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Impresa 4.0, l’approccio all’innovazione di Impresoft Group

Il paradigma della quarta rivoluzione industriale ha trovato in questi anni un alleato negli incentivi governativi per l’acquisto di tecnologie più evolute da parte delle organizzazioni. “Interventi che sono serviti a svecchiare il parco macchine italiano, ma che necessitano di ulteriori passi per interconnettere tutti i processi aziendali” – spiega Sergio Gasparin, CEO di Qualitas Informatica (Impresoft Group)

Pubblicato il 30 Mag 2022

Immagine da Shutterstock

Il Decreto aiuti, approvato dal Consiglio dei Ministri i primi di maggio, tra le varie misure previste ha aumentato il credito d’imposta per i beni strumentali immateriali 4.0, portando, citando la comunicazione ufficiale, “l’aliquota dal 20 al 50% fino al 31 dicembre 2022 o al 30 giugno 2023, se è stato effettuato un pagamento in acconto pari ad almeno il 20% del valore dei beni”. È un segnale che va in continuità con i vari provvedimenti introdotti nel nostro ordinamento, a partire dal 2017, con lo scopo di incentivare l’acquisto di tecnologie a supporto della quarta rivoluzione industriale.

Sergio Gasparin, CEO di Qualitas Informatica, una delle società parte di Impresoft Group, è convinto che la direzione sia quella giusta. «I vari interventi governativi su Impresa 4.0 che si sono succeduti – dice, infatti, Gasparin – sono stati di fondamentale importanza perché hanno permesso di svecchiare il parco macchine industriale italiano. I meccanismi agevolativi hanno consentito questo passaggio, che è la base per arrivare al paradigma 4.0, cioè all’interconnessione tra il prodotto e il processo».

Che non si tratti di un passaggio automatico né scontato, il CEO di Qualitas può testimoniarlo anche sulla base della sua esperienza all’interno di Confindustria Vicenza, dove fino a qualche anno fa, vigeva una netta separazione tra le aziende di produzione e quelle che si occupavano di servizi informativi. «Industria 4.0 ha fatto capire che questa divisione non ha ragion d’essere, ma che bisogna collaborare in un’ottica di miglioramento e competitività».

Impresa 4.0, un processo oltre le agevolazioni

La collaborazione si può anche considerare la prima leva dell’innovazione, come si ricava da quella che Qualitas Informatica, specializzata nello sviluppo di soluzioni MES (Manufacturing Execution System), ha in essere con le altre aziende di Impresoft Group. È una forma di partnership profonda che oggi si presenta sul mercato con il nome di UniQa, un’offerta modulare e integrata di soluzioni e tecnologie basata su 4 competence center: Business Applications, Customer Engagement, Corporate Resilience, Industry Solutions. È dalla compenetrazione di tutti questi elementi che si possono trasformare in risultati di lungo periodo i primi passi condotti in ambito 4.0.

«Le agevolazioni fiscali – chiarisce Gasparin – hanno costretto in maniera positiva le aziende a cambiare, dotandosi di una serie di strumenti per porre le basi di una vera e propria rivoluzione 4.0, ma non bisogna dimenticare che è un processo che deve andare avanti nel tempo attraverso step successivi. È come la costruzione di una casa che necessita del pavimento, dei muri, del tetto e così via. UniQa è una proposta che cerca di accompagnare le aziende dalle fondamenta fino al progetto finale, in maniera complessiva e strutturata». Secondo questa visione, non basta l’interconnessione di una singola macchina o di qualche reparto per poter parlare di Industria 4.0. Occorre che l’interconnessione interessi le componenti principali che costituiscono il business dell’organizzazione nel suo complesso.

San Marco Group, un esempio concreto di UniQa

Analogamente a quanto avviene nell’edificazione di una casa, le tecnologie abilitanti che concorrono a definire il paradigma di Impresa 4.0 devono seguire una gerarchia. Ciò significa, per esempio, che non si può implementare da subito la predictive maintenance in un’azienda che registra i propri cicli manutentivi avvalendosi di file Excel. «Talvolta – sottolinea il CEO – le aziende rischiano di essere attirate da tecnologie abilitanti come intelligenza artificiale, realtà aumentata, big data e analytics. Tecnologie che però non possono funzionare in maniera corretta ed efficiente se prima non ne sono state introdotte delle altre come l’interconnessione di dati, la creazione di base dati solide, la parte cloud e, ovviamente, quella di cybersecurity. Su queste si innestano poi le tecnologie più evolute».

Un case study emblematico di questo approccio è quello di San Marco Group, marchio storico italiano nella produzione di pitture e vernici per l’edilizia professionale. La società si è avvalsa di alcune delle competenze di UniQa, che corrispondono alle varie aziende presenti nel gruppo, per digitalizzare i processi di vendita (NexTech), gestire le aree Accounting e Finance (Formula Impresoft) e realizzare un modern workplace (4wardPRO). Sta valutando adesso di adottare il MES di Qualitas Informatica. «Nel corso degli anni abbiamo scelto soluzioni indipendenti che si sono dimostrate vincenti nei propri ambiti» ha avuto modo di commentare Paolo Barbara, Direttore Organizzazione e Sistemi Informativi di San Marco Group.

«Il fatto che queste aziende, che rappresentano eccellenze sul mercato IT, si siano poi unite in un polo tecnologico e oggi propongano insieme un approccio unico alla trasformazione digitale rappresenta per noi sicuramente un valore aggiunto».

L’importanza dei dati e il cambiamento di mentalità

L’ostacolo principale lungo la strada di un’innovazione che abbracci sempre di più il modello data-driven tipico di Industry 4.0 è la difficoltà a cambiare mentalità. «I dati hanno un valore – afferma in conclusione Sergio Gasparin – tanto importante quanto la produzione in sé e per sé. La qualità del prodotto è certamente essenziale, ma se si vuole che l’azienda migliori costantemente e continui a essere competitiva non si può prescindere dalle informazioni ottenute dai dati. È un cambiamento culturale che ancora non è facile da capire e da mettere in pratica».

I momenti di crisi, come la pandemia o la guerra in Ucraina, se non altro hanno il merito di porre con maggiore urgenza la domanda sul cambiamento. «Se quest’ultima crisi fosse arrivata fra qualche anno, probabilmente il tessuto industriale sarebbe stato più pronto a fronteggiarla. Tuttavia ha reso evidente che ottimizzare i propri consumi energetici o modulare la produzione su un macchinario invece che su un altro è possibile con un sistema di Impresa 4.0. Al momento, è l’unico sistema che consenta di avere informazioni in tempi accettabili per poter prendere decisioni basate sui dati». Per questo è auspicabile che la prossima crisi – una delle tante che presumibilmente ci sarà in futuro – trovi una percentuale maggiore di aziende protagoniste della quarta rivoluzione industriale.

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