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Le nuove frontiere del Supply Chain Management: il ruolo degli operatori logistici

La crescente integrazione nelle filiere dei clienti sta spingendo gli operatori logistici ad approcciarsi al mondo del Supply Chain Finance, con l’obiettivo principale di ottimizzare il flusso fisico delle scorte, e trovare soluzioni per finanziare il capitale circolante. Ecco come

Pubblicato il 27 Ago 2019

Federico Caniato*

Direttore del Percorso Executive in Supply Chain Management del MIP Politecnico di Milano

Marco Melacini, Direttore del Percorso Executive in Supply Chain Management del MIP Politecnico di Milano

Direttore del Percorso Executive in Supply Chain Management del MIP Politecnico di Milano

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In un contesto macroeconomico sempre più globalizzato e dinamico, il tema della gestione della Supply Chain è diventato di attualità ormai da parecchi decenni, affermandosi come una vera e propria disciplina manageriale, favorendo lo sviluppo di figure professionali nei diversi stadi della catena del valore, come gli acquisti, la supply chain, le operations e la logistica.

Il ruolo degli operatori logistici

Il mondo della logistica, in particolare, è stato fortemente impattato da questo cambiamento. A seguito del trend di esternalizzazione di queste attività, principalmente per ragioni economiche, il business della logistica conto terzi è cresciuto esponenzialmente, con il numero di attori si è ampliato in maniera significativa, diventando estremamente competitivo.

Questa complessità ha posto gli operatori logistici di fronte a un bivio, tra una scelta orientata al costo e una focalizzata sulla differenziazione. Se da un lato gli operatori logistici cercano di perseguire l’efficienza ed essere leader di costo diventando dei soggetti altamente specializzati in singole attività legate alla logistica (trasporto dell’ultimo miglio, e-commerce, attività di immagazzinamento e stoccaggio merci, etc); altri hanno sviluppato un know-how specifico su alcune filiere, per offrire servizi a valore aggiunto e perseguire una strategia di differenziazione. In questo modo diventano di fatto soggetti sempre più integrati nelle filiere dei clienti, e puntano a trarre vantaggio dalla crescente quantità di dati a disposizione, relativi sia ai flussi informativi sia ai flussi finanziari derivanti dalle attività di gestione e trasporto della merce.

La scelta di alcuni attori di approcciare il mondo del Supply Chain Finance si pone all’intersezione di questi due aspetti.

Il Supply Chain Finance e il ruolo delle scorte

Secondo l’Osservatorio Supply Chain Finance della School of Management del Politecnico di Milano, il Supply Chain Finance è «l’insieme di soluzioni che consentono a un’impresa di finanziare il proprio capitale circolante, generato dalla propria attività operativa o da investimenti correnti, facendo leva sul ruolo che essa ricopre all’interno della Supply Chain in cui opera e sulle relazioni con gli altri attori della filiera».

Come esplicitato nella definizione, il focus delle soluzioni di Supply Chain Finance è l’ottimizzazione del capitale circolante, dunque le possibili leve su cui tali soluzioni agiscono sono i crediti commerciali, i debiti commerciali o le scorte.

Le scorte rappresentano forse il componente più delicato del capitale circolante, poiché se da un lato giocano un ruolo fondamentale per garantire un buon livello di servizio, dall’altra rappresentano un capitale immobilizzato, con forti rischi sulla salute e sull’operatività delle imprese.

Il panorama di soluzioni di Supply Chain Finance che si occupa delle scorte include in primis quelle pratiche, già affermate da tempo, che hanno l’obiettivo di ottimizzare il flusso fisico delle scorte, quali il Consignment Stock, il Vendor Managed Inventory, il Just in Time, etc, che fanno leva sulla collaborazione delle imprese lungo la filiera, e sono spesso armonizzate dall’operatore logistico che ne gestisce la movimentazione.

Nonostante ciò, esiste un limite massimo oltre cui l’ottimizzazione dei flussi fisici non può agire, e dove le scorte diventano uno strumento per ottenere liquidità a breve termine. La grande problematica di queste soluzioni sta però nella mancanza di visibilità del finanziatore, solitamente un operatore finanziario, sulla merce oggetto di finanziamento, con tale rischio si ripercuote sul tasso d’interesse.

Per rendersi conto della rilevanza del fenomeno e della difficoltà del mercato, basti notare che alla fine del 2017 il valore totale delle rimanenze a bilancio delle imprese italiane si assestava a circa 470 miliardi di €, e che meno dell’1% di questo valore era oggetto di finanziamento.

Operatori logistici e Supply Chain Finance

Gli operatori logistici, sfruttando la crescente consapevolezza di questa tematica e percependo il valore delle informazioni a loro disposizione, in Italia negli ultimi anni nel panorama del Supply Chain Finance hanno acquisito un ruolo primario rispetto alla gestione delle scorte.

In generale, possiamo individuare tre archetipi principali:

  • operatori che si pongono come veri orchestratori della logistica di una filiera intera, prendendo in gestione anche gli aspetti di gestione dei fornitori, acquistando e ottimizzando le scorte per poi rivenderle ai clienti quando necessario. Le soluzioni proposte si caratterizzano come delle evoluzioni del VMI/JIT, che strizzano l’occhio anche ad aspetti finanziari e si estendono a più stadi della filiera;
  • operatori che instaurano delle collaborazioni con gli operatori finanziari, al fine di proporre ai propri clienti delle soluzioni di finanziamento di breve termine garantite dai beni presenti in magazzino. Nell’operatività, la linea di credito viene emessa dall’operatore finanziario, con l’operatore logistico che agisce soltanto come custode e garante della merce oggetto di finanziamento.
  • operatori che si pongono nel mezzo, che vorrebbero entrare in prima persona nel mercato del Supply Chain Finance ma non hanno la potenza di fuoco o le possibilità finanziarie per farlo in autonomia. La loro strategia è dunque quella di lanciare delle società ad hoc, siano esse Joint Venture con operatori finanziari o Spin-Off dedicati, che permettano loro di avere il presidio su questo mercato.

In conclusione, appare chiaro come non sia stata soltanto la consapevolezza del fenomeno, ma che anche le nuove competenze abbiano spinto gli operatori logistici ad affacciarsi in un business che, seppur non sia all’apparenza legato al proprio core business, si sposa perfettamente con quelle che sono le nuove esigenze dei propri clienti.

Marco Melacini e Federico Caniato sono i Direttori del Percorso Executive in Supply Chain Management del MIP Politecnico di Milano.

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