Reportage

Salesforce rilancia in Italia. Focus su sviluppo di competenze digitali e creazione di nuovi posti di lavoro

Assicurare ai giovani una formazione adeguata a colmare il gap attuale fra l’offerta e la domanda di professionisti nelle aziende. È l’impegno Salesforce per i prossimi mesi, attraverso la Digital Talent Factory. Ne ha parlato il country leader, Mauro Solimene durante il Salesforce Live Milano 2022

Pubblicato il 16 Giu 2022

Salesforce

Creare entro il 2026 93.000 nuovi posti di lavoro, registrando un fatturato che raggiungerà i 24 milioni di dollari: è questa la scommessa per l’Italia di Salesforce, il colosso americano del software che offre alle aziende le soluzioni più innovative per gestire i rapporti con i clienti. L’ha ribadito il Country Leader Mauro Solimene lo scorso 7 giugno in occasione del Salesforce Live Milano 2022 commentando i risultati della ricerca IDC Salesforce Economy. Si tratta senza dubbio di un volano importante per la digitalizzazione a vantaggio di tutto il sistema economico del Paese.

Lo scenario descritto all’evento è quello di un’opportunità che il Paese deve saper cogliere. Il futuro non è mai arrivato così in fretta, con tutte le sue sfide, con tutte le sue opportunità e con tutte le sue intemperie ed è compito delle Istituzioni – siano esse pubbliche o private – delle organizzazioni e delle università non farsi cogliere impreparate, ma cavalcare l’onda del cambiamento, accogliendo e traendo al massimo i benefici che l’era del “digital only” può generare.

Ma un atteggiamento proattivo non basta, servono in primis le giuste competenze di settore, fortemente carenti, e serve dunque chiamare a raccolta i giovani talenti, formarli adeguatamente e accompagnarli lungo il percorso che li conduce all’interno del mondo del lavoro.

«Andremo a generare opportunità di lavoro diverse per 93.000 persone, 93.000 nuovi posti di lavoro all’interno di questa nuova comunità di lavoratori: ce ne sono ben 36.000 che noi impiegheremo direttamente. Sono i progettisti, i talenti digitali che faranno funzionare i sistemi che state dedicando ai vostri utenti e che servono tanto per sostenere la nostra economia – ha dichiarato Mauro Solimene -. Sono due i driver principali su cui facciamo affidamento: il primo è condividere tantissimo. Noi in Italia abbiamo esperienze di eccellenza che devono essere condivise per fare da riferimento agli altri. L’altro lavoro che dobbiamo fare è sui talenti: dobbiamo accelerare sul rientro dei giovani dal resto del mondo».

Nasce la Digital Talent Factory

Ma come si fa a produrre 36.000 talenti partendo dai 6.000 che oggi si hanno a disposizione?

«C’è in corso un progetto di Digital Talent Factory. Questo progetto trae origine dalle tante iniziative partite oramai anni fa da scuole, università, istituzioni di ogni tipo – ha spiegato Solimene – Ciascuno ha creato una sua catena del valore grazie alla quale cerca talenti, li inserisce in una macchina di trasformazione per poi arrivare a impiegarli. Non si tratta di un esercizio teorico di stile, ma di una vera e propria catena del valore».

La Digital Talent Factory si configura come un luogo virtuale dove informarsi, ispirarsi e scoprire tutte le realtà che offrono percorsi di formazione ideati appositamente per contribuire a colmare il gap di competenze digitali e alla creazione di nuovi posti di lavoro all’interno dell’ecosistema Salesforce. I corsi hanno come obiettivo quello di contribuire concretamente alla creazione di nuove opportunità lavorative, in primis per i giovani. 

Generation Italy, un caso di successo

Un caso pratico che dimostra l’impegno di Salesforce e delle organizzazioni connesse è quello di Generation Italy, fondazione no-profit di McKinsey & Company avviata dal CEO Oscar Pasquali con l’ambizione di contribuire a ridurre la disoccupazione giovanile.

«Nel mondo, da una parte ci sono 68 milioni di giovani disoccupati, dall’altra il 40% delle aziende fatica a trovare le persone con le giuste competenze, le giuste professionalità – ha dichiarato il CEO Oscar Pasquali – . Ci sono 900.000 posizioni di lavoro che le organizzazioni faticano a ricoprire. Manca il terreno comune, ovvero il terreno delle competenze. Generation Italy cerca di fare sostanzialmente da ponte tra questi due mondi, attraverso dei programmi di formazione esperienziale, intensiva e professionale».

Trend, tecnologie e ambiti in cui individuare talenti

«Non abbiamo una sfera di cristallo, ci affidiamo ai dati. Analizzando le 900.000 posizioni di lavoro difficili da ricoprire, scopriamo che ci tantissime professioni molto diverse tra loro e quelle digitali sono le più difficili da reperire – ha aggiunto Pasquali -. Sono circa 111.000 le posizioni di lavoro che ogni anno si aprono in quest’area professionale e di queste 34.000 le aziende non riescono a ricoprirle perché non ci sono le persone con le giuste competenze nella loro cassetta degli attrezzi».

Generation Italy parte esattamente da questa constatazione e si muove per poter offrire a giovani ragazze e ragazzi che vogliono entrare nel mondo del lavoro un’opportunità concreta.

Come Generation Italy definisce il successo

«Il successo o il fallimento della nostra attività la misuriamo non tanto in quanti ragazzi formiamo, ma quanti poi effettivamente riescono a entrare nel mondo del lavoro. Per Generation Italy non è importante chi sei, da dove vieni, che cosa hai studiato, che tipo di esperienza professionale pregressa tu abbia, quello che importa è che non manchi la motivazione e il potenziale: con questi due ingredienti siamo sicuri di poter fare un percorso insieme che metta queste persone nelle migliori condizioni di poter giocare le giuste carte ai colloqui che organizziamo con le imprese», ha concluso Pasquali.

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