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Green Logistics in Italia: molti progetti ma limitati (e gestiti con i fogli di calcolo)

Il 78% dei committenti e l’88% dei fornitori di servizi logistici ha avviato iniziative di sostenibilità ambientale. Che però sono spesso molto circoscritte, e misurate con strumenti non integrati nell’ERP aziendale. Un’indagine dell’Osservatorio Contract Logistics del Politecnico di Milano

Pubblicato il 28 Gen 2014

rigenerazione prodotti e componenti

La logistica è fondamentale per migliorare la sostenibilità dell’azienda, in quanto impatta su diverse dimensioni ambientali (emissioni, smaltimento di rifiuti, consumo di energia, materiali e acqua). Il tema della “green logistics” è quindi una delle leve d’innovazione più importanti in ambito di gestione sistemica della supply chain.

Per capire lo stato dell’arte in Italia su questo tema, i ricercatori dell’Osservatorio Contract Logistics della School of Management del Politecnico di Milano hanno effettuato un’indagine su oltre 120 “addetti ai lavori” del settore (87 responsabili Supply Chain, Logistica, Acquisti o Operations di aziende committenti di servizi logistici, e 35 manager di aziende fornitrici di questi servizi), appurando in sintesi che moltissimi hanno avviato progetti green, ma la maturità di queste iniziative resta embrionale.

L’analisi si è focalizzata sulle dimensioni trasporto e magazzino, considerando gli impatti ambientali in termini di emissioni, energia e materiali. Solo il 13% dei fornitori e il 22% dei committenti dichiara di non aver avviato progetti green. Tra gli altri, rispettivamente il 45% dei fornitori e il 43% dei committenti hanno iniziato progetti di questo tipo da 1-2 anni, mentre le realtà con iniziative attive da più di 4 anni sono il 26% dei fornitori e il 31% dei committenti.

Quanto alle motivazioni dei progetti green, le principali – sia per i committenti sia per i fornitori – sono di natura economica, ambientale e d’immagine. Per i fornitori inoltre emerge anche la necessità di rispondere alle richieste di partner di filiera (23% dei casi, contro il 6% dei committenti), per i committenti quella di allinearsi con i competitor (17% dei casi contro 10% dei fornitori).

Le iniziative più diffuse: ottimizzazione della saturazione dei mezzi, e pannelli fotovoltaici

I ricercatori hanno individuato 33 leve per costruire una strategia Green Logistics, appartenenti a tre ambiti – trasporto, magazzino e trasversali – a loro volta divise in categorie. Ad esempio per la gestione del trasporto le categorie sono cinque: ottimizzazione dei veicoli (es. uso di carburanti alternativi o veicoli a basse emissioni), modalità di trasporto (strada, rotaia, combinato, ecc.), ottimizzazione dei flussi logistici (es. bilanciamento dei flussi di ritorno), livello “green” delle forniture, e del ciclo di vita del prodotto (es. riduzione dei materiali impiegati nel packaging).

Sulla base del numero di leve implementate, dei benefici conseguibili (solo economici, o anche ambientali) e della difficoltà d’adozione (leve di filiera o governabili dalla singola azienda) è stato calcolato il “livello di sviluppo in ottica green” per ogni rispondente.

Analogamente è stato definito e calcolato anche il “livello di sviluppo dei sistemi di misura dell’impatto ambientale”. Il concetto è che tanto più i sistemi di misura sono pervasivi e integrati al sistema gestionale aziendale, tanto più l’azienda può controllare lo stato d’attuazione della strategia green. Si passa dall’assenza di misurazione, alla misura puntuale di alcuni parametri tramite fogli di calcolo, a web application e moduli integrati direttamente nel sistema ERP aziendale.

I risultati evidenziano che lo sviluppo dei progetti green è ancora embrionale: il 56% dei committenti e il 66% dei fornitori di servizi logistici presentano una parziale adozione delle leve di Green Logistics e degli strumenti di misura. In molti casi i progetti si concentrano sull’introduzione di sistemi di ottimizzazione della saturazione dei mezzi, o sull’installazione di pannelli fotovoltaici sui tetti dei magazzini. La misura dell’impatto ambientale è spesso assente, o al massimo legata a fogli di calcolo alimentati annualmente per la stesura dei report ambientali.

Le leve di costruzione della Green Logistics più impiegate presentano benefici sia economici sia ambientali (66% dei committenti e 60% dei fornitori). La congiuntura economica rende difficile nel breve periodo lo sviluppo di questi progetti, in particolare di quelli con benefici solo ambientali. Moltissime iniziative green infatti sono partite da soluzioni con prospettive, oltre che di beneficio ambientale, anche di ritorno economico. Ad esempio aumentando la saturazione dei mezzi si riduce il numero dei viaggi, e quindi i costi di trasporto. Sono invece rari i casi che comportano la possibilità, anche solo nel breve periodo, di un aumento dei costi.

Un circolo vizioso che blocca i progetti Green

Le leve più utilizzate si concentrano sui flussi controllabili dalla singola azienda, per esempio quelli a carico completo, mentre nei casi in cui vi è una commistione di flussi o una necessità di collaborazione tra diversi attori della filiera (es. revisione del packaging secondario o terziario dei prodotti) le iniziative green sono molto più rare.

Le aziende evidenziano come principale ostacolo all’ulteriore sviluppo della Green Logistics la condivisione degli investimenti. Sia committenti (48% dei casi) che fornitori (61%) evidenziano l’indisponibilità a investire in assenza di ritorni economici certi. Come seconda motivazione, il 58% dei fornitori segnala l’indisponibilità della committenza a riconoscere a livello tariffario gli investimenti, mentre il 33% dei committenti lamenta l’assenza di un’offerta green adeguata dei fornitori.

Esiste quindi un “circolo vizioso” che blocca lo sviluppo della Green Logistics. Alla luce di questi risultati, i ricercatori ritengono che gli investimenti green, con l’oggettiva stima dei loro benefici (con chiare metriche di misurazione) e la loro corretta ripartizione, sia un campo in cui la filiera si dovrà confrontare nei prossimi anni, e un terreno di innovazione della relazione fra fornitori di servizi logistici e committenti.

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