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Logistica, le 8 soluzioni digitali preferite dagli “addetti ai lavori”

Un’indagine dell’Osservatorio Contract Logistics (Politecnico di Milano) su 132 manager di aziende utenti (Direttori Supply Chain, Logistica, Operation, Acquisti) e di fornitori di servizi logistici evidenzia 3 esigenze: avere visibilità sull’intera supply chain, estendere il Warehouse Management System, esplorare le opportunità dell’Internet of Things

Pubblicato il 16 Mar 2017

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L’innovazione digitale sta cambiando la Logistica, abilitando miglioramenti dei processi grazie a un uso sempre più intelligente e tempestivo delle informazioni. Nell’edizione più recente dell’Osservatorio Contract Logistics del Politecnico di Milano un’indagine su 132 manager di aziende utenti (Direttori Supply Chain, Logistica, Operations e Acquisti) e di fornitori di servizi logistici evidenzia le innovazioni ritenute più interessanti appunto dagli addetti ai lavori in Italia. Emerge interesse soprattutto per 8 tecnologie: Smart Glasses, Workflow Scheduling, Load Building, RFId, Sensoristica, dematerializzazione di documenti di trasporto, Piattaforme collaborative, e Mobile App.

Queste tecnologie definiscono tre grandi aree di interesse. La prima è l’esigenza di visibilità sull’intero processo di distribuzione e consegna, e in particolare di informazioni tempestive sull’ultimo miglio, a cui vanno incontro Piattaforme collaborative, Logistics App e soluzioni di dematerializzazione.

Secondo gli intervistati, queste soluzioni consentono più tempestività (50%) e tracciabilità delle informazioni (24%), e incrementano efficienza (50%) e qualità (27%) del processo di distribuzione. Inoltre è percepito anche un beneficio di immagine grazie alle Logistics App (29%) e di conformità normativa grazie alla dematerializzazione documentale (15%).

Scambi in tempo reale tra tutti gli attori: produttore, distributore, operatore logistico e vettore

L’uso di “Piattaforme collaborative molti-a-molti/mobile” e più in generale di mobile device sembrano gli approcci più promettenti, perché abilitano scambi informativi in tempo reale tra tutti gli attori coinvolti: produttore, distributore, operatore logistico e vettore.

Le piattaforme molti-a-molti supportano un flusso elettronico strutturato sul contenuto della spedizione tra produttore e distributore (DesAdv–Despatch Advice) con conferma di ricezione ed eventuale rettifica da parte del distributore (RecAdv–Receiving Advice), e Proof-of-Delivery (PoD) raccolta dal vettore – ad esempio tramite smartphone o tablet – e inviata sulla piattaforma. Il tutto visibile anche all’operatore logistico (e potenzialmente al produttore).

Nel caso di Mobile device, il vettore prende in carico la merce presso il produttore tramite un’App integrata con il TMS (Transport Management System) dell’operatore logistico: legge il bar-code associato al viaggio, lo accetta, riceve l’elenco dei punti di consegna con relative informazioni (ad esempio gli slot di scarico) e conferma il carico. L’accettazione genera anche la PoD, resa subito disponibile anche a distributore, operatore logistico e produttore.

Una spinta all’innovazione viene anche dalle piattaforme di eProcurement (ad esempio le borse noli), sempre più apprezzate come strumenti di incrocio domanda/offerta. Lato domanda si inseriscono i servizi di trasporto di cui si ha bisogno. Lato offerta, oltre a rispondere a una richiesta di trasporto, si rende nota la capacità ancora disponibile su alcune tratte.Queste piattaforme si stanno evolvendo in termini di estensione dell’accesso alla piattaforma ad aziende committenti, miglior visibilità sullo stato d’avanzamento dei trasporti, maggior efficienza nella gestione dei vettori, grazie ad esempio all’assegnazione dei carichi in base alla geolocalizzazione dei mezzi.

