmente in ambienti molto luminosi, poiché potrebbe compromettere le fotografie già scattate.

E la ragione risiede nella natura stessa dell’AI Generativa, nata per dare risposte indipendentemente dal fatto che al loro interno potrebbero esserci inesattezze, informazioni poco esatte e non precise a sufficienza.

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