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La sopravvivenza delle PMI, fra imposte e aumenti di tariffe

L’area colpita dal terremoto comporta una perdita dell’1% del PIL nazionale ed è affollata di piccole e medie imprese. Un’altra mazzata per…

Pubblicato il 31 Mag 2012

L’area colpita dal terremoto comporta una perdita
dell’1% del PIL nazionale ed è affollata di piccole e
medie imprese
. Un’altra mazzata per il sistema che
già stava attraversando un periodo difficile alle prese anche
con forti aumenti sul fronte di tariffe e imposte.

Secondo le elaborazioni del Sole 24 ORE del Lunedì e di Ref
ricerche-Unioncamere Indis, per quanto riguarda la parte
tariffaria, quest’anno servirà un extra-budget per coprire
i costi legati alla produzione: in termini monetari, può
significare anche 15mila euro in più.

L’analisi ha preso in considerazione quattro tipologie di
PMI, differenziate per attività economica, dimensioni e costi
per energia e servizi.

La bolletta elettrica è di solito la componente
principale dei rincari
– a consumi invariati
alla quale si affianca l’IMU, più
penalizzante rispetto alla vecchia ICI per l'aumento dei
moltiplicatori da applicare alla rendita catastale e per la nuova
aliquota dello 0,76% (livello base considerato negli esempi).

Un parrucchiere che ha un piccolo salone (70 metri quadrati con
una rendita catastale poco al di sotto dei 3mila euro) pagherà
1.269 euro solo di imposta municipale, che significa oltre il 75%
in più di quanto gli costava l'ICI nel 2011. E un albergo di
mille metri quadrati e un caseificio di 3mila dovranno comunque
mettere in preventivo un 30% in più solo per questa voce.

Alcuni
esempi

IMU, elettricità, gas, rifiuti e acqua sono le voci prese in
esame che indicano il 15,6% in più di spese per un albergo di
circa mille metri quadrati, una rendita catastale pari a 40mila
euro, dieci addetti.
I consumi annuali prevedono 8mila metri cubi di acqua, 200mila
chilowattora di energia elettrica e 20mila standard metri cubi di
gas.

Caseificio: superficie di 3mila metri quadrati, una rendita
catastale di 30.987 euro e otto addetti. La struttura consuma
all'anno 3mila metri cubi di acqua, 130mila chilowattora di
energia elettrica e 35mila standard metri cubi di gas. 13,6% in
più.

Parrucchiere: superficie di 70 metri quadrati e rendita catastale
di 2.892 euro con due addetti.
L'esercizio ha consumi annui pari a 400 metri cubi di acqua,
9mila chilowattora di energia elettrica e 2.500 standard metri
cubi di gas. 17,7% in più.

Ristorante:superficie di 180 metri
quadrati, rendita catastale pari a 7.437 euro e 6 addetti.
L'esercizio ha
consumi annui pari a
1.800 metri cubi di acqua, 65mila chilowattora di energia elettrica e 7mila standard metri
cubi di gas. 16,8% in
più.

E in prospettiva c’è anche l'incognita di un
aumento del prelievo sui fabbricati produttivi, dato che molti
sindaci hanno già alzato
– o alzeranno da qui al
30 settembre – l'aliquota standard.

Senza dimenticare l'onda lunga della tassazione sui rifiuti.
La nuova Tares che entrerà in vigore nel 2013 imporrà la
copertura integrale dei costi del servizio con il gettito del
tributo, e comporterà un aggravio maggiore per i circa 6.900
Comuni oggi a regime Tarsu, per lo più piccoli e medi centri del
Mezzogiorno.

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