Case study

Teca del Mediterraneo, 36 macchine virtuale in 2 server fisici

La struttura del Consiglio Regionale Puglia ha adottato un’architettura virtuale che consente una migliore manutenzione e una maggiore flessibilità nella gestione delle risorse IT. Ogni addetto lavora sul proprio desktop virtuale, accedendo tramite un identificativo personale ai propri dati e alle proprie applicazioni.

Pubblicato il 04 Ott 2012

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Teca del Mediterraneo è la struttura del Consiglio Regionale della Puglia che si occupa dalla gestione della Biblioteca Multimediale e Centro di Documentazione, specializzata nei profili tematici della pubblica amministrazione, diritto, economia e finanza, organizzazione e management, politiche pubbliche e politologia.

Teca ha rinnovato il proprio parco server, con una forte connotazione virtuale: l’attuale configurazione prevede 2 server fisici che ospitano 36 macchine virtuali attive tra server, NAS e Desktop.

“Grazie alla nuova architettura virtuale – spiega Luigi Tedone, Responsabile Comunicazione al pubblico di Teca – la nostra organizzazione ha ottenuto una migliore continuità informatica nell’erogazione dei servizi ai propri dipendenti: attualmente è possibile effettuare gli interventi di manutenzione senza essere costretti a sospendere i servizi interessati evitando interruzioni nell’operatività dell’Ente e consentendo anche una maggiore flessibilità nella gestione delle risorse informatiche ed una maggiore affidabilità per garantire la continuità del business e un risparmio considerevole sui costi legati alla manutenzione e alla gestione dell’intera infrastruttura”.

Vista la necessità di rinnovare anche un parco client (PC) ormai obsoleto, Teca del Mediterraneo ha proceduto con la virtualizzazione dei desktop che permette di separare l’ambiente desktop dal PC fisico, sfruttando i benefici di un’architettura client-server.

I desktop virtuali sono ospitati sui server centrali dell’Ente anziché in locale. In tal modo, quando un addetto lavora sul proprio desktop virtuale, accede tramite il proprio identificativo alla rete, alle applicazioni, ai processi, ai dati ospitati e conservati centralmente, sfruttando la capacità elaborativa dei server.

“La virtualizzazione sia dei server che dei PC – prosegue Tedone – ha permesso di utilizzare le tante postazioni di lavoro, divenute ormai obsolete, che non potevano essere più utilizzate con applicazioni moderne ed aggiornate: ogni postazione di lavoro può essere disponibile con poche operazioni attraverso la replica di una configurazione standard ed in caso si verifichi un guasto hardware su una postazione fisica (PC), la continuità del lavoro dei dipendenti è garantita infatti l’accesso al proprio PC (Desktop) virtuale da un altro PC permette di trovare il proprio lavoro invariato e subito utilizzabile”.

Grazie ad un’attenta ed oculata scelta commerciale dei prodotti nonché di una precisa strategia di progettazione, tale sistema ha previsto per Teca del Mediterraneo un costo pari a quello del solo hardware acquistato, non impattando sulla voce software.

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