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Omnicanalità, green e app trainano la Logistica: anche il punto vendita coinvolto in consegne e resi

Quarto anno di crescita in Italia per l’outsourcing logistico, che sale a 80 miliardi di euro, con gli operatori impegnati dalle nuove tecnologie sostenibili e digitali, dal profondo ripensamento del negozio tra “experience hub” e “fulfillment hub”, e dal dilemma delle consegne “ultimo miglio”. La fotografia dell’edizione 2017 dell’Osservatorio Contract Logistics del Politecnico di Milano

Pubblicato il 07 Nov 2017

Osservatorio Contract Logistics 2018 logistica ecommerce

Il settore dei servizi logistici conto terzi (Contract Logistics o Logistica in outsourcing) nel 2017 in Italia toccherà gli 80 miliardi di euro, in crescita dell’1,8% rispetto al 2016, confermando la tendenza positiva degli ultimi 4 anni. Lo dice l’edizione 2017 dell’Osservatorio Contract Logistics del Politecnico di Milano, presentata stamattina, secondo cui il fatturato dei fornitori di servizi di logistica diretto ai soli clienti è di 44,6 miliardi, cioè il 40,1% del valore complessivo dell’intero comparto logistico.

A fronte dell’aumento del fatturato però aumenta anche la concentrazione del settore: la quota del primo 10% di operatori è cresciuta, ed è diminuito ancora (-2,2%) il numero di imprese attive, che sono 95mila (dato 2015, il più recente disponibile), tra autotrasportatori, corrieri, gestori di magazzino, spedizionieri, gestori di interporti/terminal intermodali e operatori del trasporto ferroviario/combinato strada-rotaia. Le categorie più in calo sono gestori di magazzino (-17,1%) e autotrasportatori in società non di capitali (-6,4%).

Contract Logistics, la terziarizzazione “strategica” vale il 20% del mercato

Al di là dei numeri, i principali trend rilevati dai ricercatori quest’anno sono la diffusione di tecnologie “green”, la profonda ristrutturazione del punto vendita e della copertura dell’ultimo miglio, per effetto della trasformazione digitale e della sfida dell’omnicanalità, e il crescente interesse per le Mobile App di logistica. Inoltre emerge la ricerca di una maggiore collaborazione fra committente e fornitore, indirizzata nel 25% dei casi al miglioramento continuo delle prestazioni. Gran parte di queste collaborazioni virtuose (il 71%) riguarda la terziarizzazione “strategica”, cioè l’outsourcing di una parte rilevante del processo logistico a un unico fornitore, nicchia che negli ultimi anni è cresciuta più del mercato complessivo (+10,8% nel periodo 2009-2015), con un’incidenza del 20% e un valore di 9 miliardi di euro nel 2015.

«In generale emerge il quadro di un settore in salute, che affronta in modo pragmatico importanti cambiamenti, legati sia all’introduzione di tecnologie digitali, sia all’evoluzione del comportamento di consumatori e attori della filiera – ha detto Marco Melacini, Responsabile scientifico dell’Osservatorio Contract Logistics -. Le imprese della logistica appaiono oggi molto ricettive verso la sostenibilità e la necessità di digitalizzare i processi per costruire circuiti logistici personalizzati coerenti con le esigenze di consumatori».

Tra ambiente e risparmi: i motori LNG e i carrelli con batterie agli ioni di litio

Scendendo in dettaglio sulla sostenibilità, si stanno diffondendo tra gli operatori nuove tecnologie vantaggiose sia in termini economici che ambientali. I nuovi motori LNG per gli autoarticolati ad esempio rispetto ai motori diesel riducono del 90% le emissioni di particolato (del 90%), di ossidi di azoto (del 35%), e di CO2 (del 10-15%). I minori consumi, unitamente al prezzo e al sistema di accise più vantaggiosi, portano a riduzioni del costo del carburante di almeno il 20%. Altra tecnologia che combina vantaggi green e operativi sono i carrelli con batterie agli ioni di litio, che riducono il consumo di energia e le emissioni di CO2, e hanno anche minori esigenze di manutenzione, e quindi minori costi e maggior disponibilità.

