Intervista

NFON, dai centralini in cloud ai servizi di comunicazione aziendale all-in

Il provider tedesco, noto per le sue soluzioni di Virtual PBX sostitutive dei sistemi telefonici tradizionali delle aziende, ha esteso l’offerta integrando nell’architettura le funzionalità di Unified Communication. L’acquisizione di una quota di minoranza in Meetecho, società italiana leader nella tecnologia WebRCT, rinforza questa direzione, come spiega Marco Pasculli, Managing Director di NFON Italia, nominato recentemente anche VP International Revenue Operations a livello corporate

Pubblicato il 20 Lug 2021

Pasculli nfon. Concept di ucc

Il 2020 è stato un anno più che positivo per NFON, provider tedesco di servizi di comunicazione aziendale in cloud che ha chiuso l’annus horribilis della pandemia con un aumento delle entrate ricorrenti del 23,6%, pari a 59,4 milioni di euro, e un fatturato globale di 67,6 milioni, il 18,4% in più rispetto al 2019. Forte di questi risultati, la società ha recentemente annunciato di aver acquisito una partecipazione del 24,9% in Meetecho, azienda italiana specializzata nella tecnologia WebRTC. A spiegare le ragioni di questa scelta, Marco Pasculli, Managing Director di NFON Italia a cui si deve l’espansione nel nostro paese del brand con quartier generale a Monaco di Baviera. Proprio in questi giorni è stata ufficializzata la sua nomina a VP International Revenue Operations a livello corporate, con l’incarico in particolare di dover guidare «la digitalizzazione nei processi di vendita – spiega Pasculli stesso – allo scopo di fornire nuovi vantaggi alla nostra organizzazione, ai nostri partner e ai nostri clienti in termini di maggiore efficienza, di snellimento delle operazioni e di semplificazione delle interazioni».

Due anni fa, quando NFON è sbarcata in Italia, si presentava come l’unico provider paneuropeo di servizi cloud PBX, cioè di centralini telefonici virtuali. Che cosa è cambiato da allora?

NFON oggi si definisce voice-centric business communication provider. Quindi, fornitore nel mercato B2B di soluzioni cloud e di servizi per la comunicazione e la collaborazione online che ruotano attorno al nostro core che è la voce, la telefonia professionale. Il cambiamento deriva dal fatto che il mercato cambia e si evolve continuamente. Per molti anni ci siamo focalizzati in un mercato europeo di sostituzione dei centralini tradizionali con servizi in cloud, proprio perché c’era una forte richiesta da parte delle aziende che avevano deciso di eliminare diversi asset fisici, tra cui anche il centralino telefonico per sostituirlo con soluzioni in cloud equivalenti, ma molto più moderne.

E adesso?

Oggi le persone hanno intensificato enormemente l’utilizzo di soluzioni multimediali, in particolare delle piattaforme di collaborazione online come Google Meet, Microsoft Teams, Zoom ecc. Le aziende fanno i conti con un personale che non solo lavora sia in ufficio sia da remoto, ma che deve gestire due strumenti di collaborazione e comunicazione: la collaboration, appunto, e la telefonia business che tuttora è il canale principale nelle conversazioni con clienti e fornitori. Se questi due strumenti fossero uno solo, sarebbe possibile ad esempio convertire una chiamata audio in una videochiamata usando lo stesso device, cioè integrare i due ambienti.

Questo oggi è possibile, ma in che modo tecnicamente?

Dipende dal vendor. I fornitori di soluzioni di collaboration hanno cominciato a prevedere nelle loro piattaforme anche servizi di telefonia professionale. Dall’altro lato, ci sono i fornitori telefonici tradizionali che stanno aggiungendo funzionalità di collaboration ai propri centralini.

Voi dove vi ponete in tale contesto?

Noi veniamo da una forte competenza nell’integrazione dei nostri servizi telefonici con le piattaforme di collaboration in generale e con il mondo Microsoft in particolare, prima con Skype for Business e oggi con Teams. Molte aziende desiderano che il nostro client si evolva verso soluzioni Unified Communication senza che sia necessario rivolgersi a terze parti. All’inizio di quest’anno abbiamo già rilasciato le funzioni di videoconferenza e screen share punto-punto e entro il 2021 completeremo l’offerta estendendo al nostro client le funzioni di videoconferenza di gruppo. In questo percorso si inserisce la nostra partnership con Meetecho. Nonostante le sue dimensioni, ha sviluppato competenze straordinarie nel mondo WebRTC, cioè nelle comunicazioni multimediali attraverso browser web. Janus WebRTC Server, la sua piattaforma open source permette a chiunque di costruire qualunque tipo di comunicazione: video, audio, collaboration online, perfino streaming. Per non parlare del mercato a cui si rivolge, che vede tra i suoi clienti giganti del mondo IT.

Questa scelta non contraddice il vostro posizionamento come partner degli altri vendor di soluzioni UC, Microsoft in testa?

Sono due strade parallele. La nostra capacità di integrazione con Teams è già una realtà e nel mercato andremo a offrire, e già lo facciamo, non una ma due opzioni. Se l’azienda vuole utilizzare Microsoft Teams, ne completiamo il servizio con i nostri servizi; se non lo è, proponiamo la nostra soluzione full UC.

Ci sono altre frontiere, oltre all’Unified Communication, su cui state pensando di espandervi?

Siamo già presenti nel mondo CCaaS (Contact Center as a Service) e abbiamo annunciato l’intenzione di entrare in futuro nel mondo iPaaS (integration Platform as a Service) per rendere disponibili i nostri servizi di comunicazione sotto forma di API a chiunque li voglia integrare con applicazioni differenti dal mondo della telefonia. Inoltre, ci stiamo rafforzando ulteriormente verso la connessione con i CRM aziendali, con 60 dei quali, i più diffusi, abbiamo già un’integrazione tramite plug-in. In sostanza, vogliamo ottimizzare la user experience delle persone automatizzando i principali processi aziendali.

Il mercato italiano è pronto ad affrontare questi cambiamenti?

L’Italia è all’avanguardia nel cloud, anche se sul versante della telefonia professionale sconta qualche ritardo. Se la media europea di adozione si attesta attorno al 15%, in Italia siamo a circa la metà. Del resto, due anni fa eravamo dei veri e propri evangelisti su questo tema, oggi un po’ meno. Ma in tempi recenti la consapevolezza è maturata, insieme alla domanda di soluzioni in cloud. E questo riguarda sia la telefonia professionale sia le piattaforme di Unified Communication.

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