Intervista

Datlas, oltre 40 grandi clienti in tre anni per il Digital Solution Provider che valorizza le informazioni

Grazie a forti competenze di processo, consulenza mirata e una piattaforma digitale proprietaria, la società affianca le aziende nella gestione e automazione dei processi in outsourcing in grado di accelerare l’innovazione. Dal tradizionale BPO si passa così al “Business Platform as a service”. La strategia nell’intervista al founder e CEO, Fabrizio Soru

Pubblicato il 17 Giu 2021

Manuela Gianni

Direttrice, Digital4Executive

fabio soru e la digital transformation portata da datlas

Non solo gestire in outsourcing i processi dei clienti, ma trasformarli, digitalizzarli, automatizzarli e ottimizzarli, ponendo così le basi per una vera digital transformation e per l’innovazione del business. È la mission di Datlas, fondata nel 2017 da Fabrizio Soru con alcuni soci, tutti manager con una lunga esperienza nel Business Process Outsourcing (BPO). In soli 3 anni di attività, la società è arrivata a fatturare 9 milioni di euro (+50% nel 2020), servire oltre 40 grandi imprese, aprire 4 sedi, crescere fino a 100 collaboratori, incluso il contact center. In sintesi, Datlas si distingue nel panorama dell’outsourcing dei processi per la capacità di far evolvere il “tradizionale” BPO, in un modello di gestione dei processi fortemente automatizzato e data-driven, chiamato “Business Platform as a service”. Come? Affiancando le aziende offrendo consulenza di processo, tecnologie e piattaforme in cloud e i servizi necessari, come ci spiega Fabrizio Soru.

Qual è la business idea che vi ha spinto a creare Datlas?

Quando abbiamo fondato la società ci siamo dati l’obiettivo di far evolvere in chiave digitale il mercato dei servizi outsourcing. C’è un chiaro trend che spinge le aziende in questa direzione. Per fare un esempio, ai tempi eravamo in grado di validare in 4 ore i mutui di una banca verificando la compliance alle normative antifrode, ma ci siamo resi conto che le Fintech riuscivano a farlo in pochi secondi. Abbiamo capito che serviva una visione evoluta dei processi, in ottica end-to-end.

La proposta Datlas poggia su tre elementi. La consulenza, con forti competenze specifiche nel ridisegno dei processi per far evolvere il business. Poi c’è la tecnologia: abbiamo sviluppato una piattaforma ad hoc, modulare e in cloud, su cui poggia il processo del cliente, con tecnologie di Business Process Automation ad esempio per validare i documenti. L’ultimo elemento è la competenza di servizio, che sta cambiando natura: per gestire la trasformazione, serve una perfetta integrazione fra il vecchio e il nuovo processo, accompagnando l’evoluzione. La nostra è una proposta ibrida: si parte dalla gestione dei servizi tradizionali per poi passarli gradualmente sulla piattaforma. Mettiamo a disposizione dei clienti la possibilità non solo di gestire la contingenza, ma di affrontare il futuro, trasformandosi. Ci proponiamo come acceleratori della digitalizzazione, accompagnando il cliente nell’evoluzione, utilizzando i dati per trasformarli in informazioni e far evolvere l’offerta di servizi. Abbiamo un obiettivo ambizioso, raggiungere i 24 milioni nel 2025, ma con un mix molto diverso da adesso: automazione e robotica sono destinati a esplodere.

Chi sono i vostri clienti? Può fare qualche esempio concreto di processi gestiti?

Siamo riusciti in pochi anni a conquistare grandi clienti in particolare nel mondo bancario e assicurativo: Allianz, IntesaSanpaolo, Vittoria, Sara, Reale Mutua e molti altri. Ad esempio, per Axa gestiamo, con il nostro main partner Xerox, tutti i flussi inbound del Gruppo.

Abbiamo poi clienti in altre industry, Energy, Telco, Education: questo è un ambito che sta cambiando tantissimo, pensiamo al processo delle iscrizioni ai corsi da remoto o del finanziamento della formazione. Per la più importante scuola di business italiana, gestiamo l’onboarding degli studenti degli MBA, un processo decisamente core.

Un altro esempio interessante è per una delle più importanti catene di fast food internazionali: abbiamo digitalizzato il processo di controllo, verifica e autorizzazione delle pratiche immobiliari e di locazione dei nuovi fast food. Si va dal caricamento delle proposte di nuove aperture, alla verifica delle pratiche immobiliari, al processo autorizzativo. In questo caso, alcune attività sono automatizzate, altre manuali: è il cliente che decide se lavorare con il suo back office sulla nostra piattaforma, o delegare a noi.

Più in generale, vediamo una grande opportunità in tutte quelle organizzazioni che hanno reti di vendita fisiche sul territorio: sportelli bancari, agenzie assicurative, dealer del mondo energy.

Qual è l’opportunità nell’ambito delle reti vendita?

Con la pandemia la reti di vendita hanno perso consistenza. C’è stata una forte accelerazione delle transazioni digitali, e questo significa che molte attività che prima venivano fatte in presenza, allo sportello, da operatori ora sono state digitalizzate. Questo comporta dei rischi. Ad esempio alcune frodi rischiano di essere meno intercettabili perché non c’è più nessuno che controlla i documenti. Noi offriamo tutto quello che serve per autorizzare un contratto o evidenziare delle anomalie. Non solo la soluzione per compilare il contratto on line, in modo friendly, ma anche per effettuare analisi e controlli sulla documentazione. Per fare un esempio, le assicurazioni hanno bisogno di verificare che la residenza di un cliente sul documento di identità e sul libretto di circolazione sia la stessa. Inoltre, gli allegati contrattuali nella digitalizzazione spesso non vengono analizzati. In tutti questi casi, siamo in grado di effettuare controlli semiautomatici, chiavi in mano.

Cosa vi distingue da altri provider?

Abbiamo competenze di processo e tecnologiche elevate per accompagnare i clienti nella revisione e automazione dei processi. Digitalizzare un processo portandosi dietro errori e inefficienze significa amplificarle. Automatizzare nel modo corretto permette di essere più veloci, più puntuali, di offrire un servizio migliore ai clienti. È un settore di mercato in forte crescita. Pensiamo di avere grandi opportunità soprattutto nell’offerta più innovativa, quella full digital, grazie agli investimenti sulla piattaforma Dome, che garantisce piena automazione. È difficile trovare queste competenze in ambito BPO. Abbiamo ingegneri certificati Lean Six Sigma, e manager con competenze di processo forti sul mondo finanziario: gestione sinistri, underwriting, sottoscrizione contratti, fraud detection e molto altro.

Come funziona la piattaforma Dome e come è stata sviluppata?

Dome è una soluzione modulare in cloud, strutturata per microservizi, con diverse componenti, ad esempio intelligent data capture, OCR, analisi semantica, dashboard. È fruibile tramite portali, con interfacce che rendono autonomo il cliente sia sul front end sia sul back end, ed è GDPR nativa. L’abbiamo sviluppata scegliendo sul mercato le migliori tecnologie, che integriamo in modo puntuale. La proposta di servizio è chiavi in mano, con costi proporzionali ai volumi lavorati.

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