INTERVISTA

La sfida del procurement nel post-Covid? Creare valore contenendo costi e impatto ambientale

A valle della terza edizione di ABX, evento dedicato a buyer e responsabili della supply chain, Gerardo Di Filippo, Head of Amazon Business in Italia, analizza i trend di mercato e i nuovi bisogni dei responsabili acquisti delle imprese emersi durante la conferenza

Pubblicato il 26 Ott 2021

Immagine di SOMKID THONGDEE da Shutterstock

Customer obsession e Day one mentality sono i pilastri di un’offerta, quella di Amazon Business, che punta a rendere i processi di procurement sempre più intelligenti, flessibili e sostenibili. Un approccio che ha costituito il cuore di molti progetti sviluppati in questi mesi insieme a diversi responsabili degli acquisti, e che secondo il colosso dell’eCommerce si rivelerà vincente in uno scenario destinato a rimanere estremamente mutevole anche dopo la fine della pandemia.

Le esigenze delle imprese, d’altra parte, stanno cambiando in risposta alle nuove caratteristiche del mercato e in funzione delle opportunità messe a disposizione dagli strumenti digitali. L’edizione 2021, la terza, della conferenza Amazon Business Exchange (ABX) ha provato a scattare un’istantanea di questa fase evolutiva del settore, e a valle dell’evento che è andato in scena il 5 ottobre Digital4Executive ha raccolto a caldo le impressioni e le considerazioni di Gerardo Di Filippo, Head of Amazon Business in Italia.

Di Filippo, in quale contesto e in che prospettiva si è inserita l’edizione di quest’anno di ABX?

La conferenza è per sua natura focalizzata sul tema dell’innovazione nel procurement, ma l’obiettivo si è ormai esteso fino a diventare quello di coinvolgere tutti i leader aziendali, che all’interno del loro settore possono scambiarsi prospettive, idee e fonti di ispirazione nella spinta verso il cambiamento. Oggi è questo il filo conduttore dell’evento, mentre più nello specifico la scelta delle tematiche viene dettata di volta in volta dalle priorità del momento. Dunque, se l’edizione dell’anno scorso di ABX è stata incentrata sugli effetti che ha generato nell’immediato l’emergenza Covid sulla filiera, ora è tempo di comprendere come la crisi ha accelerato quei fenomeni di trasformazione. Credo sia il momento di lasciarci il Covid alle spalle e guardare al lungo termine. In questo senso la parola d’ordine è sostenibilità. Un topic che si sta facendo sempre più rilevante in tutti gli ambiti di business e che nel procurement pone obiettivi decisamente sfidanti.

Sostenibilità, ma anche controllo dei costi, digitalizzazione e AI: i temi trattati durante ABX si intersecano tutti tra loro. Qual è oggi la priorità delle aziende e quali step sono necessari per raggiungere l’obiettivo?

Sicuramente l’ottimizzazione delle operations, ovvero l’aumento dell’efficienza del processo di approvvigionamento in chiave end-to-end il contenimento dei costi attraverso la digital transformation. Sostenibilità e risparmio, del resto, vanno di pari passo. Occorrono poi strumenti adeguati a supporto del lavoro flessibile, che non fungano più cioè da punti di appoggio per la gestione di una situazione d’emergenza, ma che aiutino i collaboratori ad adattarsi alle nuove metodologie, con una prospettiva di medio lungo termine. Ultimo, ma non per importanza, rileviamo una sempre maggiore attitudine, da parte delle imprese, a rivolgersi ai partner locali. Un nuovo tipo di sensibilità che nasce dalla volontà di accorciare la filiera e di valorizzare la comunità in cui opera l’organizzazione, e che implica il non trascurabile effetto di diversificare la supply chain, rendendola ancora più resiliente e robusta.

Tra le case history condivise, in quali casi l’adozione di Amazon Business si è rivelata determinante per ridisegnare la logica alla base delle funzioni di procurement e di controllo della supply chain?

