Fisco e digitale

Fattura elettronica e commercialisti, i rischi e le opportunità della rivoluzione digitale del 2019

Come cambia il lavoro degli studi professionali con l’entrata in vigore della fatturazione elettronica obbligatoria e il diffondersi delle dichiarazioni precompilate? Il Consiglio nazionale dei commercialisti fa il punto e propone un regime premiale. «L’apporto consulenziale e professionale del commercialista rimarrà sempre fondamentale e ineludibile»

Pubblicato il 26 Lug 2018

fattura elettronica

Il binomio fattura elettronica e commercialisti può rivelarsi virtuoso, ma la rivoluzione va affrontata subito. La nuova norma, che rende obbligatorio l’invio di fatture digitali B2B dal 2019, è destinata ad avere un profondo impatto sugli studi professionali, che dovranno inevitabilmente trasformarsi. Ma come? Il Consiglio e la Fondazione nazionale dei commercialisti ha recentemente pubblicato un documento mettendo nero su bianco le minacce, definite certe e oggettive, e le opportunità, che sono altrettanto concrete, per chi saprà innovare. La premessa è che, come è normale, alcuni studi sono maggiormente pronti e inclini al cambiamento, e avranno modo di cogliere le opportunità che si presenteranno, mentre altri sono meno reattivi, e saranno perciò più esposti al rischio di emarginazione dal mercato o di standardizzazione dei loro servizi. Per questo l’associazione auspica una maggiore gradualità nell’introduzione della Fatturazione Elettronica obbligatoria, in modo da favorirne la diffusione su base volontaria, superando così criticità e ricadute gestionali che l’obbligo inevitabilmente genererà.

Fattura elettronica e commercialisti: le minacce

Lo studio elenca fra i rischi della fattura elettronica per i commercialisti, la perdita di uno stretto contatto fisico con i propri clienti, perchè non dovranno più portare periodicamente in studio la documentazione cartacea, con il conseguente rischio che il cliente abbia una percezione ridotta della centralità dell’apporto professionale del Commercialista. Un fatto non banale, se si considera che la FNC ha stimato che oltre l’80% degli iscritti trae la maggior parte del suo fatturato dalla tenuta della contabilità e dagli adempimenti fiscale di base.

Ad allontanare cliente e commercialista c’è anche la spinta verso la precompilazione delle dichiarazioni da parte dell’Agenzia delle entrate, con l’estensione ai Modelli Iva, Redditi e 770, a cui deve aggiungersi la messa a disposizione del Modello F24 precompilato relativo al versamento periodico dell’Iva.

Fattura elettronica e commercialisti: le opportunità

L’obbligo di Fattura Elettronica apre grandi opportunità, ed è su queste che gli studi devono puntare l’attenzione. Il digitale riduce drasticamente l’attività di data entry, ossia la noiosa e ripetitiva fase di immissione dei dati delle fatture emesse e ricevute che potrebbero essere automaticamente importate nel software gestionale di Studio, scaricando i file in formato “xml” delle fatture in formato elettronico, evitando anche gli errori. Questo cambiamento libera risorse interne allo Studio, che possono essere riallocate su altre attività a maggior valore aggiunto, quali il controllo di gestione e la consulenza strategica aziendale.

Infine, si apre la strada alla creazione o al potenziamento di nuovi servizi digitali alla clientela che prenderà corpo nel momento in cui, inevitabilmente, le imprese e i professionisti meno strutturati o meno inclini alla rivoluzione digitale si troveranno costretti a delegare in outsourcing al Commercialista tutte le fasi del processo di Fatturazione Elettronica.

Tenuto conto che la FNC ha stimato che il 76% dei soggetti in contabilità semplificata sono attualmente clienti dei Commercialisti e che oltre il 90% degli iscritti all’Albo svolge attività contabile e fiscale di base e, come già ricordato, oltre l’80% trae la maggior parte del suo fatturato da tale attività è evidente l’estremo interesse, ma anche la preoccupazione della Categoria dei Commercialisti rispetto ad una così radicale trasformazione del rapporto con la propria clientela.

Gli studi devono puntare su competenza e professionalità

L’innovazione, però, non si può fermare: meglio imparare a cavalcare l’onda piuttosto che essere travolti. Il documento dell’associazione dei Commercialisti ricorda che per quanto si possa spingere sull’acceleratore del processo di digitalizzazione del Fisco, l’apporto consulenziale e professionale del Commercialista rimarrà sempre fondamentale e ineludibile, a maggior ragione, in un contesto normativo così complesso e articolato come quello attualmente vigente in Italia.

Anche il previsto servizio di messa a disposizione da parte dell’Agenzia delle entrate delle dichiarazioni precompilate e dei modelli di versamento periodico dell’Iva non potranno mai completamente sostituirsi alle competenze e alla professionalità dei Commercialisti, che saranno chiamati a controllare la correttezza dei dati proposti dall’Agenzia. Una conferma arriva dal Modello 730 precompilato: a quattro anni dalla sua introduzione, i tassi di accettazione senza modifiche delle dichiarazioni sono ancora relativamente bassi.

La proposta: un regime premiale per la fatturazione elettronica

È per tali motivi che il CNDCEC, al fine di favorire la diffusione della fatturazione elettronica e della tracciabilità dei pagamenti su base volontaria, ha proposto nelle competenti sedi istituzionali l’introduzione di un regime premiale per coloro che si obbligano ad emettere tutte le loro fatture in formato elettronico e, quando possibile, “a trasmettere telematicamente all’Agenzia delle Entrate i dati dei corrispettivi, nonché a corredare le dichiarazioni presentate ai fini dell’IVA, delle imposte sui redditi e dell’IRAP del visto di conformità, ulteriormente “rafforzato” dall’attestazione, da parte degli stessi soggetti abilitati al rilascio del visto (tra cui i Commercialisti), della corrispondenza degli importi risultanti dalle fatture emesse e ricevute con le relative manifestazioni finanziarie, limitatamente alle fatture con base imponibile non inferiore a 500 euro”.

In questo modo è possibile verificare la quadratura tra i dati delle fatture e quelli dei pagamenti, con l’ulteriore aggancio ai dati indicati nelle dichiarazioni.

Il soggetto avrà diritto ad una serie di benefici che trovano giustificazione nella trasparenza che caratterizza l’attività esercitata avvalendosi del regime in oggetto, che permette controlli più tempestivi da parte del Fisco, particolarmente utili per i contribuenti di minori dimensioni.

In particolare, nell’ottica della semplificazione degli adempimenti, un primo insieme di premialità riconosciute dal regime proposto riguarda l’esclusione dagli obblighi di: tenuta dei registri delle fatture emesse e dei corrispettivi; comunicazione dei dati delle fatture emesse; presentazione degli elenchi riepilogativi, anche se con valenza esclusivamente statistica, degli acquisti intracomunitari di beni e servizi; comunicazione dei dati economici, contabili e strutturali rilevanti per l’applicazione degli indici sintetici di affidabilità fiscale.

La proposta consentirebbe da un lato di valorizzare il ruolo del Commercialista e dall’altro avvantaggiare l’Amministrazione finanziaria, attraverso un qualificato processo di controllo preventivo applicato ad una platea più vasta di contribuenti.

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