Esperienze

Gruppo CMT mette in Cloud documenti e fatture dei clienti

«Era l’unico modo per adeguare in modo rapido le infrastrutture alle crescenti esigenze di elaborazione per conservazione sostitutiva e fatturazione elettronica», spiega il Presidente Luigi Caruso. Criticità principale del progetto la conformità alle leggi. «Ma offrire tali livelli di servizio con infrastrutture nostre avrebbe avuto costi esorbitanti per i clienti»

Pubblicato il 23 Set 2015

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Luigi Caruso, Presidente di Gruppo CMT

Il Gruppo CMT, attivo dal 1991 nei servizi di gestione elettronica documentale, si è specializzato nel tempo su progetti riguardanti contabilità, fatturazione, integrazione documentale, delivery multicanale e conservazione digitale, in particolare nei settori assicurativo, farmaceutico e multiutility, co-fondando tra l’altro l’Anorc (Associazione Nazionale per Operatori e Responsabili della Conservazione digitale). È una realtà che realizza circa 6 milioni di euro di fatturato, con 140 clienti.

«Negli ultimi cinque anni abbiamo dovuto confrontarci la rapida evoluzione di questi ambiti – la conservazione sostitutiva, la fatturazione elettronica verso la PA, e la fatturazione elettronica tra aziende, che sembra ormai imminente», ha spiegato Luigi Caruso, Presidente del Gruppo CMT, al recente convegno di presentazione dei risultati dell’Osservatorio Cloud e ICT as a Service del Politecnico di Milano. «Evoluzione che ha implicato per noi la necessità di adeguare velocemente le infrastrutture alle sempre crescenti esigenze di analisi e e conservazione dei dati, e quindi di elaborazione e di storage».

Poter tracciare puntualmente il percorso della singola fattura digitale per esempio, ha detto Caruso, dal punto di vista di CMT significa dover gestire una grossa quantità di dati raccolti. «Nel valutare le alternative, pur con una iniziale reticenza, comune a molte altre aziende – soprattutto per il tema della sicurezza dei dati – ci siamo resi conto che l’unica possibilità di avere a disposizione rapidamente un’infrastruttura flessibile e scalabile era di optare per il Cloud».

L’azienda ha così deciso di portare in Cloud alcune risorse IT, in particolare i servizi web oggetto dell’offerta verso i clienti, servizi ora residenti su un’infrastruttura IaaS di un provider esterno.

Nel dettaglio, la soluzione comprende tre vLAN su cui risiedono 3 diverse macchine: una dedicata al sito web dell’azienda, gestito da una web agency, una a servizi infrastrutturali, e una terza alla conservazione dei dati dei clienti. Altre 4 macchine ospitano gli applicativi che CMT eroga ai clienti: si tratta di servizi web per la compilazione delle fatture elettroniche, il calcolo di statistiche, la creazione di reportistica, la ricerca dei codici IBAN della PA. Infine il provider tecnologico ospita per conto di CMT un’infrastruttura di pura elaborazione composta da 8 macchine interamente dedicata a un cliente, che dev’essere costantemente accesa e monitorata.

Il progetto, ora a regime, è partito circa un anno fa con le classiche fasi di analisi delle esigenze, selezione di un fornitore, configurazione dell’infrastruttura, fino alla migrazione vera e propria nel Cloud. La scelta di Clouditalia come partner tecnologico è dovuta tra l’altro anche alla possibilità di contrattualizzare la quantità media di risorse RAM, disco e di capacità della CPU utilizzabili, con l’opzione di poter scalare su risorse aggiuntive necessarie pagandole solo in caso di uso effettivo. Ciò ha comportato vantaggi significativi sia in termini di costo che di semplicità di gestione.

Particolare attenzione è stata posta sulla fase di migrazione dai sistemi pre-esistenti a quelli in Cloud. Da un lato, per poter assicurare il corretto funzionamento architetturale, l’azienda ha preferito ricreare le macchine da zero piuttosto che migrarle. Dall’altro, per poter ottemperare agli adempimenti di legge in tema di conservazione sostitutiva e privacy, CMT ha scelto di avvalersi delle funzionalità di backup dei dati, ma non dello storage in Cloud.

«Le criticità principali riscontrate nel progetto riguardano la conformità con la normativa – sottolinea Caruso -. Per la conservazione sostitutiva la legge dice per esempio che i documenti devono essere a disposizione degli enti verificatori. Alcuni flussi quindi possono essere messi come backup in Cloud, ma devono essere tenuti anche su dischi in loco per un’accessibilità immediata».

La normativa ha influito anche sulla scelta dei modelli di documenti da migrare. «La parte di presentazione verso i clienti è stata portata in Cloud, mentre tutta la parte di elaborazione e conservazione dei dati è stata migrata solo in parte».

Il Cloud, osserva Caruso, ha chiari vantaggi: l’offerta di servizi è duttile e scalabile, ed è possibile ampliare rapidamente l’infrastruttura e dedicare delle macchine ai clienti che si sentono più sicuri avendone una “propria” anche se in Cloud. «Al momento abbiamo una trentina di macchine in Cloud, e alcune sono dedicate a singoli clienti, con indirizzo IP dedicato. Le aziende hanno atteggiamenti diversi verso il Cloud a prescindere dalle dimensioni: alcuni clienti, anche grandi, non vogliono sentirne parlare; altri, anche molto più piccoli, non hanno problemi».

L’esperienza con il Cloud, conclude il Presidente di Gruppo CMT, è assolutamente positiva per adesso: «Offrire livelli simili di comodità di servizio, velocità di navigazione e semplicità di utilizzo con infrastrutture nostre sarebbe stato complesso per CMT, e avrebbe avuto un costo esorbitante per i clienti».

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