Comincio col dire che Amazon Business è una soluzione molto flessibile, costruita per rispondere a esigenze aziendali specifiche. Serviamo clienti attivi nei più svariati verticali, e ognuno con dimensioni differenti, dalle grandi multinazionali ai liberi professionisti. Per cui ogni caso è in realtà assolutamente peculiare, e spesso si tratta di un processo evolutivo da affrontare con gradualità.

Potrei comunque citare il lavoro svolto per Cbre, azienda specializzata nel facility management, con cui abbiamo impostato assieme un percorso di trasformazione digitale basato sull’utilizzo di tecnologie intelligenti per promuovere funzioni innovative del procurement, incrementando l’efficienza operativa, migliorando la soddisfazione degli utenti e diminuendo l’impatto delle operations.

A ridosso della crisi sanitaria abbiamo poi aiutato la filiale italiana di Schindler, che produce e installa ascensori, a fare il check-up per abilitare il lavoro da remoto in meno di 48 ore, evitando qualsiasi punto di discontinuità sul fronte della produttività.

La multiutility AIM Vicenza puntava invece a ridurre il costo totale del procurement, mantenendo una capacità elevata di rispondere ai clienti esterni. In questo caso Amazon Business è stato l’enabler del processo di trasformazione che ha fatto evolvere la supply chain da centro di costo a elemento di valore.

Quali pensa debbano essere i primi passi da compiere per avviare trasformazioni di questo tipo?

L’approccio di Amazon a qualsiasi progetto è, in generale, determinato dalla filosofia della customer obsession: la priorità è ascoltare i clienti, e sviluppare servizi a partire dalle loro esigenze. In Amazon Business vige lo stesso approccio. In quest’ottica il nostro lavoro consiste nello sviluppare soluzioni e non prodotti. Soluzioni specifiche, declinate in funzione delle caratteristiche peculiari del segmento in cui operano i clienti e dei loro obiettivi di business.

In base a questi presupposti, cosa c’è nel futuro di Amazon Business Italia?

Per noi è importante prima di ogni altra cosa mantenere l’approccio Day one, altro principio fondante di Amazon. Ogni giorno cerchiamo di lavorare con il cliente con l’obiettivo di migliorare la nostra offerta e recepire di volta in volta i bisogni emergenti. Solo quest’anno la piattaforma Amazon Business si è arricchita di cento nuove funzionalità. Abbiamo inoltre lanciato la app mobile, grazie alla quale tutti i buyer possono ora effettuare acquisti direttamente dal loro smartphone, con ancora maggiore flessibilità quando si opera in Smart Working.

È stato migliorato lo strumento di spend visibility, strumento di valore soprattutto per le imprese medio-grandi, dotate di diversi centri spesa. Sul fronte della gestione del budget, abbiamo infine introdotto strumenti avanzati in grado di aiutare specifiche aree a migliorare l’ottimizzazione dei costi.

Rispetto all’immediato futuro, il focus rimarrà sulla creazione di soluzioni e servizi che coprano le esigenze di un mercato, quello italiano, fortemente influenzato dagli acquisti della Pa. Non dobbiamo dimenticare poi che la fatturazione elettronica sarà sempre di più al centro dei processi di efficientamento dei cicli dell’ordine: in questo senso siamo già all’avanguardia, disponendo di uno strumento compliant con la normativa vigente, ma continueremo a investire per migliorare l’interoperatilità con lo SdI e per potenziare le soluzioni di pagamento B2B e B2G.

Per concludere, ci tengo a sottolineare gli sforzi sul piano della sostenibilità. Aderendo al programma Climate Pledge, Amazon si è impegnata a portare a zero le sue emissioni inquinanti entro il 2040. Tra le offerte che convergono verso quest’obiettivo c’è la possibilità per i clienti di consolidare le spedizioni in una sola data: ciò significa che anche gli acquisti multipli fatti da diversi fornitori possono essere gestiti in un unico invio, abbattendo quindi costi ed emissioni inquinanti. Sempre in quest’ottica, sono stati introdotti in catalogo prodotti segnalati come Climate Pledge friendly, che permettono alle imprese di filtrare le referenze compliant e impostare politiche di gestione del catalogo in grado di ridurre l’impatto del procurement.

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