Le funzioni della Supply Chain non sono mai state tanto strategiche per il business come nel periodo di rapidissime trasformazioni che sta vivendo l’economia globale. Ed è solo rendendo sempre più smart la catena logistica che si potrà andare incontro alle nuove, ancora mutevoli, esigenze del mercato. Ecco perché oggi lo sguardo è puntato sull’evoluzione della Supply Chain.
La concomitanza dei cambiamenti economici, sociali e tecnologici che negli ultimi mesi hanno stravolto il modo in cui i consumatori percepiscono la catena del valore non ha fatto altro che accelerare i processi di digitalizzazione della catena logistica avviati in tempi non sospetti, decenni fa, quando presero piede, tra le organizzazioni più innovative, i primi sistemi EDI (Electronic Data Interchange). I processi costruiti sulla condivisione dei dati – o meglio: delle loro elaborazioni – rappresentano oggi più che mai il fulcro di una Supply Chain efficiente e in evoluzione in funzione delle sfide che verranno. Internet ha infatti sostituito le reti private e la standardizzazione dei formati sta favorendo la comparsa di nuove, migliori funzionalità nei sistemi di interscambio dei dati. «Il problema è che nonostante si stia parlando di servizi ormai piuttosto maturi, l’80% delle imprese, sebbene molte si siano già mosse sul fronte della fattura elettronica, ne è ancora privo», spiega Luigi Traverso, Head of Supply Chain Solutions di Intesa, azienda del Gruppo Ibm specializzata nel design e nella fornitura di soluzioni digitali per il business.
Who's Who
Luigi Traverso
Head of B2b Solutions di Intesa
«Lo sviluppo tecnologico basato su piattaforme di questo tipo è progredito ulteriormente con l’introduzione delle API, che stanno permettendo alle comunicazioni M2m di diventare sempre più incisive, riuscendo a superare i tradizionali limiti dei protocolli proprietari e a stabilire anche connessioni che mettono in relazione diretta persino database differenti, a tutto vantaggio dell’ottimizzazione in real time dei flussi logistici. Lo scotto da pagare è – e lo sarà sempre di più – l’aumento di complessità nella gestione della mole di dati scambiati». Secondo Traverso le imprese potranno contare sugli ecosistemi costruiti sulle tecnologie di Intelligenza Artificiale e IoT, oltre all’adozione sistematica della Blockchain, per garantire agli addetti ai lavori una gestione più efficace e integrata della straordinaria quantità di dati prodotti intorno alla movimentazione delle merci.
Evoluzione della Supply Chain: la vera sfida è gestire in tempo reale enormi moli di dati
I dati oggi non provengono solo dai sistemi interni, a partire dall’ERP (Enterprise Resource Planning) e dal WMS (Warehouse Management System), che consentono di gestire risorse aziendali e magazzino. Gli input che anzi forse concorrono maggiormente a determinare le linee strategiche e le scelte tattiche in ambito logistico arrivano dall’esterno, e sono generati da fornitori, partner e info provider spesso in maniera destrutturata. «Basti pensare ai notiziari e ai canali meteo, ma anche alle conversazioni che hanno luogo sui social media», rimarca Traverso. «Gli aggiornamenti sulla situazione drammatica che abbiamo vissuto a livello internazionale negli ultimi mesi sono per esempio tutti scaturiti attraverso questo genere di fonti: sapere in quali paesi è stato istituito il lockdown e quali conseguenze hanno avuto le chiusure in località specifiche si è rivelato fondamentale per molte aziende, che hanno dovuto gestire la Supply Chain in momenti davvero convulsi. Momenti in cui la domanda rispetto a certe categorie merceologiche è rimasta costante, o è aumentata, a fronte di una fase convulsa per il fronte dell’offerta. Come è cambiata, per esempio, la richiesta di abbigliamento con la diffusione di massa dello Smart Working? E in che misura la GDO ha dovuto dirottare dalla vendita al dettaglio sull’eCommerce la distribuzione di prodotti alimentari? Non si tratta semplicemente di rimodulare i canali distributivi verso il consumatore finale, ma anche di sollecitare i fornitori a lavorare con ritmi diversi. Nella maggior parte dei casi», spiega l’esperto di Intesa, «la logistica è riuscita a colmare questo gap proprio grazie alla capacità di monitorare e all’occorrenza modificare gli spostamenti in tempo reale. Anche se, pur avendo superato questa criticità, molte aziende si sono trovate ad affrontare la svalutazione del magazzino, un elemento che ha un’incidenza importante sul conto economico».