Load Building, l’importanza di saturare i mezzi di trasporto

La seconda grande area di interesse è per le soluzioni che estendono il ruolo del WMS (Warehouse Management System). Molto spesso WMS e TMS sono gestiti come sistemi separati e comunicanti solo con flussi monodirezionali (WMS verso TMS o TMS verso WMS). Oggi però questi software stanno evolvendo in due direzioni: 1) estensione del WMS verso pianificazione, controllo e ottimizzazione dei processi; 2) aumento dell’integrazione tra WMS e TMS. Per le aziende utenti questi sviluppi promettono maggior efficienza (79% dei rispondenti) e miglior qualità delle attività di magazzino e trasporto (43%).

L’estensione del WMS si concretizza sempre più con moduli di Workflow Scheduling e di Load Building. I primi sono richiesti per la crescente complessità delle attività di magazzino. L’allocazione dinamica delle risorse nel tempo, e la schedulazione plurigiornaliera delle attività, consentono ad esempio di livellare il carico di lavoro per addetto e/o per area, individuare subito criticità nell’evasione degli ordini e ridurre il ricorso a straordinari.

I moduli di Load Building invece calcolano l’ingombro volumetrico degli ordini in spedizione gestendo un numero sempre più alto di vincoli, e quindi saturano meglio i mezzi. In contesti di trasporto a collettame, la conoscenza degli ingombri facilita tutto il processo di controllo dei costi di trasporto. Il Load building facilita anche l’integrazione tra WMS e TMS. La stima accurata degli ingombri infatti può servire come input per l’elaborazione dei viaggi che, a sua volta, alimenta la pianificazione delle missioni di prelievo, e la composizione delle unità di carico in fase di allestimento ordini.

Oggetti “smart”, grande interesse soprattutto nei CE.Di

La terza area di interesse infine riguarda le opportunità legate all’Internet of Things e agli oggetti intelligenti, come Smart Glasses, sensori, tag RFId.

Gli Smart Glasses sono da qualche anno oggetto di progetti pilota molto diversi. Per ora l’ambito d’applicazione più concreto è nei CE.DI (centri distributivi), dove possono essere utili per fornire velocemente all’operatore informazioni dettagliate di smistamento e pallettizzazione, con potenziali benefici di efficienza (59% dei rispondenti), efficacia (29%) in termini di qualità del pallet/cartone e riduzione di errori, e personalizzabilità (fornitura di informazioni di dettaglio su specifici prodotti/clienti). Nei progetti pilota la più alta efficacia si evidenzia nei casi di uso combinato con altre soluzioni (voice picking, ring scanner).

Passando ai sensori, anche qui l’interesse è per applicazioni in centri distributivi, sia in dotazione ai mezzi di movimentazione che incorporati alle scaffalature. Gli obiettivi possono essere diversi: mappatura della posizione e delle condizioni della merce, gestione della flotta di veicoli, sicurezza delle operazioni di prelievo e stoccaggio, monitoraggio dell’impatto ambientale.

In particolare, le applicazioni della tecnologia RFId riscontrati sono soprattutto di consolidamento e smistamento di pallet/colli e applicazione di tag a terra e/o a scaffale a supporto delle attività dei carrelli. Oltre al miglioramento di efficienza (53%) e qualità (37%) dei processi interni, i benefici riscontrati sono tracciabilità (62%) e tempestività delle informazioni (42%). L’indagine evidenzia che i più interessati a queste soluzioni sono i fornitori di servizi logistici.

Infine un accenno alle principali barriere all’adozione di queste tecnologie evidenziate dall’indagine. Per le soluzioni di visibilità sulla supply chain, le complessità sono la comunicazione tra sistemi diversi, l’ampiezza dei cambiamenti organizzativi richiesti, e la resistenza al cambiamento del personale.

Per le soluzioni di ottimizzazione (Workflow scheduling e Load building) emergono anche criticità specifiche come l’accuratezza dei dati disponibili e la complessità crescente all’aumentare della varietà di prodotti gestiti. Per le soluzioni più innovative, le aziende segnalano l’assenza di standard tecnologici affermati (24%) e, per gli Smart Glasses, la durata della batteria, la difficoltà di lettura del bar-code e l’affaticamento visivo per gli operatori.

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