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Polimi, Industria 4.0 in Italia vale 2,4 miliardi. «Fenomeno di lungo termine, non più solo euforia iniziale»

Il mercato è cresciuto del 30% in un anno, spiega l’Osservatorio Industria 4.0 del Politecnico di Milano. Solo il 2,5% delle imprese non sa cosa significhi Industria 4.0, mentre il 55% ha già adottato soluzioni 4.0. Decisivo il Piano Calenda. Le tecnologie con più investimenti sono Industrial IoT (1,4 miliardi di euro) e Industrial Analytics (410 milioni). Sulle competenze il 30% delle imprese si sente pronto, ma la funzione HR è poco coinvolta nei piani Industria 4.0

Pubblicato il 21 Giu 2018

Osservatorio Industria 4.0 Politecnico Milano report 2018

Dal settembre 2016, quando è stato presentato il Piano Nazionale Industria 4.0 promosso dall’allora Ministro dell’Innovazione Carlo Calenda, in Italia si è parlato moltissimo di questo tema. Ma si è anche fatto moltissimo: il mercato Industria 4.0 in Italia nel 2017 ha raggiunto un valore di 2,3-2,4 miliardi di euro, con una crescita del 30% rispetto all’anno precedente.

È quanto emerge dai dati del nuovo report 2018 dell’Osservatorio Industria 4.0 del Politecnico di Milano, presentato stamattina in Assolombarda a Milano. L’Osservatorio ha calcolato il valore dei progetti di Industria 4.0 in Italia nel 2017 in termini di soluzioni basate sulle sei tecnologie di Smart Manufacturing che secondo l’Osservatorio definiscono Industria 4.0, componenti tecnologiche abilitanti su asset produttivi tradizionali, e servizi collegati. Ai 2,3-2,4 miliardi si somma poi un indotto di circa 400 milioni di euro in progetti di innovazione digitale industriale “tradizionali”, cioè al di fuori delle sei tecnologie appena viste.

Il 92% delle imprese conosce gli incentivi del Piano Calenda, metà ne ha già utilizzati

Ma la crescita e le dimensioni del mercato non sono i soli lati positivi. «Anche la sfida della consapevolezza è vinta», ha detto Giovanni Miragliotta, Direttore dell’Osservatorio Industria 4.0, spiegando che in un campione di 236 imprese industriali di tutti i settori (27% PMI e 73% grandi aziende), solo il 2,5% non sa cosa significhi Industria 4.0 (due anni fa era quasi il 40%), mentre il 15% è in fase esplorativa, e il 55% ha già implementato soluzioni 4.0.

Dai dati dell’Osservatorio è evidente il decisivo ruolo del Piano Nazionale per promuovere questa conoscenza, e i conseguenti progetti Industria 4.0 delle aziende in Italia: il 92% ne conosce gli incentivi (era l’84% un anno fa), la metà ha già usufruito di forme di iper e superammortamento per investimenti in questo campo, e una azienda su 4 lo farà a breve. L’entità degli investimenti mostra un mondo industriale italiano a due velocità: le due categorie più numerose sono le imprese che hanno investito in Industria 4.0 più di 3 milioni di euro (25%) e quelle che hanno investito meno di 200mila euro (20%).

«Negli ultimi due anni il mercato della digitalizzazione industriale in Italia è praticamente raddoppiato, spinto da una politica industriale moderna e rafforzato dagli incentivi, mentre la consapevolezza di Industria 4.0 e la conoscenza delle nuove tecnologie sono ormai diffuse in quasi tutte le realtà produttive del Paese», ha detto Alessandro Perego, Direttore scientifico degli Osservatori Digital Innovation.

Ma il digitale costituisce le fondamenta di Industria 4.0, non è il suo punto di arrivo, ha aggiunto Marco Taisch, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Industria 4.0. «Occorre ripensare processi e modelli organizzativi nel difficile equilibrio tra gestione operativa, miglioramento continuo e innovazione radicale. Il Piano Nazionale è un eccellente acceleratore della trasformazione 4.0, ma gli incentivi non possono proseguire all’infinito: la prossima grande sfida è trovare i giusti percorsi per coinvolgere le PMI, il cuore della manifattura italiana».

Quasi quattro applicazioni Industria 4.0 per ogni impresa

Scomponendo il valore di mercato di 2,3-2,4 miliardi nei sei componenti di tecnologia digitale di Industria 4.0, l’Osservatorio Industria 4.0 evidenzia che la maggiore componente è l’Industrial IoT, in cui sono stati investiti circa 1,4 miliardi di euro (+30% sul 2016). A seguire Industrial Analytics con 410 milioni (+25%) e Cloud Manufacturing con 200 milioni (+35%), poi l’Advanced Automation (145 milioni di euro, +20%), e l’Advanced HMI (Human Machine Interface), che è il minor componente per valore (30 milioni), ma quello in più forte crescita (+50%).

