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eProcurement, ABX traccia la rotta per processi di acquisto sempre più smart e sostenibili

All’edizione 2021 dell’evento che Amazon Business dedica ai buyer e ai responsabili delle supply chain, il focus è sulla creazione di catene di approvvigionamento capaci di costruire valore attraverso user experience intuitive, diversificazione dei fornitori e attenzione all’impatto ambientale. I casi Amorim Cork e Università di Siena

Pubblicato il 11 Ott 2021

ABX 2021 concept di eprocurement

L’evoluzione dei processi di procurement è in piena accelerazione. La sempre maggiore immediatezza della user experience negli acquisti di tutti i giorni e le nuove esigenze delle imprese rispetto al controllo dei costi e alla sostenibilità stanno imponendo parametri e obiettivi molto differenti da quelli che hanno determinato per anni le priorità dei buyer. Si tratta però di un fenomeno a macchia di leopardo: non tutte le aziende hanno maturato la consapevolezza necessaria per affrontare correttamente i cambiamenti organizzativi e di supply chain management che comporta questo salto.

Soprattutto nelle Pmi, spesso mancano gli strumenti e le piattaforme in grado di aiutare i responsabili degli acquisti a esplorare nuove opportunità per rendere la catena di approvvigionamento sempre più flessibile, efficiente e resiliente. E, al contrario di quanto si potrebbe pensare, continua a essere piuttosto difficile identificare partner che oltre ai criteri di affidabilità soddisfino anche quelli di prossimità, elemento fondamentale per un procurement che porti valore all’ecosistema in cui è inserita l’azienda.

ABX 2021, le sfide per un eProcurement efficiente e sostenibile

Sono queste le sfide che ha indirizzato l’edizione 2021, la terza, di Amazon Business Exchange, l’evento internazionale che Amazon Business dedica ai responsabili degli acquisti in cerca di soluzioni innovative per sviluppare in chiave digitale la supply chain. Per l’eProcurement aziendale, Amazon Business declina sul piano B2B la filosofia che la casa madre ha adottato nella creazione di una user experience che ormai tutti i consumatori conoscono. E proprio nella convinzione che i professionisti, prima ancora di essere manager, sono individui che nel privato comprano online, la società ha dato vita a una soluzione evoluta in grado di portare nel mondo del business le stesse prerogative del servizio consumer. Con in più una serie di strumenti a valore aggiunto per semplificare il processo di digital transformation della funzione procurement.

«Solo nel 2021 abbiamo lanciato più di cento nuove feature, tutte integrate con un ecosistema che grazie all’interoperabilità con i principali gestionali presenti sul mercato, supporta un vero e proprio approccio end-to-end al buying, dalle attività di ricerca fino al check-out», ha spiegato Nabil De Marco, General Manager di Amazon Business Europe, dando il via l’evento.

«Ora, per esempio è anche possibile comparare i prezzi delle referenze a partire dalle immagini del prodotto selezionato. Abbiamo poi introdotto la mobile app, che rende Amazon Business accessibile da qualsiasi device connesso, consentendo ai buyer di svolgere il proprio lavoro virtualmente da qualsiasi luogo». Tutte iniziative, ha sottolineato De Marco, che ruotano intorno alla filosofia del gruppo, fondata su due pilastri: la cosiddetta customer obsession, e la Day 1 mentality, che porta gli sviluppatori a costruire qualsiasi tipo di prodotto e servizio con la stessa curiosità e spinta innovatrice di una startup.

«Lavorare a ritroso a partire dai bisogni dei clienti è il nostro lavoro», ha confermato Gerardo Di Filippo, Country Manager di Amazon Business in Italia, aprendo il proprio keynote.

Un intervento che ha messo in evidenza le direttrici su cui, nello specifico, sta lavorando la filiale tricolore: aumento dell’efficienza dei processi d’acquisto grazie alla digital transformation, attenzione alla sostenibilità delle filiere coinvolte, supporto al lavoro da remoto e flessibile, enfasi sul benessere della comunità locale e resilienza della catena di approvvigionamento attraverso la diversificazione dei fornitori. «In particolare crediamo che in Italia la nostra piattaforma sia l’ideale per offrire supporto ai partner che operano nello stesso territorio delle imprese clienti», ha rimarcato Di Filippo. «Con un marketplace che dà ai rivenditori terzi la possibilità di raggiungere qualsiasi tipo di organizzazione, Amazon Business aiuta inoltre le PMI ad accrescere il proprio giro d’affari facendo leva sull’ecommerce B2B. Nel corso del 2020, le piccole e medie imprese italiane hanno generato circa 200 milioni di fatturato – un dato in crescita del 50% anno su anno dal 2018 – grazie a un ecosistema che ha permesso loro di mettere i propri prodotti a disposizione di una vasta platea di potenziali acquirenti, dal libero professionista alla multinazionale».

