Guide e how-to

Reimmaginare il Procurement: 5 passi per uscire vincenti dalla crisi post-Covid

Il Procurement area strategica di investimento per rafforzare i muscoli e uscire da un’emergenza senza precedenti. I leaders globali degli acquisti dovranno costruire la resilienza, accelerare la trasformazione digitale e puntare su partnership e innovazione

Pubblicato il 23 Ott 2020

Il Procurement è l’ambito più strategico per uscire vincenti dalla crisi scatenata dalla pandemia di Covid-19. È quanto emerge da un sondaggio condotto da McKinsey su oltre 300 executive e top manager del mondo degli acquisti. Chi continuerà a investire con decisione nel Procurement avrà maggiori possibilità di rafforzarsi, afferma il campione intervistato dalla società statunitense di consulenza.

Affinché ciò sia possibile, però, le organizzazioni dovranno reimmaginare non solo la funzione del procurement all’interno della loro organizzazione, ma anche studiare nuove modalità operative e nuove capacità. Per questo, secondo McKensey, sarà necessario investire in cinque aree chiave: rafforzare la resilienza della supply chain; ripensare le strategie per individuare le categorie di creazione del valore; ampliare le partnership e dare slancio all’innovazione; accelerare la trasformazione digitale e il ricorso agli analytics; adottare un modello organizzativo agile.

Procurement alla base della ripresa

Come dimostrano i dati della precedente crisi economica (quella globale del 2008), le aziende che si trovano nel primo quartile sono cresciute del 42% in più rispetto alle aziende che si trovavano nell’ultimo quartile. Anche i tempi di “recupero” sono stati molto più veloci: le aziende del primo quartile sono tornate ai livelli pre-crisi tre anni prima rispetto alle altre.

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Crisi nuova, soluzioni nuove

Questo non vuol dire che la strada che verrà battuta sarà sempre la stessa. Le aziende e i “procurement leaders” vogliono adottare un approccio differente rispetto al passato per rispondere in maniera ottimale a sfide completamente nuove. Come emerge da alcune interviste condotte da McKinsey con dirigenti dell’aria Asia-Pacifico, la crisi economica scatenata dal Covid ha ben poche attinenze con la crisi globale del 2008.

Nei prossimi mesi, infatti, le aziende saranno chiamate a rivedere e riorganizzare le proprie attività di procurement per adattarsi a nuove modalità operative e alle nuove dinamiche della supply chain, far fronte alla crescente volatilità della domanda e diminuire l’esposizione, così da essere meno vulnerabili in caso di nuovi eventi “disruptive”.

Pericoli e sfide del procurement nel breve e medio periodo

Gli stessi “procurement leaders” hanno anche individuato i pericoli e le sfide che il settore dovrà affrontare nei prossimi mesi.

  • Lockdown regionali. Con il rafforzarsi della seconda ondata è probabile che le aziende si trovino a dover gestire dei lockdown regionali, che potrebbero mettere in crisi l’intero sistema della supply chain. Per questo motivo il 93% degli intervistati ha ammesso di aver investito – o di star investendo – per rafforzare la resilienza della propria supply chain.
  • Cambio di valore. Negli ultimi mesi il mercato globale è stato scosso da improvvisi cambiamenti di valore che, in molte occasioni, hanno ribaltato alcune posizioni che sembravano consolidate. L’esplosione dello smart working e del working from home, ad esempio, ha consentito di rafforzare il ruolo delle società e delle aziende che gestiscono piattaforme per il telelavoro (come Zoom), mentre mercati consolidati come quello immobiliare stanno vivendo una crisi inattesa e apparentemente senza sbocco.
  • Domanda volatile. Nelle primissime fasi della quarantena primaverile, l’impennata della domanda per alcuni beni di prima necessità e la contemporanea “disruption” della supply chain ha portato alla scarsità di prodotti come carta igienica, farina, lievito e moltissimi altri beni primari. I team che si occupano di procurement, per evitare che la situazione si ripeta, dovranno collaborare ancora più strettamente con il reparto vendite e il reparto che analizza i dati del mercato, per rispondere in maniera pronta ad altre, eventuali, sollecitazioni.
  • Smart working. Il lavoro da remoto imposto dal distanziamento sociale può rendere l’attività di procurement meno efficace, se le organizzazioni e i loro fornitori e partner non sono in una fase matura della loro digital transformation. Le comunicazioni digitale per il team work e la negoziazione e firma dei contratti è essenziale in tutte le funzioni aziendali e negli interlocutori della supply chain.

Cinque step per reimmaginare il procurement

Come detto, in base alla ricerca di mercato svolta e alle interviste condotte con i “procurement leaders”, gli analisti di McKinsey hanno individuato cinque aree nelle quali sarà necessario investire per rafforzare il modello di business basato sul procurement.

Procurement McKinsey
  • Rafforzare la resilienza della supply chain puntando sulla trasparenza dei processi e su fonti di approvvigionamento diversificate per le risorse critiche e sviluppando business plan che tengono conto delle possibili sfide che la pandemia potrebbe portare.
  • Ripensare le strategie per l’individuazione delle categorie del valore, riesaminando prezzi, domanda e specifiche situazioni caso per caso.
  • Sviluppare partnership con altri operatori del settore per innovare prodotti e servizi.
  • Accelerare la trasformazione digitale e l’utilizzo di big data per creare vantaggio competitivo e contrastare le pressioni sul margine di profitto.
  • Adottare un modello organizzativo agile che permetta ai vari reparti di rispondere in maniera veloce a sollecitazioni esterne e a nuove necessità del settore.
@RIPRODUZIONE RISERVATA

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