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Osservatorio Contract Logistics: «La logistica 4.0 prende sempre più piede, si diffonde l’automazione di magazzini e trasporto»

«Per cogliere le opportunità della rivoluzione industry 4.0 gli operatori logistici dovranno porsi non solo come gestori di flussi fisici, ma come integratori e garanti della qualità dei flussi informativi per i processi interni e lungo la filiera», sottolinea Marco Melacini, Responsabile scientifico dell’Osservatorio del Polimi. Le evidenze della Ricerca 2019

Pubblicato il 11 Dic 2019

Logistica 4.0

La Logistica si conferma un settore in fermento, con fatturato e volumi in crescita: a trainarlo sono le soluzioni per l’efficienza energetica e le applicazioni di Logistica 4.0. A darne evidenza i risultati 2019 dell’Osservatorio Contract Logistics “Gino Marchet” del Politecnico di Milano (presentati in occasione del convegno “Tecnologia, organizzazione e competenze: la svolta per una Logistica 4.0, ndr), che ha rilevato per il quinto anno consecutivo un aumento (+0,7%) del fatturato della logistica conto terzi (contact logistics) in Italia, che ha raggiunto quota 84miliardi di euro. Dalla ricerca è emerso anche che la crescita del fatturato dipende dai grandi operatori logistici (dal 2016 al 2017 è stato registrato un incremento del 6,3%) e che una spinta consistente arriva proprio dalla logistica in outsourcing, che ha raggiunto un valore di 47,5 miliardi di euro (+2,2 miliardi sul 2016) e rappresenta il 41,7% delle attività logistiche (+12,9% rispetto al 2009).

Logistica 4.0: «È tempo di lavorare su nuovi modelli organizzativi e sulla gestione delle informazioni»

Come è stato sottolineato più volte in occasione del convegno, la rivoluzione 4.0 sta prendendo sempre più piede, sia nella gestione del magazzino sia nel trasporto: nelle organizzazioni si stanno diffondendo le soluzioni che automatizzano le attività di stoccaggio, movimentazione e trasporto e gli strumenti che raccolgono, catalogano, condividono e trasformano i dati, rendendoli intelligibili per fornire al business un valido supporto per prendere le decisioni e migliorare i processi di gestione del magazzino e delle flotte di veicoli, la digitalizzazione degli scambi di informazioni e la tracciabilità delle consegne.

Tuttavia, ancora c’è molto da fare. Come ha sottolineato, Marco Melacini, Responsabile scientifico dell’Osservatorio Contract Logistics, «per cogliere le opportunità della rivoluzione 4.0 è necessario lavorare su nuovi modelli di organizzazione aziendale e sulla gestione delle informazioni. Nei prossimi anni la sfida degli operatori riguarderà la capacità di porsi non solo come gestori di flussi fisici, ma come integratori e garanti della qualità dei flussi informativi per i processi interni e lungo la filiera».

Innanzitutto bisogna partire dal presupposto che la diffusione della Logistica 4.0 passa dalla cultura del dato nelle organizzazioni e il ruolo della funzione IT oggi è più che mai determinante: nel 20% delle aziende logistiche l’incidenza del budget IT sul fatturato è superiore al 10% e in crescita, il 32% ha aumentato le risorse IT negli ultimi cinque anni (con una crescita media del 42%).

Big Data, Automazione e AI: le competenze 4.0 entrano nella Logistica

E poi, come ha ricordato il Direttore dell’Osservatorio, Damiano Frosi, «non si deve dimenticare che la logistica 4.0 richiede un’evoluzione delle competenze già presenti in azienda, soprattutto nei ruoli decisionali, che devono essere in grado di innovare i processi e prendere decisioni basate sull’analisi dei dati, e necessita di nuove abilità legate a Big Data, Artificial Intelligence e Automazione. Focalizzarsi sulle tecnologie, quindi, non più sufficiente per rispondere alle sfide del mercato: la capacità di unire tecnologia e organizzazione, adattando i nuovi strumenti ai diversi contesti e investendo sulle persone e sullo sviluppo di competenze, è la base per la logistica di domani».

