Task Force per le Startup

Che cos’è una startup? La definizione della task force di Passera

Sei criteri di classificazione per far entrare un’impresa nel novero delle start up. Il Governo al lavoro per semplificare le normative. Al via le aziende con capitale sociale di 1 euro, ma bisogna intervenire sugli adempimenti successivi alla data di costituzione

Pubblicato il 20 Set 2012

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Restart Italia è il nome del documento realizzato dalla task force istituita dal ministro Corrado Passera che ha raccolto alcuni fra i nomi più importanti del mondo tecnologico e del venture capital italiano.

Cos’è una start up

Il documento parte dalla definizione di start up, ovvero una società di capitali, non quotata e che soddisfa ai seguenti criteri:

• detenuta direttamente e almeno al 51% da persone fisiche, anche in termini di diritti di voto

• svolge attività di impresa da non più di 48 mesi;

• non ha fatturato o ha un fatturato, così come risultante dall’ultimo bilancio approvato, non superiore ai 5 milioni di euro;

• non distribuisce utili;

• ha quale oggetto sociale lo sviluppo di prodotti o servizi innovativi, ad alto valore tecnologico;

• si avvalgono di una contabilità trasparente che non prevede l’uso di una cassa contanti, fatte salve le spese legate ai rimborsi.

L’elenco riassume l’analisi su cosa deve essere una start up per le quali viene suggerita la realizzazione di una directory pubblica online costituita presso le Camere di commercio con una scheda delle aziende che serva a mostrare a tutti quali sono le aziende che hanno beneficiato delle misure proposte dal rapporto.

Le condizioni per lanciare una nuova azienda

Per quanto riguarda il lancio di una nuova azienda, gli esperti del Ministero sono convinti che bisogna lavorare su due fronti: la semplificazione amministrativa e normativa e il capitale umano. Sul primo fronte il Governo ha già introdotto la nuova S.s.r.l che semplifica la procedura con l’esenzione del diritto di bollo e di segreteria, il notaio gratuito e un euro di capitale sociale minimo solo per gli under 35.

Il documento Restart sottolinea che “Non si è però ancora intervenuti sugli adempimenti e le spese successive alla costituzione, nonché sulla tassazione legata alla costituzione, elementi che disincentivano molti giovani a fare impresa innovativa in Italia”. Inoltre, la S.s.r.l. riguarda solo società di nuova costituzione, e la gratuità del notaio non si applica alle modifiche dei patti sociali (es. se un socio recede, o se cambia la ragione sociale).

Infine, la S.s.r.l. ha una costituzione semplificata ma gli adempimenti tipici di una S.r.l. (tassa annuale sui libri sociali, relazione di stima, tassa sul deposito del verbale di assemblea a ogni distribuzione degli utili, alto costo del commercialista) rimangono in piedi. Restano anche le imposte di registro sulla cessione di quote da un socio all’altro”.

Inoltre, rimangono però diversi livelli regolatori – da quello statale a quello comunale – che ostacolano ancora pesantemente la concreta operatività della nuova impresa. Per questo il documento ritiene indispensabile operare un’ulteriore azione profonda e generale di semplificazione amministrativa e riduzione degli oneri.

Per le start up dovrebbero essere previsti meccanismi di partecipazione al rischio d’impresa che permettano di sostituire il fabbisogno di cassa con il ricorso a strumenti quali le startup stock option o il work for equity che prevede il pagamento dei fornitori con la partecipazione al capitale. In questo senso Restart Italia propone una iSrl per la quale è previsto uno statuto zero che deve consentire di avvantaggiarsi della rimozione di una serie di oneri amministrativi e burocratici legati all’avvio e alla vita dell’impresa e prevedere strumenti essenziali per potenziare quello che la startup può fare.

La costituzione deve avvenire online con una comunicazione alla camera di commercio con uno statuto standard senza passare per il notaio o altri intermediari. Infine, trascorsi 48 mesi dalla costituzione, o comunque al termine del periodo previsto decade l’operatività del pacchetto iSrl e la startup diventa una S.r.l.“normale”.

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