Rapidità di pensiero strategico grazie all’Intelligenza Artificiale
Reagire a questa difficoltà significa analizzare la situazione attuale per imparare a prevedere l’evoluzione della Supply Chain. Come? Sfruttando il potenziale dell’Intelligenza artificiale per correlare in tempo reale i dati relativi a tutti gli eventi che in un determinato momento possono generare un impatto sulla Supply Chain e costruire modelli immediati o predittivi, in grado cioè di anticiparne le conseguenze e suggerire piani di azione per mitigare i rischi individuati. «La vera innovazione data dall’Intelligenza Artificiale», precisa Traverso, «non risiede tanto nella capacità di analizzare i dati e fornire ipotesi di soluzione a un determinato problema: i dati ci sono sempre stati, così come i report accurati. Solo che per analizzarli in maniera compiuta con un approccio tradizionale occorrono team composti da diversi operatori, e soprattutto tempistiche che oggi il mercato non può più permettersi. Non mi riferisco solo al momento di totale instabilità che stiamo vivendo a causa della pandemia, ma anche al fatto che rispetto all’esperienza di acquisto i consumatori sono ormai diventati molto ‘Amazon-oriented’. Se il merchant non è in grado di soddisfare rapidamente un bisogno – o anche un semplice desiderio – il consumatore impiega 30 secondi a cliccare su un altro sito. Aspettative così elevate rispetto alla qualità del servizio generano parecchio stress sulla catena distributiva, ed è un ulteriore fattore di complessità da tenere in conto».
IoT e Control Tower: come agire tempestivamente per modificare la catena logistica
Se per certi versi possiamo dire che l’Intelligenza Artificiale costituisce la mente di una Smart Supply Chain, a fungere da braccio, sul piano operativo, sarà la Control Tower. Nella definizione che Intesa dà del Supply Chain Management, la Control Tower è, come suggerisce il nome, un centro decisionale basato su algoritmi a loro volta costruiti su piattaforme IoT, con sensori e oggetti connessi che comunicano al campo base tutte le informazioni utili a verificare la soddisfazione dei KPI relativi alla dimensione logistica, a seconda del settore di appartenenza della tipologia dell’azienda. «Queste torri di controllo definiscono, fin dal set-up progettuale, i requisiti con cui ciascuna impresa vuole misurarsi, a partire dall’approvvigionamento delle materie prime, per esempio», dice Traverso. «Nel momento in cui la situazione non risulta in linea con i livelli di servizio impostati, la Control Tower si attiva non solo evidenziando nello specifico la o le criticità per cui la Supply Chain è rallentata, ma anche allestendo resolution rooms ad hoc, che aiutano il Supply Chain manager e il suo team ad affrontare il problema in maniera collaborativa, modificando i parametri fino a che il sistema non registra una variazione positiva dell’indicatore di performance. A quel punto, la Control Tower, previa autorizzazione dell’operatore, è in grado di avviare autonomamente tutte le procedure del caso per applicare le modifiche scelte: nel momento in cui, per esempio, occorre cambiare vettore per il trasporto della merce, uno degli applicativi che compongono la piattaforma si incaricherà di contattare il trasportatore che offre le tariffe migliori in base a route specifiche, negozierà i livelli di servizio e procederà all’ordine». Traverso aggiunge che grazie all’integrazione con un modulo di Big Data Analytics, ogni qual volta che si ripresenta una situazione analoga a quelle già affrontate le resolution rooms elaborano modelli predittivi basati sulle esperienze pregresse e suggeriscono in maniera automatica una serie azioni da intraprendere.