Come sottolineano le rilevazioni dell’Osservatorio, i cambiamenti in atto hanno un impatto diffuso, in termini di ruoli e competenze, all’interno dei fornitori di servizi logistici che stanno iniziando a inserire profili 4.0, tra cui i Big Data Analyst, i Digital Transformation Manager, l’Informatico logistico, l’Informatico dell’automazione, l’Innovation manager e l’AI Specialist: sono queste le sei figure emergenti. In particolare, a oggi il più presente è l’Informatico logistico (86%), mentre le altre competenze sono ancora rare. Guardando al futuro, invece, il 72% dei fornitori di servizi logistici ha in programma di inserire almeno tre tra le sei figure emergenti, il numero di operatori che avranno inserito la figura dell’Innovation manager crescerà nei prossimi anni del 37%, le aziende che punteranno su Big data analyst e Digital transformation manager aumenteranno del 40%, i fornitori che assumeranno esperti in Automazione e Artificial Intelligence saliranno rispettivamente del 56% e del 93%.

L’Osservatorio ha poi indagato su cosa sta accadendo alle figure già presenti in azienda. In generale la digitalizzazione richiede il rafforzamento delle competenze già possedute. Tra i fornitori di servizi logistici, le figure più coinvolte sono quelle legate alla gestione dei processi core (Site manager, Planner dei trasporti e Ingegnere logistico) e della relazione con gli attori della filiera (Gestore fornitore di rete e Direttore HR).

Per tutte queste categorie, la rivoluzione 4.0 richiede di migliorare soprattutto le competenze specifiche delle loro mansioni, come la capacità di pianificazione e soluzione dei problemi per il site manager (60%) e il planner dei trasporti (50%), la definizione e gestione di metriche per misurare i risultati ottenuti per l’ingegnere logistico (40%) e le conoscenze di sicurezza informatica per il direttore IT (33%). Inoltre, a tutte le figure è richiesta una maggiore capacità di innovare i processi e prendere decisioni basate sull’analisi dei dati per poter sfruttare al meglio le opportunità offerte dalle nuove tecnologie.

Immobili logistici: i 5 trend di cambiamento

L’automazione dei sistemi di movimentazione e stoccaggio, la diffusione di nuovi canali di distribuzione (in primo luogo l’e-commerce), l’attenzione all’impatto ambientale, l’impegno per rendere più sicuri gli spazi logistici e lo sforzo per rendere il magazzino più flessibile sono i cinque trend individuati dall’Osservatorio che stanno modificando gli immobili logistici.

«L’innovazione tecnologica ha un valore che va oltre l’efficienza o l’efficacia delle singole attività – ha sottolineato Elena Tappia, Direttore dell’Osservatorio Contract Logistics -. Può diventare un fattore abilitante per modificare o fare evolvere prassi consolidate, per cui si torna a parlare di collaborazione fra filiere, dopo un periodo di forte accento sulla specializzazione merceologica. Inoltre, facilita il cambiamento in atto negli immobili logistici, che stanno evolvendo da Carbon Positive a Carbon Neutral, diventando sempre più nodi della rete energetica green di domani».

Secondo quanto rilevato dall’Osservatorio, sta diminuendo il peso delle attività tradizionali di movimentazione e stoccaggio a favore di quelle di trasformazione e lavorazione dei flussi gestiti (per il 61%). Inoltre, secondo il 75%, i capitali sostituiranno progressivamente il lavoro all’interno dei magazzini, con un crescente ricorso a soluzioni automatizzate per movimentazione, stoccaggio e allestimento ordini. Nell’organizzazione degli spazi, la tendenza sarà progettare magazzini con superfici e altezze più elevate, più porte e mezzanini per la gestione di nuovi servizi. Anche l’efficienza energetica e l’attenzione alle condizioni di lavoro assumono maggiore rilevanza: il 54% degli operatori ha intenzione di riprogettare i magazzini per ridurne gradualmente l’impatto ambientale fino ad essere in grado di generare energia pulita e rivendibile ad altri operatori.

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