REPORTAGE

Il CFO 4.0: un nuovo ruolo nella diffusione del digitale all’interno delle imprese

Il responsabile della Funzione Finanza è diventato un protagonista della digital transformation: guida i progetti, lavora a stretto contatto con CIO e Digital Office, e in alcuni casi assume direttamente la responsabilità dei progetti. Il tema è stato al centro di una tavola rotonda con alcuni manager italiani, con la partecipazione di Marco Giorgino del Politecnico di Milano e Francesco Costantino di Agic. Ecco cosa è emerso

Pubblicato il 08 Apr 2020

CFO 4.0

È l’ora del CFO 4.0. Nelle imprese che hanno messo il digitale al cuore della strategia, la figura del CFO sta assumendo un ruolo di crescente responsabilità nella governance dell’innovazione. Se un tempo il responsabile della Funzione Finanza era solo un fruitore di strumenti e tecnologie, oggi è diventato un protagonista nella presa di decisioni: guida i progetti, lavora a stretto contatto con CIO e Digital Office, e in alcuni casi ne assume direttamente la responsabilità.

Non si tratta di un passaggio scontato e privo di difficoltà: la realtà delle aziende italiane è fatta di luci e ombre, di ostacoli culturali e abitudini consolidate da scardinare, di top manager che fanno da traino all’innovazione e altri che, invece, appaiono ancora poco determinati.

Se ne è parlato in una tavola rotonda con i CFO di importanti aziende italiane riuniti presso la Microsoft House di Milano, invitati da Agic, system integrator che affianca le aziende in progetti di innovazione ICT. Ne è emerso un confronto intenso, preceduto da un interessante keynote di Marco Giorgino, Professore di Financial Markets & Institutions del Politecnico di Milano, e dall’intervento, focalizzato su aspetti metodologici, di Francesco Costantino, Professore di Operations Management, Università di Roma Sapienza, oltre che Founding partner di aiComply e Chief innovation officer di Agic Group.

Le sfide e le opportunità per la Direzione Finance

Il Prof. Giorgino ha descritto uno scenario di forte cambiamento del settore finanziario, sotto la spinta delle nuove società Fintech che stanno scardinando paradigmi consolidati e minando il ruolo dei big del settore. Parlando nello specifico del ruolo del CFO 4.0, sono emersi, in sintesi, tre aspetti, che rappresentano altrettante sfide future per la Direzione Finance: la crescente l’automazione dei processi amministrativi, che porta a delegare a dei bot le azioni ripetitive e a basso valore aggiunto, aumentandone l’efficienza; un ruolo centrale dei dati, e quindi un approccio data-driven alla gestione di tutte le attività; l’affermarsi di un nuovo tipo di reportistica, integrata e real time, a supporto delle decisioni strategiche.

Marco Giorgino, Professore di Financial Markets & Institutions del Politecnico di Milano

Ciò implica anche che le competenze dei CFO vadano aggiornate, e loro stessi ne sono consapevoli. Sanno di dover aumentare la loro comprensione dei temi digital e in particolare nei data analytics, e sono curiosi di conoscere le nuove opportunità dell’Intelligenza Artificiale, sempre più presente in molte applicazioni, come ha sottolineato di Francesco Costantino. Oggi con l’AI è possibile automatizzare il monitoraggio di dati e indicatori, impostando alert nel caso si verifichino alcuni casi di interesse. È possibile effettuare analisi per predire il comportamento dei clienti e ridurre il churn, o stimare l’impatto sulle vendite di una variazione di prezzo. Un’altra applicazione è la lettura e comprensione di documenti, ad esempio i bollettini postali, anche scritti a mano. Infine, molti utilizzi riguardano l’ambito industriale, in particolare l’analisi predittiva delle prestazioni di processo.

Costantino ha sottolineato che per portare l’innovazione in azienda è necessario creare un percorso di adozione che parta dalle reali esigenze del business, per evitare di implementare in modo poco efficace e oculato la grande abbondanza di strumenti digitali oggi disponibili. Sulla scorta dell’esperienza maturata sul campo, Agic ha sviluppato una metodologia ad hoc, denominata AI Success Journey, che consiste nel partire da un’idea, fondata su dati, e condividere il percorso verso la soluzione che coglie l’opportunità migliore per ciascuna realtà, focalizzando il progetto sui processi davvero rilevanti, minimizzando così il rischio di fallimento che deriva da un approccio che parte dalla tecnologia.