Responsabilità e affidabilità nella catena logistica, il ruolo della Blockchain
Risulta evidente che in un sistema ad altissimo tasso di automazione, il tema dell’affidabilità degli attori che compongono la filiera logistica diventa essenziale. «Questo è ancor più vero nel periodo che stiamo affrontando, durante il quale molti fornitori di beni e servizi rischiano di passare da un livello di affidabilità elevato a un livello medio o addirittura basso», dice Luigi Traverso alludendo alle difficoltà che non poche imprese hanno dovuto affrontare da quando è iniziata l’emergenza pandemica. «C’è chi ha avuto comprensibili ripercussioni di carattere economico-finanziario, e chi durante il lockdown è stato costretto a lasciare a casa i dipendenti, e ancora chi, subissato di richieste, ha dovuto selezionare le aziende a cui rispondere. L’affidabilità di un partner va quindi verificata, tracciata, provata costantemente. Lo strumento per farlo in modo incontrovertibile, oggi, esiste, e si chiama Blockchain». La Distributed Ledger Technology è in effetti il sistema attualmente più efficace per tracciare ogni singolo evento della filiera: dall’estrazione della materia prima alla sua trasformazione, passando per lo stoccaggio nel magazzino centrale e in quelli periferici, fino alla distribuzione al dettaglio e alla vendita al consumatore finale, tutto viene indelebilmente e immutabilmente inserito nel registro condiviso, con la possibilità di verificare in qualsiasi istante quello che è effettivamente successo lungo la catena logistica e, di conseguenza, di assegnare precise responsabilità a ciascun attore. «Mi piace pensare al concetto di responsabilità per come viene inteso nel mondo anglosassone, dove la stessa espressione responsibility contiene due parole molto significative: response e ability», dice Traverso. «Essere responsabile vuol dire quindi essere pronto a rispondere a un’azione commessa. Più soggetti lo saranno, adottando la Blockchain, meno si potranno permettere di non farlo, perché perderanno inevitabilmente quote di mercato».
Il valore dell’offerta di Intesa nello sviluppo di una Smart Supply Chain
Intelligenza artificiale, IoT e Blockchain dovranno quindi essere gli elementi di base per la costruzione di una piattaforma logistica che, in tempi brevi, riuscirà a dare risposte concrete alle nuove esigenze del mercato. Per molti sviluppatori di soluzioni dedicate al Supply Chain Management si tratterà di effettuare una serie di integrazioni tra tecnologie considerate ancora di frontiera, con tutto ciò che ne consegue sul piano dell’affidabilità del sistema.
Non è il caso di Intesa che, potendo fare affidamento sul sostrato tecnologico di IBM – punto di riferimento per quanto riguarda l’Intelligenza Artificiale con Watson oltre che player mondiale per le soluzioni Blockchain – e su una competenza storica nell’ambito della Smart Logistics, ha a disposizione una proposition fondata su strumenti consolidati. «Fortunatamente non ci siamo fatti trovare impreparati su questo fronte», dice Traverso. «Da prima che scoppiasse la pandemia ci eravamo già messi al lavoro per costruire un’offerta ad hoc, basata sull’integrazione di AI, IoT e Blockchain. Di certo non immaginavamo che ci sarebbe stato un acceleratore del genere, e quindi l’approccio al mercato è stato rivisto in funzione dei cambiamenti che sono occorsi nel frattempo, facendo leva sulla nostra organizzazione interna, da anni strutturata per gestire situazioni del genere in modo efficiente e performante. E in ogni caso ricordo», chiosa Traverso, «che i servizi che abbiamo introdotto oltre 30 anni sono ancora di moda, e continueranno a espandersi con l’affermazione della fatturazione elettronica. Per noi la logistica vive di sfide continue, cambia costantemente in funzione della domanda, che a sua volta si evolve senza sosta. E a noi non resta che fare altrettanto».