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Logistica e omnicanalità: ottimizzare la Supply Chain anticipando le esigenze dei consumatori

Senza scambio di informazioni tra produzione, distribuzione e vendita (online e offline) le aziende della manifattura non riescono a portare al cliente il prodotto che desidera: utilizzare tecnologie digitali a supporto dell’intero processo aiuta a riallineare le decisioni strategiche alle richieste dei consumatori

Pubblicato il 12 Apr 2019

L’ascesa dello shopping multicanale rende ancora più urgente per le aziende del manufacturing abbracciare un paradigma che metta insieme Logistica e omnicanalità, puntando sul digital fulfillment. L’obiettivo? Restare competitivi catturando le preferenze dei consumatori. Come si legge in un articolo apparso su Harvard Business Review, mantenere processi di produzione e distribuzione poco digitalizzati causa numerose inefficienze: scorte di articoli che i clienti non comprano e che devono essere smaltite con forti sconti, mentre allo scaffale mancano i prodotti più richiesti, col rischio che i consumatori si spostino verso un marchio concorrente. L’uso delle tecnologie digitali dalla produzione alla vendita garantisce invece accesso e comunicazione tra tutti i canali di distribuzione e vendita, online e offline: è questa integrazione che gli studiosi chiamano digital fulfillment.

Anche per il digital fulfillment è questione di trade-off

Sono essenzialmente tre i parametri che guidano la scelta del consumatore: caratteristiche del prodotto, prezzo, e tempi di consegna. Il fulfillment digitale aiuta le imprese del manufacturing a riallineare le loro decisioni strategiche con queste richieste e con i compromessi fra le tre esigenze chiave che i consumatori sono disposti a fare: a volte, il prezzo conta più delle caratteristiche del prodotto, in altri casi sono i tempi di consegna a fare la differenza. Nel fulfillment tradizionale i trade-off sono solitamente imposti dal produttore (come nel caso degli sconti obbligati da eccessi di magazzino). Nel fulfillment digitale il cliente è attivamente coinvolto nell’indirizzare la scelta, mentre il produttore ha più visibilità sulle preferenze del cliente e può adattare di conseguenza i processi.

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Come si digitalizza il fulfillment

Per implementare efficacemente il digital fulfillment il primo passo è ripensare la strategia di evasione degli ordini sperimentando nuove tecnologie come manifattura digitale e stampa 3D per produrre a costi contenuti anche piccoli volumi. Occorre inoltre eliminare le inefficienze lungo la Supply Chain e creare visibilità su tutti i canali di produzione, distribuzione e vendita creando un sistema IT e un’infrastruttura dati comune per integrare informazioni operative e finanziarie.

Logistica e omnicanalità: serve una comunicazione integrata

A livello retail si possono prevedere spazi che, grazie alle tecnologie digitali, mettono la scelta in mano al cliente e intanto catturano dati utili sulle loro preferenze: anche sapere che cosa i clienti non vogliono ha grande valore.

Adidas lo ha fatto con il progetto “storefactory”: i clienti di alcuni negozi possono farsi uno scan digitale della figura corporea e ottenere capi di abbigliamento personalizzati; intanto l’azienda integra le informazioni del retail con quelle del manufacturing.

Il produttore di zaini Timbuk2, invece, offre sconti a chi è disposto a ordinare in alcuni negozi fisici le borse esaurite: offrire ai cliente la flessibilità di scegliere attivamente tra personalizzazione, prezzo e tempi di consegna aiuta a gestire i picchi di domanda e evitare lo spostamento verso la concorrenza. L’assenza di comunicazione tra la fase di produzione e l’interfaccia del consumatore è uno dei grandi ostacoli che impediscono di capire e quindi soddisfare la richiesta di chi va a fare shopping.

In alcuni segmenti, come le prenotazioni viaggi online, i consumatori si aspettano già piena visibilità sui possibili trade-off tra prezzo, caratteristiche dell’offerta e tempistica. Ora chi compra si aspetta lo stesso approccio nel manufacturing: sarà la regola, non più l’eccezione.

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