Un momento della tavola rotonda

L’importanza del change management: le persone al centro

Il confronto fra i partecipanti ha fatto emergere, come accennato, un quadro a luci e ombre, ma su un punto tutti concordano: occorre sempre mettere le persone al centro della trasformazione organizzativa, perché senza il coinvolgimento attivo di tutti gli attori del processo nessun progetto di innovazione può essere portato a termine con successo.

“Per i CFO avere competenze digitali è oggi imprescindibile”, ha confermato Giuseppe Andreano, CFO di Dompè. L’azienda farmaceutica dal 2010 ha affidato al CFO anche la responsabilità del piano di Digital Transformation, che implica il coordinamento dell’area ICT e la definizione della strategia e della roadmap dell’innovazione in tutte le funzioni, dal commerciale al Manufacturing alla Supply Chain.

“Bisogna affrontare i progetti con approccio lean e people centric. Le esperienze migliori le abbiamo avute quando il responsabile Digital e il controller lavorano fianco a fianco: uno conosce le tecnologie e l’altro i processi di business”, ha affermato il manager.

Conferma l’importanza di una governance dell’innovazione inclusiva e condivisa anche Roberto Delpino, CFO di Sodexo, società che opera nel settore della ristorazione, welfare e servizi per le imprese: “Per la trasformazione digitale servono team interfunzionali, il CIO non può essere solo a guidare il cambiamento. Credo che l’aspetto valoriale sia importantissimo”, ha affermato il manager.

“E’ molto importante avere il giusto commitment dai ruoli apicali, ma poi ciascuno deve fare la sua parte”, ha aggiunto Riccardo Gerosa, CFO di Veroniki Holding, cui fanno capo diverse società fra cui ButanGas. “Per noi la Digital Transformation si somma alla trasformazione del settore energetico: siamo consapevoli di essere al centro di un grande cambiamento”.

A testimoniare la rapida trasformazione in chiave digitale del settore finanziario è stato invece Simone Del Bianco, Partner di BDO, società di revisione e consulenza, specializzata in audit e non solo. “Ormai assumiamo soprattutto ingegneri e data analyst – ha affermato -. Attendo il giorno in cui, invece di chiedere al cliente il bilancio, basterà farsi dare il codice SDI” (Il Sistema di Interscambio delle Fatture Elettroniche – ndr).

Focus sui dati, una miniera preziosa

Per un operatore Telco come Fastweb, l’innovazione è insita nel DNA e proprio per questo gli investimenti IT rappresentano una quota importante e crescente degli investimenti totali. “L’azienda pone massima attenzione all’efficienza dei progetti IT – ha affermato Peter Grueter, CFO e CSO di Fastweb – ; procediamo per piccoli step, con approccio Agile. La data quality/management è prioritaria, anche in vista dell’applicazione della intelligenza artificiale: in questi ultimi mesi abbiamo effettuato grandi sforzi per implementare una data strategy efficiente”.

Emanuele Murianni, Administration Manager di Tamoil, ha raccontato l’impulso fornito alla trasformazione digitale e alla dematerializzazione della società petrolifera dall’obbligo di Fatturazione Elettronica, in cui i benzinai hanno fatto da pionieri. “Oggi circa 450mila documenti l’anno vengono emessi in digitale e poi archiviati con conservazione sostitutiva, e ciò ha portato importanti razionalizzazioni nei processi amministrativi. Per il futuro guardiamo ai dati relativi alle abitudini di consumo dei clienti come una potenziale grande opportunità da sfruttare, per incrementare la redditività”.

La raccolta e analisi dei dati è il focus anche per una società industriale come Maag Automatik, produttore di apparecchiature per la movimentazione, filtrazione e granulazione delle masse polimeriche fuse, con stabilimenti produttivi anche in Italia. Le prime applicazioni di innovazione data-driven, ha raccontato Raffaello D’Angelo, CFO dell’azienda, riguardano l’opportunità di eseguire la diagnostica, il fine tuning e la manutenzione da remoto dei prodotti.

L’analisi dei dati per interpretare i comportamenti dei clienti è una sfida anche per Brandon Group, giovane società nata digitale e in crescita vorticosa, che ha sviluppato una piattaforma proprietaria, come ha raccontato il CFO Alberto Oliva. L’azienda si pone infatti come intermediario e integratore fra i marketplace di prodotti consumer (come Amazon o Vente privée) e i fornitori dei prodotti stessi, ed è quindi in una posizione privilegiata per intercettare dati che possono essere fonte di preziosi insight.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati

Articolo 1 di 3