Amazon Business in Italia: i casi Amorim Cork Italia e Università di Siena

Esperienza di acquisto fluida, gestione contestuale della fatturazione, soluzioni di pagamento dedicate, account multiutente e flussi di approvazioni che ricalcano la struttura gerarchica aziendale: sono questi gli elementi che, secondo Di Filippo, garantiscono una veloce e facile integrazione di Amazon Business con i processi operativi. «Non ultimo, l’adesione a Business Prime permette agli utenti di accedere a specifiche policy di curation sul catalogo e a servizi di spedizioni rapide, con più l’opportunità di monitorare i risparmi generati attraverso strumenti di gestione del budget ad hoc che continuiamo a implementare».

L’offerta così strutturata ha convinto due organizzazioni – estremamente diverse tra loro ma con esigenze simili – a rivedere in chiave digitale i propri processi di procurement. Più precisamente, sia per la filiale italiana di Amorim Cork sia per l’Università di Siena, la necessità di rispondere in modo tempestivo alla pandemia di Covid-19 si è unita all’opportunità di rendere più agile l’intero dipartimento.

«La nostra è un’azienda di forte impronta commerciale, e l’emergenza sanitaria ha determinato un nuovo approccio alla clientela, richiedendoci la capacità di incrociare i meccanismi di fornitura con l’effettiva domanda dei clienti, che si è fatta molto più incalzante rispetto al periodo pre-pandemia», ha raccontato Alessandro Cecchetto, Responsabile controllo di gestione di Amorim Cork, gruppo internazionale specializzato nella lavorazione del sughero.

«Disponiamo di una filiera integrata, e per questo siamo in grado di realizzare tappi direttamente dal sughero prodotto nelle nostre piantagioni. Ma per quanto riguarda gli imballaggi e i servizi di trasporto ci avvaliamo di acquisti diretti esterni. Durante la pandemia, proprio per rispondere a esigenze di approvvigionamento molto brevi, abbiamo sfruttato Amazon Business non solo per allargare la platea dei fornitori ma anche per semplificare gli iter approvativi attraverso l’integrazione con un processo di dematerializzazione dei documenti già in atto all’interno di Amorim». È stato cioè abilitato nei confronti dei vari reparti dell’azienda la selezione diretta di alcuni prodotti specifici, valutati in prima persona dai collaboratori che hanno bisogno della referenza e poi proposti all’ufficio acquisti, che valida le transazioni. «Una trasformazione che ci ha aiutato a individuare prezzi competitivi anche in una situazione caratterizzata dalla carenza di materie prime, facilitando una procedura che prima risultava senz’altro più macchinosa».

Anche per Fabio Semplici, a capo della Divisione appalti, convenzioni e patrimonio dell’Università Siena, l’introduzione di Amazon Business ha comportato «minore formalismo gerarchico a fronte di un assetto organizzativo e metodologico che durante la transizione al nuovo sistema di procurement, proprio in virtù di una user experience ben nota, è cambiato naturalmente».

Grazie al nuovo sistema, inoltre, l’intero apparato di approvvigionamento ha affrontato un programma di razionalizzazione, che ha incluso procedure per la raccolta dati, uso di strumenti informatici e procedure di aggregazione degli acquisti. «Gli ostacoli incontrati durante l’implementazione della piattaforma? Senz’altro la rigidità e l’arcaicità delle regole di contabilità pubblica, che spesso mirano più alla legittimità del processo che all’obiettivo dell’acquisto. Ma siamo riusciti a superarli attraverso la responsabilizzazione individuale e una serie di strumenti introdotti per analizzare gli effettivi consumi e fabbisogni dell’ateneo, al fine di programmare le attività nel modo migliore possibile», ha detto Semplici.

L’impegno sul fronte del Climate Pledge

Come molte altre organizzazioni chiamate a raccontare la propria esperienza durante le varie sessioni di ABX, sia Amorim Cork sia l’Università di Siena hanno poi avuto l’opportunità di accedere a una delle funzionalità più recenti tra quelle che connotano Amazon Business: la piattaforma è infatti lo strumento ideale per cominciare a costruire processi di procurement sostenibili, visto che evidenzia tra prodotti e partner quelli che rispettano i parametri del Climate Pledge. Il programma che mira a ridurre a zero le emissioni di CO2 entro il 2040 (con dieci anni di anticipo rispetto agli obiettivi dell’Accordo di Parigi) è stato infatti sottoscritto da Amazon nel 2019, e da allora costituisce il punto di riferimento per tutte le iniziative green sui diversi canali. Nello specifico, su Amazon Business, gli utenti hanno la possibilità di trovare e selezionare nel catalogo prodotti contrassegnati come “Climate Pledge Friendly”, a cui si può aggiungere l’opzione di consolidamento della spedizione in un unico giorno o addirittura la Zero Carbon Delivery. Il che non implica solo assicurarsi acquisti di referenze che siano realizzate, imballate e trasportate secondo standard elevati di sostenibilità ambientale, ma anche essere in grado di calcolare, attraverso adeguati strumenti di reportistica forniti da Amazon, l’impatto della propria catena di approvvigionamento.

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