Reportage

SAP Italia, l’impresa intelligente è adesso. «Niente margini per chi non innova»

Superficie raddoppiata, 80 partner, 50 casi utente e 3000 partecipanti all’evento annuale, ribattezzato SAP NOW e tenutosi pochi giorni fa a Milano. L’AD Arienti: in Italia il business Cloud è in crescita di oltre il 50%. I progetti di Feralpi, iGuzzini e Clairy

Pubblicato il 26 Ott 2018

SAP NOW

Un nuovo nome (SAP NOW sostituisce SAP Forum), superficie raddoppiata (oltre 16.000 mq a FieraMilanoCity), 80 partner espositori (il 30% in più) e 50 casi utente: così SAP Italia ha cambiato il suo evento annuale, tenutosi pochi giorni fa, rispetto all’edizione 2017.

La giornata del SAP NOW, che ha registrato 3000 partecipanti, è stata dedicata alla “intelligent enterprise”, declinata in quattro spazi espositivi: piccola impresa/SAP Business One, Business Applications, piattaforme Cloud, e SAP Leonardo, la piattaforma più innovativa per applicazioni AI, machine learning e IoT. Tra gli showcase più interessanti il riconoscimento del cliente all’entrata in negozio grazie a beacon integrati con Business One, l’interrogazione del sofware gestionale dal posto di guida dell’automobile (una BMW, per la cronaca) grazie al Natural Language Processing, il social media per la manutenzione dei macchinari in fabbrica, e l’analisi big data delle partite di calcetto (Smart Kicker).

«Nell’anno del trentennale in Italia non poteva mancare un’evoluzione del nostro tradizionale evento – ha detto Luisa Arienti, amministratore delegato di SAP Italia, alla conferenza stampa -: lo abbiamo chiamato SAP NOW per richiamare l’attenzione su una trasformazione digitale delle imprese che sta avvenendo ora e non permette margini di recupero per chi tarda a investire in innovazione». Arienti ha anche accennato brevemente ai risultati del terzo trimestre, appena rilasciati: «Il board di SAP corporation ha rivisto al rialzo la stima per il fatturato 2018, il fatturato da cloud subscription è salito del 39%, e la percentuale prevedibile del fatturato è salita al 68%. Quanto all’Italia, il cloud è cresciuto a un tasso superiore al 50%, oltre le attese».

Alla base del concetto di intelligent enterprise, ha poi spiegato Matteo Losi, Innovation Director SAP EMEA South, ci sono le tecnologie di machine learning e artificial intelligence, Internet of things, Blockchain, che vanno utilizzate in modo da estrarre dai dati informazioni che mostrano tendenze, che simulano i possibili scenari, che permettono di rispondere più velocemente al mercato. «Per questo l’offerta di SAP comprende tre componenti: Intelligent Suite, Digital Platform, e le Intelligent Technologies della suite SAP Leonardo. L’intelligent enterprise deve essere in grado di ottenere vantaggi competitivi duraturi nella customer experience, nella produttività, e nel coinvolgimento delle proprie persone».

Come accennato poi al SAP NOW decine di clienti hanno raccontato la propria specifica interpretazione della intelligent enterprise, di cui tre anche durante la conferenza stampa. «Il progetto principale su cui stiamo lavorando è un’applicazione delle tecnologie SAP Leonardo per la qualità della produzione di acciai speciali: vogliamo andare oltre le singole fasi ottimizzando l’intero processo», ha spiegato Alberto Messaggi, CFO del gruppo multinazionale siderurgico Feralpi (torneremo più ampiamente sul caso Feralpi con un’intervista a Messaggi nei prossimi giorni).

Invece iGuzzini è alle prese con la migrazione del sistema ERP da una soluzione fatta in casa a SAP S/4HANA basata su Google Cloud Platform, ha raccontato l’amministratore delegato Andrea Sasso, citando in particolare un progetto Industria 4.0 di miglioramento continuo “world class manufacturing” con obiettivi zero incidenti, zero scarti e difetti, e zero scorte. «La digital transformation e i suoi benefici di real time analytics e flessibilità sono fondamentali per gestire un’organizzazione che opera in 22 paesi di 5 continenti, nell’ambito di un settore in piena evoluzione grazie all’IoT e all’introduzione di intelligenza nei corpi illuminanti».

Completamente diverse erano invece le esigenze di Clairy, raro esempio di startup italiana di grande successo internazionale grazie all’idea del vaso di piante “intelligente” per purificare l’aria degli ambienti interni (case, uffici, ecc.), notoriamente molto più inquinata di quella degli spazi aperti.

«Il nostro prodotto è tipicamente Internet of Things, senza l’IoT l’azienda non esisterebbe: attraverso sensori monitora agenti inquinanti nell’aria, temperatura, umidità, e comunica questi dati via wi-fi all’app dedicata, e attraverso il potere di fitodepurazione delle piante elimina le sostanze tossiche», ha spiegato Vincenzo Vitiello, co-fondatore di Clairy.

Dopo 3 mesi di incubazione in Plug & Play, uno degli acceleratori d’impresa più importanti della Silicon Valley, Clairy si è finanziata con Kickstarter («con il primo round abbiamo raccolto in un mese 400mila euro, serviti per strutturare l’azienda, con il secondo un milione di dollari in 40 giorni»), poi sono arrivati due milioni dall’Unione Europea nell’ambito del progetto Horizon 2020. Finanziamenti che si spiegano con le potenzialità di Clairy al di là del prodotto vaso intelligente: la disponibilità di dati sull’inquinamento dell’aria, monitorati in tempo reale, e la loro analisi ha molte possibili applicazioni nel B2B, per esempio nel settore assicurativo o nel medicale.

«Per strutturare processi e organizzazione in una fase di rapidissima crescita avevamo bisogno di un sistema ERP, però alla nostra portata in termini di investimento», ha detto Vitiello. Clairy ha quindi adottato SAP Business One, con cui gestisce magazzino, fornitori, ordini di vendita e contabilità, e a breve integrerà la gestione dell’e-commerce e delle interazioni con UPS, il colosso della logistica (che pure ha investito nella startup italiana), per la consegna degli ordini.

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