Data-Driven Strategy

Eni gas e luce, la Data Governance è guidata dalla cultura prima che dalla tecnologia

Persone, competenze e processi sono i cardini della strategia di gestione dei dati dell’utility, che ha creato nel 2018 al suo interno una divisione di business dedicata. Il Data Governance & Quality Manager Matteo Sangalli: «Un elemento di valore nei processi»

Pubblicato il 24 Mag 2021

Eliana Bentivegna

Innovation Community Manager, Osservatori Digital Transformation Academy e Startup Intelligence, Politecnico di Milano

Erica Moretti

Junior Staff, Osservatorio Digital Transformation Academy

Eni Gas e Luce

Eni gas e luce e governance dei dati: la società di Eni per la vendita nel mercato retail e business di gas, luce e soluzioni energetiche innovative, ha creato nel 2018 al suo interno una divisione di business dedicata, l’Unità di Data Governance. Una naturale evoluzione frutto delle esigenze dell’azienda energetica che è stata raccontata da Matteo Sangalli, Data Governance & Quality Manager di Eni gas e luce, guest speaker al Workshop dell’Osservatorio Digital Transformation Academy del Politecnico di Milano dal titolo “Valorizzare e proteggere i dati: come migliorare le performance attraverso un approccio multi-disciplinare alla Data Governance”.

Eni Gas e Luce è stata costituita nel 2017 ed è oggi presente in 6 Paesi europei con più di 9 milioni di clienti. In Italia è diffusa in modo capillare su tutto il territorio grazie agli oltre 150 negozi in franchising che offrono consulenza specializzata per i clienti.

Eni gas e luce migliora la qualità e la fruizione dei dati

L’Unità di Data Governance «è nata principalmente per facilitare la fruizione dei dati attraverso la creazione di un linguaggio comune tra i vari data-stakeholder presenti in azienda e per creare un processo di governo dell’intero ciclo di vita del dato – ha affermato Sangalli. – La creazione dell’unità ha inoltre permesso di migliorare l’approccio ai dati e la fiducia da parte dei clienti interni».

Un esempio concreto di questo è l’acquisizione di una maggiore consapevolezza sulla qualità del dato messo a disposizione degli analisti e dei data scientist attraverso il rilascio di regole di data quality che permettessero di indirizzare, da parte del Data Owner, specifici interventi correttivi. Grazie all’introduzione dell’unità di Data Governance & Quality si sono registrati dei miglioramenti significativi nella fruizione dei dati, per esempio riducendo i tempi di data preparation nello sviluppo di analisi, reportistica o modelli di advanced analytics.

Strategia e formazione delle persone

Una delle principali scelte operate da Eni gas e luce – ha proseguito Sangalli, «è stata partire dallo sviluppo della strategia e dalla formazione delle persone coinvolte e, solo successivamente, pensare ad una piattaforma informatica che favorisse la scalabilità dei processi di data governance all’interno dell’azienda. Un’altra scelta “cardine” nell’implementazione della strategia di data governance è stata quella di non lavorare su tutti i dati aziendali ma ridurre il “time to market” concentrandoci solamente sui Critical Data Element (CDE), ovvero quei dati fondamentali per i singoli processi che portano la maggior parte del valore».

I risultati di questa strategia di Eni gas e luce non sono tardati ad arrivare: dopo circa 18 mesi dalla nascita dell’unità sono stati creati 35 domini di dati con 29 Data Owner con più di 10.000 dati analizzati e 400 regole di data quality rilasciate in produzione.

La Data Governance porta valore nei processi

«Oggi la strategia di Data Governance è applicata ed efficientemente integrata. Gli utenti e i Data Owner hanno superato le prime diffidenze e l’Unità è riconosciuta come elemento di valore nei processi. Detto che la Data Governance in Eni gas e luce è collocata organizzativamente in un contesto Business, spesso si associano queste tematiche prevalentemente al mondo IT. In azienda siamo fortemente convinti però che il massimo valore su queste tematiche si possa generare lavorando direttamente sui processi aziendali e integrando delle competenze tecniche e informatiche a delle competenze di processo», ha concluso Sangalli.

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