Consegne, la soluzione “decoupling point”

Quanto all’ultimo miglio, le esigenze dei consumatori richiedono modelli di consegna sempre più flessibili: attualmente la tipologia più diffusa è quella in orario lavorativo dal lunedì al venerdì (usata dal 74% degli operatori), con tracciamento dell’ordine in tempo reale nel 60% dei casi, mentre solo il 21% offre la consegna serale e solo l’8% la consegna di domenica. Ma ben il 43% pensa di dover offrire anche consegne serali e domenicali, il 41% consegne in giornata, e il 27% consegne entro due ore nelle grandi città.

Per gli operatori logistici quindi il dilemma è se realizzare completamente questa flessibilità, rischiando di frazionare i flussi logistici a tal punto da aumentare le inefficienze del processo, o se concentrarsi su alcuni servizi che permettono forti economie di scala, ma soddisfacendo solo parzialmente le richieste del mercato.

«Le imprese logistiche stanno cercando di risolvere il dilemma dell’ultimo miglio riconfigurando gli attuali network fisici in modo poter offrire servizi personalizzati senza intaccare le economie di scala attraverso i ‘decoupling point’ – ha spiegato Damiano Frosi, Direttore dell’Osservatorio Contract Logistics -. Si tratta di differenziare il processo distributivo il più vicino possibile ai punti di consegna finali, costruendo circuiti ad hoc per offrire servizi personalizzati solo nell’ultimo tratto della distribuzione».

In questo scenario, la ricerca dell’Osservatorio rivela che le Logistics App sono sempre più usate non solo per le consegne a casa (home delivery) ma anche per le consegne a negozi o clienti industriali, sfruttando alcune innovative funzionalità. A fianco di quelle più utilizzate – georeferenziazione dei mezzi, POS mobile per pagamenti alla consegna, fotocamera per provare lo stato della merce in vista di contenziosi – sono state infatti recentemente introdotte il postino intelligente, il calcolo dell’ETA (Expected Time of Arrival) in tempo reale, le chat tra driver e back-office, e l’integrazione tra App e soluzioni IoT, per esempio quella tra il sensore IoT di temperatura sul mezzo di trasporto e la Logistics App sullo smartphone dell’autista consente il monitoraggio in tempo reale, la registrazione e l’invio dei dati a centri di controllo in azienda.

Una vocazione più logistica per i negozi nell’era digitale

Come accennato poi una tendenza con fortissimi impatti sulla logistica in outsourcing è la necessità di gestione “omnicanale” del settore retail, che si riflette sui modelli di punto vendita. Come si sta trasformando il negozio nell’era digitale? L’Osservatorio Contract Logistics lo ha chiesto alle aziende committenti di servizi logistici, ricavandone tre direzioni di sviluppo. Il 34% degli intervistati punta sul modello “Experience Hub”: il punto vendita diventa uno spazio per coinvolgere emotivamente l’utente e di scoperta e prova dei prodotti. Il 41% invece prevede un’evoluzione in termini di “Fulfillment Hub” con un incremento delle capacità logistiche del punto vendita, che diventa luogo in cui ritirare, allestire ed evadere l’ordine, e anche ritirare i resi. Infine, il 25% delle aziende punta a soluzioni ibride, in cui il punto vendita è sia punto di contatto con il cliente che struttura logistica coinvolta nell’evasione degli ordini online.

«Quale che sia la direzione prescelta, la revisione del ruolo del punto vendita richiede lo sviluppo di nuove capacità logistiche e ha forti implicazioni sia di allestimento ordini sia di distribuzione, dunque il ruolo degli operatori logistici sarà sempre più importante – spiega Melacini -. L’approccio omnicanale costringe i retailer a sviluppare diversi circuiti logistici per la consegna in grado di adattarsi alle diverse esigenze dei consumatori finali. Compito dei fornitori di servizi logistici è rendere questi circuiti coerenti con le peculiarità di ogni settore, azienda e prodotto, affinché il servizio sia davvero personalizzato».

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