Tecnologie

Dalla strategia Cloud first al Cloud smart: per le imprese è tempo di cambiare approccio

Il cloud è ancora al centro dell’attenzione, ma le priorità sono cambiate. Grazie ai fondi del PNRR si costruirà l’infrastruttura cloud nazionale che ospiterà i dati e i servizi delle PA centrali e locali, mentre le aziende dovranno mettere mano alla crescente complessità del multicloud e creare ambienti ibridi secondo le esigenze del proprio portafoglio applicativo. Raffaele Gigantino, Country Manager VMware Italia, delinea i trend del mercato

Pubblicato il 23 Gen 2023

Cloud smart

Il 2023 sarà un anno di svolta per il Cloud computing in Italia, nel settore privato come nella PA.

Da un lato, sta cambiando l’approccio strategico delle imprese, che spesso si trovano a dover gestire una realtà infrastrutturale caotica e complessa, e dovranno quindi orientarsi verso una strategia di semplificazione e sicurezza, che viene chiamata Cloud smart. Il Cloud intelligente è quello in cui a guidare le scelte sono le applicazioni e i workload, veri elementi di differenziazione competitiva sul mercato.

D’altro canto, per le Pubbliche Amministrazioni questo sarà l’anno dell’attuazione del Piano Colao: si spenderanno i soldi del PNRR e si passerà dalla teoria ai fatti (se il programma sarà rispettato, come ci si augura). L’obiettivo è sviluppare l’infrastruttura Cloud sovrana dell’Italia, secondo un modello che vede la migrazione di dati e applicazioni sulle piattaforme cloud industry-standard, ma con sistemi di protezione e cifratura on top. Il 21 dicembre scorso è diventato infatti operativo il Polo Strategico Nazionale (PSN), un’azienda incaricata di “mettere a terra” la milestone del PNRR inserita nella Missione 1, Componente 1, investimento 1.1. “Infrastrutture digitali”. Il suo scopo è mettere a disposizione delle pubbliche amministrazioni centrali e locali un’infrastruttura Cloud innovativa e ad alta affidabilità per ospitare i dati e i servizi critici e strategici.

“Il passaggio dalla strategia Cloud first a un approccio Cloud smart è il cuore della nostra strategia – ha spiegato Raffaele Gigantino, Country Manager VMware Italia -. La priorità nel 2023 sarà aiutare la transizione del Paese: siamo specialisti nella gestione dei workload e riconosciuti dal mercato come esperti nella protezione dei Data Center e nell’accesso sicuro ai Digital Workplace, che permettono alle persone di lavorare ovunque e sono necessari alle aziende per attrarre i talenti. Siamo anche coinvolti sui tavoli di lavoro per le infrastrutture critiche nazionali. Questi investimenti della PA nel Cloud avranno impatto anche nel settore privato, innanzitutto perché permetteranno di offrire servizi migliori in modo più efficiente”.

La strategia Cloud first e il Cloud smart

Per anni si è presentato il Cloud come panacea di tutti i mali, e spesso le strategie delle imprese si sono focalizzate sulla migrazione verso la nuvola a prescindere dal contesto applicativo, con un approccio definito Cloud-first. Secondo Gigantino, ora però i nodi stanno venendo al pettine.

«Le aziende si stanno accorgendo che non sempre un approccio “full cloud” può essere sostenibile. Si cominciano a sentire casi di imprese che fanno marcia indietro e utilizzano infrastrutture proprie. Per questo VMWare è focalizzata su una strategia Cloud smart, che significa dare alle aziende la possibilità di scegliere il cloud che più si avvicina alle proprie esigenze applicative, con la possibilità di spostare facilmente un workload in base alle caratteristiche dell’applicazione e alla convenienza, ad esempio da AWS a Google o all’edge o anche al proprio data center. Si tratta di fare una scelta consapevole, intelligente, secondo le esigenze del proprio portafoglio applicativo, considerando che le applicazioni saranno sempre più distribuite. E che non ci sono solo gli hyperscaler, ma tanti service provider locali, come Tim o Aruba in Italia, e questo permette di creare un Cloud su misura”.

I nuovi strumenti tecnologici permettono quindi ai team che si occupano dell’infrastruttura e dell’architettura IT di stabilire quale approccio multicloud fornirà loro le capacità necessarie per creare e sostenere le applicazioni e l’esperienza dei clienti e dei dipendenti.

Complessità e sicurezza del multicloud

C’è poi un altro tema caldo, quello della complessità derivante dalla gestione del multicloud.

«Abbiamo annunciato una suite, Aria, una suite di Cloud Management che semplifica la gestione, con la possibilità di avere una governance unificata. Unifica applicazioni, infrastruttura e servizi su private Cloud, hybrid cloud e public cloud su un’unica piattaforma con un modello di dati comune». Questo nuovo strumento risolve anche un altro problema noto: quello del proliferare delle applicazioni cloud adottate in autonomia dalle diverse divisioni aziendali, dal Marketing al Finance.

“Molte aziende sono multicloud e non lo sanno – ha confermato Gigantino -, nel senso che alcuni dipartimenti utilizzano cloud pubblici per determinate applicazioni però l’IT non ne è neanche a conoscenza. Questo chiaramente crea problemi di sicurezza, perché non c’è una policy omogenea su tutte le applicazioni. Con Aria, sicurezza e automazione vengono distribuite creando un layer intermedio che disaccoppia le applicazioni e consente di gestire e far girare le applicazioni in sicurezza e in modo omogeneo. Quello che VMware ha realizzato in passato nella virtualizzazione oggi lo stiamo facendo nel multicloud”.

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