In supply chain sempre più globali, è fondamentale poter gestire l’assegnazione delle credenziali e l’autenticazione dei partner in modo sicuro, senza moltiplicare i costi o minare la fiducia nel sistema, attraverso la verifica dell’identità digitale. La blockchain e la tecnologia del registro distribuito (distributed ledger) permetteranno di innovare l’accesso alle supply chain del prossimo futuro creando sistemi decentrati e snelli che si occupano dell’assegnazione e verifica delle identità digitali nella logistica, sottolinea l’ultimo paper del World Economic Forum (WEF).
Si tratta di sistemi ancora in fase pilota o proof of concept, ma le organizzazioni devono tenersi pronte per quando la tecnologia sarà matura in modo da posizionarsi con successo nelle nuove supply chain: il modello oggi prevalente della gestione centralizzata potrebbe non essere a prova di futuro.
Come ribadisce il WEF, in riferimento al tema dell’identità digitale, oggi sono tre i modelli di riferimento dei sistemi esistenti: centralizzato, federato e decentralizzato.
Sistemi a confronto: centralizzazione e federazione
Oggi i sistemi più diffusi per la gestione delle identità digitali nelle supply chain globali sono quelli centralizzati, con standard e protocolli tecnologicamente maturi. Le aziende partecipanti si registrano separatamente a ciascun service provider con cui vogliono interagire – come le imprese che vogliono vendere su Amazon o Alibaba – e i service provider verificano le credenziali e favoriscono la fiducia nel sistema.

Fonte: World Economic Forum
Non del tutto dissimile è il sistema federato di gestione delle identità digitali: è sempre centralizzato, ma riduce il peso della registrazione delle varie identità digitali presso ciascun service provider. È quanto accade quando entriamo in sistemi terzi con le nostre credenziali Google o Facebook, oppure, con i Port Community Systems (PCS, adottati anche in Italia), che mettono in relazione tutti i soggetti del sistema logistico portuale in una serie di federazioni “trusted”; chi fa parte di una federazione può entrare anche nelle altre della stessa rete e c’è una divisione dei costi tra i diversi service provider.

Fonte: World Economic Forum
Gestione decentrata: che cosa cambia con la blockchain
Nella gestione decentrata a ogni partecipante viene assegnata un’identità digitale che viene usata in tutte le transazioni nella supply chain e permette di interagire con i vari partecipanti, anche futuri. L’identità può essere conservata in un registro distribuito che elimina la necessità di un intermediario. I partecipanti detengono il controllo delle loro identità e le gestiscono autonomamente (compito per il quale bisogna però essere preparati); l’architettura poggia sul ledger (un “libro mastro”) decentrato e si eliminano i silos delle identità. Le credenziali dei partecipanti sono sempre verificabili da terzi e il trust dipende dal protocollo, non dall’intermediario. Ma serve un’infrastruttura globale decentrata con i relativi protocolli. E i costi di capitale iniziali sono maggiori rispetto ai sistemi centralizzati, anche se quelli di gestione sono inferiori.

Fonte: World Economic Forum
Uno dei maggiori progetti implementati per la gestione decentrata delle identità digitali nella logistica è la Verifiable Organizations Network (VON) delle province candesi del British Columbia e dell’Ontario. L’identità digitale viene erogata dall’amministrazione locale con un sistema decentrato e permette ai partecipanti di interagire con partner commerciali su scala globale in un ambiente digitale trusted. A metà marzo 2019, VON aveva già distribuito oltre 7 milioni di credenziali verificabili ad aziende canadesi.
Pronti per il futuro
Il WEF osserva che i sistemi centralizzati di gestione delle identità nelle supply chain sono sicuramente solidi ma si basano su complessi meccanismi di registrazione e validazione delle credenziali e delle certificazioni. In supply chain più globali e digitali, i costi possono lievitare e emergono le inefficienze se non l’insostenibilità dell’intero meccanismo. «Oggi ci sono una molteplicità di sistemi per l’identificazione. Diverse soluzioni pubbliche e private registrano e conservano gli stessi identici dati sulle identità ripetuti anche centinaia di volte e non sono interoperabili: ciò crea una massa di informazioni ridondanti, con spreco di risorse, difficoltà a scalare i sistemi e una moltitudine di processi passibili di errore e legati alla carta», si legge nel paper.
I sistemi decentrati non hanno ancora standard e protocolli maturi e dovranno affrontare sfide tecnologiche e regolatorie, ma le organizzazioni che interagiscono nelle supply chain devono tenersi pronte: con ogni probabilità saranno i modelli blockchain a prevalere nella logistica del prossimo futuro.
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