Cloud Logistics

Transporeon, la gestione trasporti in software-as-a-service

Le tre piattaforme cloud del gruppo tedesco connettono mille aziende industriali e commerciali – tra cui Barilla, Ferrero e Henkel Italia – con i loro 65mila operatori logistici. «Se un camion sta fermo per un’ora costa 90 euro, se viaggia vuoto costa un euro al km. Soluzioni digitali come la nostra possono ridurre queste inefficienze»

Pubblicato il 28 Ago 2018

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«La logistica è un settore ancora molto tradizionale: ci sono isole di innovazione tecnologica, ma in gran parte dei casi l’email è considerata uno strumento avanzato, e non poche aziende interagiscono con i loro trasportatori solo via telefono, come 20-30 anni fa. Il problema è che processi gestiti così sono ad alto rischio di inefficienza: un camion fermo per un’ora costa 90 euro, un camion che viaggia vuoto costa un euro al km. Soluzioni digitali come la nostra possono ridurre queste inefficienze».

Così Andrea Furlanetto spiega la missione del gruppo Transporeon, in cui è Director Business Development South-Western Europe della divisione TiContract. Il gruppo, fondato da quattro neolaureati tedeschi nel 2000, gestisce tre piattaforme in Software-as-a-Service (SaaS) per l’integrazione tra aziende industriali e commerciali e i loro fornitori logistici (Transporeon), il tendering dei servizi di trasporto (TiContract), e la logistica in entrata della GDO (Mercareon).

«In pratica colleghiamo la domanda di servizi di trasporto delle aziende con l’offerta: ci rivolgiamo soprattutto a settori in cui i costi logistici sono alti rispetto al valore della merce trasportata, come acciaio, carta/legno, chimico, materiali edili, automotive, GDO, food & beverage», precisa Roberto Ostili, Sales Director Corporate Account Team & Italy di Transporeon.

Oggi il gruppo realizza un fatturato di circa 100 milioni di euro l’anno, in crescita del 20% annuo, con circa 700 persone in Europa, e sedi anche in USA e Asia. «Operiamo in 100 paesi e in 25 lingue: gli utenti delle nostre piattaforme sono 100mila, in mille aziende clienti e in 65mila operatori logistici, per un volume negoziato annuo di 10 miliardi di euro, più altri 5 miliardi di volume gestito direttamente».

In Italia, continua Ostili, Transporeon ha iniziato dieci anni fa. «Le aziende ci dicevano ‘abbiamo l’ERP e abbiamo eliminato il fax, per i servizi di trasporto usiamo l’email’: da allora spieghiamo i benefici della digitalizzazione dei processi logistici, e oggi l’Italia è per noi è uno dei primi tre paesi per fatturato, con clienti come Barilla, Ferrero, Henkel, Thyssenkrupp, Benetton, AST».

Il punto di vista Transporeon è un’altra conferma del più recente Osservatorio Contract Logistics del Politecnico di Milano, che mostra un settore in salute e in crescita, spinto dalle sfide epocali che deve affrontarel’eCommerce, la multicanalità, la riduzione degli impatti ambientali, oltre alle croniche inefficienze che secondo alcune stime costano all’Italia 40 miliardi l’anno.

«Ancora oggi però il processo tradizionale – foglio excel, telefonata, email – rimane il nostro principale “concorrente”: le aziende sono fatte di persone, e le persone hanno paura di perdere la padronanza del processo», osserva Ostili.

Le principali funzionalità delle piattaforma Transporeon sono assegnazione auomatica dei trasporti, prenotazione degli slot temporali per carico e scarico, tendering, monitoraggio dei trasporti e reporting. «Come in molti altri settori, anche nella logistica oggi si possono comprare servizi su internet con pochi click, per esempio 500 viaggi da 10 stabilimenti diversi verso i clienti finali, senza intermediari e passaggi burocratici. Henkel Italia garantisce il 99% delle consegne on-time perché sulla nostra piattaforma può gestire tutto il processo, dall’ordine del mezzo, al carico – di cui ha sensibilmente ridotto i tempi d’attesa -, al tracciamento del percorso in tempo reale, con notifica al cliente dell’ora d’arrivo perché possa preparare il ricevimento della merce».

Sulla valutazione e selezione dei fornitori, spiega Furlanetto, l’approccio di Transporeon è neutrale: «Non vogliamo influenzare le decisioni ma possiamo supportarle. La nostra piattaforma principale lavora sulla lista dei fornitori attuali, ma la business unit TiContract può fare ricerche organizzate sul mercato con strumenti raffinati di profilazione (tipi di veicoli, tipi di merce movimentata, certificazioni ecc.), proporre liste di potenziali nuovi interlocutori, e selezionarne alcuni con strumenti di screening automatici, che il cliente può decidere di coinvolgere poi in un round negoziale organizzato. Insomma permettiamo al cliente di allargare la conoscenza del mercato su parametri oggettivi, prima di negoziare».

Un esempio è Daikin: «Ogni stabilimento aveva un suo processo di trasporto e si sceglieva i trasportatori, in tutta Europa avevano oltre 20 fornitori logistici non coordinati. Li abbiamo aiutati a standardizzare su un unico processo a livello europeo, a partire dall’Italia, ad ampliare il numero di operatori conosciuti, ma anche a ridurre del 20% il numero di quelli attivi».

Il cliente-tipo di Transporeon è multinazionale e movimenta 50-100 mezzi al giorno per stabilimento. «L’interlocutore quindi non è l’imprenditore, ma il direttore operations, dei trasporti, o degli acquisti, oppure il supply chain manager. A volte però non c’è una responsabilità precisa, e far sedere allo stesso tavolo chi acquista il viaggio, chi lo assegna, chi gestisce il magazzino, e il direttore vendite che deve rispondere della data di consegna, è già un valore aggiunto», sottolinea Ostili.

Il progetto-tipo dura tre mesi, tempo in cui viene predisposta la connessione tra l’ERP del cliente e la piattaforma Transporeon, e tra questa e i trasportatori, «senza dover sviluppare e senza influire sulle strategie e policy di logistica esistenti: in tutti i casi basta una connessione a internet, anche con smartphone o tablet».

Ovviamente settori diversi hanno priorità diverse. «Tessile e fashion per esempio non muovono grandi volumi, la loro priorità non è l’allocazione dei mezzi ma l’acquisto e la sicurezza del trasporto, quindi certificazioni e controllo incrociato di referenze. Nell’acciaio la proof of delivery ha priorità altissima: una consegna in ritardo può bloccare un intero impianto. Il settore più difficile da “conquistare” è stato il chimico, che oggi è il nostro cavallo di battaglia. Hanno processi molto particolari, operatori logistici di riferimento molto specializzati, e policy estremamente rigorose e regolamentate».

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