Gli attacchi cyber sono diventati un problema sempre più grave e la sicurezza informatica un’area del business sempre più cruciale per garantire resilienza e continuità operativa.
Le cause di questo scenario complesso e preoccupante per le aziende sono diverse. Le crescenti tensioni internazionali e le situazioni di conflitto che infiammano Europa, Asia e Africa, per esempio, hanno provocato una crescita del fenomeno dell’Hacktivism, che combina hacking e attivismo politico e sociale, mentre l’accesso facilitato ed economico a strumenti tecnologici come l’AI Generativa, favoriscono l’operato di attaccanti anche con scarsa conoscenza delle tecniche di hacking.
Peraltro, la cybersicurezza è anche un settore chiave del programma Europa Digitale, a dimostrazione della strategicità di quest’area per tutti i Paesi del Vecchio Continente. Senza contare il fatto che l’evoluzione tecnologica da un lato premia le organizzazioni, che hanno accesso a strumenti sempre più potenti ed efficaci per contrastare il crimine cibernetico, in particolare l’Intelligenza Artificiale, ma dall’altro mette nelle mani degli attaccanti tool sempre più sofisticati, economici e facili da utilizzare per creare nuove minacce e condurre attacchi su larga scala.
Cos’è la sicurezza informatica e quali sono oggi i rischi per il business
Cominciamo col definire cos’è la cybersecurity oggi, in un panorama estremamente eterogeneo e diversificato dove supporti digitali e dati sono sempre di più il fulcro di qualsiasi attività. La sicurezza informatica – o anche IT security, ICT security o cybersecurity – è l’insieme degli strumenti, delle competenze e delle prassi che permettono a un’organizzazione di erigere una barriera tra il mondo esterno e le informazioni in proprio possesso in formato digitale.
Vista la progressiva digitalizzazione dei processi e delle procedure legate all’erogazione di servizi e alla produzione di beni, la barriera della Cybersecurity serve praticamente a preservare l’intero ecosistema aziendale: PC, smartphone, banche dati, piattaforme per la produttività e per la comunicazione, ma anche strumenti dedicati al front-end, come portali eCommerce e persino centralini telefonici.
Il furto o il blocco di un dataset necessario allo svolgimento di un task strategico oppure un attacco hacker in grado di paralizzare i sistemi può comportare danni sul piano operativo che si ripercuoteranno inevitabilmente sui risultati di business.
Questi però sono elementi noti da tempo. La vera novità, rispetto a qualche anno fa, è che le minacce di intrusione non sono più appannaggio solo delle organizzazioni di dimensioni maggiori o più strutturate sul fronte dell’IT. Nel mirino degli hacker, o a rischio di disservizi per errori interni, ci sono tutte le aziende, anche le PMI.
Il proliferare delle minacce, inoltre, fa il paio con un deciso incremento dei costi necessari per sanare un’eventuale violazione: secondo l’ultimo “Report Cost of a Data Breach”, realizzato da IBM, lo scorso anno la spesa media per riparare a una violazione dati è passato da 4,45 a 4,88 milioni di dollari, facendo registrare una crescita del 10% e le perdite aziendali (intese come la somma dei costi dovuti all’inattività e ai danni reputazionali) sono aumentati in media dell’11%. Si tratta dunque di un problema del business e non solo tecnologico.
Quali sono le regole per la sicurezza informatica: 7 consigli per difendersi
Esistono, però, alcune pratiche di Cyber Hygiene che consentono di acquisire una maggiore sicurezza informatica allontanando il rischio di essere colpiti. Vediamone alcune.
1) Tenere sotto controllo le attività della rete aziendale
È essenziale essere in grado di vedere ciò che accade all’interno della rete aziendale: soltanto così è possibile scoprire attività sospette e tentativi di attacco. L’unico modo è scegliere una soluzione per la sicurezza informatica che unisca in un unico luogo tutte le informazioni, l’analisi e la capacità di rispondere ad un attacco in modo rapido. È, poi, molto importante fare un inventario accurato e aggiornato delle risorse informatiche: le macchine più vecchie e dimenticate spesso forniscono una via d’accesso facile agli aggressori.
2) Prevenire l’infiltrazione
La maggior parte degli attacchi ransomware, così diffusi, avviene tramite un allegato e-mail o un download dannoso. È possibile, però, bloccare i siti web, le e-mail e gli allegati sospetti attraverso un approccio di protezione a più livelli e un programma di condivisione dei file sicuro e approvato dall’azienda.
3) Conoscere il nemico attraverso la Threat Intelligence. È fortemente consigliato tenersi informati sui rischi e sulle tattiche difensive più recenti, poter fare affidamento su un solido piano di risposta agli incidenti ed essere in grado di gestire le minacce impreviste.
4) Aggiornare con regolarità i software e i sistemi operativi utilizzati. Controllare e applicare sempre gli aggiornamenti più recenti è fortemente consigliato. Gli attacker sono alla ricerca continua di software senza patch: utilizzare un programma aggiornato è uno dei modi più efficaci per evitare un attacco.
5) Sfruttare il backup. Eseguire sempre il backup dei dati in modo che possano essere recuperati in caso di emergenza. Archiviare i backup offline, in modo che non possano essere scovati dai cybercriminali. Sviluppare un piano di recovery dei dati che possa aiutare a ottenere un ripristino su larga scala garantendo la continuità aziendale.
6) Creare consapevolezza. Condividere le conoscenze sulla sicurezza informatica è un dovere di tutti. Dipendenti, collaboratori e manager devono avere familiarità con le buone pratiche di protezione, essere informati sull’importanza di cambiare e custodire bene le password, su come riconoscere un’e-mail di phishing e su cosa fare se ricevono una comunicazione sospetta. Tutto questo significa garantire al business la Cyber Resilience.
7) Adottare modelli di gestione proattiva della sicurezza
Adottare modelli di gestione proattiva della sicurezza significa implementare strategie e pratiche che anticipano e mitigano potenziali rischi prima che diventino problemi concreti. Questi framework si basano sull’identificazione preventiva delle minacce e sulla valutazione continua delle vulnerabilità, utilizzando tecnologie avanzate come l’intelligenza artificiale e le Big Data Analytics.
Un approccio proattivo non solo migliora la capacità di risposta alle emergenze, ma rafforza anche la resilienza organizzativa, riducendo l’incidenza di incidenti di sicurezza e i relativi costi. Inoltre, promuove una vera e propria cultura della sicurezza all’interno dell’organizzazione, integrandola nei processi decisionali e operativi quotidiani.