Analisi

Un’impresa su due si arrende nei primi 5 anni di vita

L’analisi di Confartigianato punta il dito sull’ambiente spesso ostile all’iniziativa economica. Ma chi resiste va a irrobustire un tessuto imprenditoriale – quello italiano -che è il più virtuoso a livello mondiale: 6,6 imprese ogni 100 abitanti. E all’artigianato e alla piccola azienda si deve la tenuta occupazionale.

Pubblicato il 29 Ott 2012

Il 49,5% delle imprese italiane getta la spugna entro i cinque anni di vita, sconfitte da un ambiente troppo spesso ostile all’iniziativa economica.

Ma quel 50,5% di aziende che resistono a cinque anni dalla nascita vanno a irrobustire un tessuto imprenditoriale che, nonostante la crisi, è tra i più vivaci del mondo.

Italia, un Paese di imprenditori
Confartigianato ha rilevato che, con 6,6 imprese ogni 100 abitanti, l’Italia è in testa alla classifica dei Paesi ad economia avanzata con il più alto tasso di imprenditorialità.

Al secondo posto vi è la Francia con 4,1 imprese ogni 100 abitanti, seguita dal Regno Unito con 2,8 aziende per 100 abitanti.

Se l’Italia è la capitale mondiale dell’imprenditoria lo deve all’artigianato che, con 1.448.867 aziende, spicca per la capillare presenza sul territorio italiano.

Prato, Fermo e Reggio Emilia le province più virtuose
Secondo la rilevazione di Confartigianato, le “piccole patrie” dell’artigianato sono diffuse ovunque in Italia, ma le imprese trovano un terreno particolarmente fertile a Prato, Fermo, Reggio Emilia, le tre province con il più alto tasso di imprenditorialità artigiana. A Prato operano 10.770 artigiani, pari a 4,3 imprese ogni 100 abitanti. A brevissima distanza segue Fermo, con 7.383 aziende artigiane (4,1 ogni cento abitanti), mentre a Reggio Emilia, che conta 20.812 imprenditori artigiani, il rapporto con la popolazione è di 3,9 imprese ogni 100 abitanti.

Ma la vocazione artigiana si fa ancora più forte in alcuni Comuni: in testa alla classifica vi è Piode (in provincia di Vercelli) dove il rapporto artigiani-popolazione è pari a 9,2 imprese ogni 100 abitanti. Tra i comuni più grandi con almeno 5.000 abitanti è Montemurlo (in provincia di Prato) a detenere la palma del comune più artigiano d’Italia, con le sue 1.223 imprese (6,6 ogni 100 abitanti). Lo segue Cingoli (in provincia di Macerata) con 6 aziende per 100 abitanti e Monte Urano (Fermo) con 5,8 aziende artigiane ogni 100 abitanti.

L’occupazione nelle piccole aziende
All’artigianato e alle piccole imprese si deve la tenuta occupazionale anche nella fase più acuta della crisi: tra il 2007 e il 2010 le micro imprese con meno di 9 addetti hanno fatto registrare un aumento dell’1,2% degli occupati a fronte di un calo dell’1,5% degli addetti del totale delle imprese.

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