Indagini e ricerche

Digital supply chain, prima priorità per Retail e Manufacturing: visibilità in tempo reale

Obiettivi e strategie nei due settori però sono in gran parte diversi, spiega la 2018 Digital Supply Chain Executive Survey di JDA Software e KPMG. I retailer hanno bisogno di tracciabilità end-to-end con possibilità di gestire nuovi nodi di evasione degli ordini. I produttori vogliono innovare più velocemente, riducendo i costi di servizio con una miglior pianificazione

Pubblicato il 12 Lug 2018

La visibilità del prodotto in tempo reale è il principale motore degli investimenti nella digitalizzazione della supply chain. È questa la conclusione principale della 2018 Digital Supply Chain Executive Survey, un’indagine congiunta di JDA Software e KPMG che ha coinvolto 60 supply chain manager nei settori manufacturing e retail (più della metà lavora in aziende con fatturato oltre un miliardo di dollari). L’impegno nel tenere il passo con le aspettative dei clienti sta guidando gli investimenti dei retailer, mentre agilità e innovazione stimolano gli investimenti delle imprese manifatturiere.

In un comunicato Kevin Sterneckert, Group Vice president, Innovation strategy and Solution marketing di JDA, cita l’espansione del business di Amazon dalla vendita al dettaglio alla produzione e alla logistica per spiegare la consapevolezza nelle imprese industriali e di retail di dover innovare per mantenersi competitivi: «La 2018 Digital Supply Chain Executive Survey delinea come rivenditori e produttori stanno sfruttando tecnologie e partnership innovative per migliorare lo speed-to-market e fornire un’esperienza cliente superiore con profitto».

L’indagine ha rilevato che sia retailer (57%) che produttori (50%) considerano la visibilità del prodotto in tempo reale uno dei top driver degli investimenti. I retailer esprimono la necessità di tracciabilità end-to-end (53%) con la possibilità di gestire nuovi nodi di evasione degli ordini (50%), laddove i produttori sono spinti dalla necessità di innovare più velocemente (40%), con cost-to-serve più basso (33%) attraverso il miglioramento della pianificazione.

L’analisi cognitiva/predittiva è considerata in modo schiacciante come la tecnologia più dirompente dai manager per la sua capacità di influire su tutte le aree della supply chain, che si tratti di previsione, definizione dei percorsi della flotta o ottimizzazione delle scorte. I produttori considerano blockchain e veicoli autonomi le tecnologie innovative più disruptive, con la metà delle aziende intervistate che pianificano di testarle nei prossimi 24 mesi.

«Le aziende che offrono customer experience e servizi eccellenti hanno innalzato il livello delle aspettative, e ora molte aziende business-to-business (B2B) si aspettano gli stessi livelli di servizio di cui godono i consumatori, dichiara nel comunicato Brian Higgins, US supply chain practice leader di KPMG. «Il modo in cui retailer e produttori rispondono continua a essere un tema predominante, non sorprende che le aziende stiano investendo in tecnologie innovative per rimanere competitive».

Secondo i retailer il primo driver di successo è il superamento delle aspettative dei clienti, mentre gli inibitori principali alla digitalizzazione della supply chain sono lo scarso coinvolgimento del management (70%), un budget IT limitato (60%) e la mancanza di una strategia integrata (30%). In netto contrasto con i retailer, i produttori dispongono delle risorse finanziarie, ma sono alle prese con i decision maker interni, con il 57% che cita la resistenza al cambiamento come principale impedimento agli investimenti nella supply chain.

«In quest’epoca di immediatezza e di rapidi cambiamenti, tutti lottiamo per catturare l’attenzione dei clienti e una supply chain veloce, trasparente e agile è di fondamentale importanza per ottenerla – spiega nel comunicato Gaurav Pant, Chief insights officer di Incisiv, la società che ha effettuato le interviste alla base della 2018 Digital Supply Chain Executive Survey -. Produttori e retailer devono concentrarsi sull’ottimizzazione dell’esperienza cliente, e questo richiede l’adozione di strumenti di analytics e un nuovo atteggiamento verso l’innovazione».

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