Le applicazioni Industria 4.0 implementate dalle 236 imprese analizzate sono quasi 900, per una media di 3,7 per ciascuna (l’anno scorso erano 3,4), distribuite nelle tre aree dei processi aziendali: Smart Lifecycle (sviluppo prodotto, gestione del ciclo di vita, gestione dei fornitori), Smart Supply Chain (pianificazione dei flussi fisici e finanziari) e Smart Factory (produzione, logistica, manutenzione, qualità, sicurezza e compliance). Le tecnologie abilitanti che stanno guidando i progetti Industria 4.0 delle imprese italiane, diffuse in tutte le tre aree di processo, sono Industrial IoT e Industrial Analytics, che insieme rappresentano circa il 40% delle applicazioni dichiarate.

Se il quadro regolatorio rimane questo, benefici fino a tutto il 2019»

«Più in dettaglio emerge la conferma della fortissima centralità della factory, e le forti crescite di Advanced HMI e Additive Manufacturing nei processi di Lifecycle, e del Cloud Manufacturing nei processi supply chain», spiega Miragliotta. «In questo quarto anno di lavoro dell’Osservatorio si è evidenziato un chiaro momento di passaggio: il superamento dell’entusiasmo iniziale e la trasformazione in fenomeno di lungo termine, la transizione da progetti pilota a vere attività sul campo. Industria 4.0 non si limita più all’applicazione isolata di nuove tecnologie nei processi, ma è sempre più inserita in un percorso di digitalizzazione che fa parte del piano strategico aziendale».

In estrema sintesi, ha detto Miragliotta, il report 2018 evidenzia che la crescita di Industria 4.0 è in linea con le attese più rosee, «per quest’anno è atteso un ulteriore incremento del 25-30% del mercato, e se il quadro regolatorio rimane questo i benefici si protrarranno per tutto il 2019». E dopo? «Moltissimo dipenderà dalla persistenza temporale degli incentivi, dalla spinta innovativa delle tecnologie, e dalla capacità di estensione della spinta innovativa anche alle piccole e medie imprese».

Le 5 competenze principali necessarie per la trasformazione 4.0

La carenza di competenze sulle tecnologie digitali è spesso citato come il principale ostacolo per i progetti Industria 4.0: logico quindi che l’Osservatorio Industria 4.0 abbia approfondito questo tema nella sua indagine. Da cui emerge che il 50% delle imprese ha già concluso o avviato una valutazione delle competenze 4.0, e una su 4 (26%) lo farà in futuro. La valutazione interessa tutte le funzioni aziendali (la produzione in particolare) e tutte le figure in azienda, dagli operai ai manager fino all’imprenditore. Da queste analisi emergono 5 competenze principali necessarie per la trasformazione 4.0: applicazione del lean manufacturing per industria 4.0, gestione della supply chain digitale, cyber-security, manutenzione smart, e relazione persona/macchina.

In media, circa il 30% delle aziende dichiara di sentirsi preparata sul piano delle competenze per affrontare Industria 4.0. Tra le rimanenti, il 24% intende colmare il divario con la formazione del personale e l’11% acquisendo le competenze mancanti all’esterno, ma solo una minoranza ha già piani strutturati per procedere. Per formare il personale, il 60% usufruirà del credito di imposta per la formazione 4.0 introdotto dalla Legge di Stabilità 2018, o ci sta pensando, mentre il 19% ancora non conosce questo incentivo.

Un dato sorprendente, però, risulta essere il basso coinvolgimento della funzione HR (Human Resources) nello sviluppo e implementazione delle strategie Industria 4.0 delle aziende. Solo il 12% del campione infatti – si legge nel rapporto dell’Osservatorio Industria 4.0 – coinvolge attivamente la funzione HR in tutte le fasi del percorso di digitalizzazione, mentre nel 30% delle aziende l’HR partecipa in modo limitato e nel 40% la funzione HR non è coinvolta o non esiste.

Molti altri sono gli aspetti interessanti analizzati nel rapporto 2018 dell’Osservatorio Industria 4.0. Prossimamente approfondiremo quello della misura della “digital readiness” delle imprese italiane, e quello delle possibili azioni concrete per diffondere la consapevolezza e i progetti di Industria 4.0 nelle PMI.

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