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Platformization al cuore dei nuovi modelli di business agili. Accenture: “L’innovazione diventa sostenibile”

La business agility, in un periodo di forti cambiamenti come quello che stiamo vivendo, diventa un vero e proprio valore strategico. A sostenere questi nuovi modelli di business ci sono infrastrutture e piattaforme altrettanto flessibili, versatili, scalabili in modo estremamente granulare

Pubblicato il 17 Dic 2021

platformization

La pandemia ha confermato, qualora ce ne fosse bisogno, che viviamo in un’epoca di grandi cambiamenti. Tempi in cui i concetti di prodotto e servizio, concorrenza, mercato di riferimento, in alcuni casi anche core business non sono più “scolpiti nella pietra” come un tempo. La volatilità che caratterizza lo scenario di business attuale costringe le aziende a trasformarsi in entità sempre più liquide, ecosistemi dinamici soggetti a cambiamenti continui, spesso disruptive. In uno scenario di questo tipo, va da sé come l’agilità rappresenti un valore strategico fondamentale, un obiettivo cui tutte le aziende dovrebbero guardare.

Per supportare in modo efficace i nuovi modelli di business agili servono infrastrutture flessibili e granulari, piattaforme versatili e fortemente integrate, capaci di scalare facilmente e velocemente. Piattaforme che assumono oggi un ruolo centrale nell’ambito di processi di trasformazione digitale sempre più complessi e critici. Saper orchestrare al meglio queste piattaforme rappresenta quindi, a tutti gli effetti, un vantaggio competitivo differenziante. Si sente parlare sempre più spesso del concetto di platformization e dell’importanza che riveste nell’ambito della business agility. Ma cosa significa questo concetto e perché sta diventando sempre più importante non solo per il CIO ma anche per gli altri C-level? Ne abbiamo parlato con Piero Zanchi, Intelligent Platform Lead di Accenture per Italia, Europa Centrale e Grecia.

Come sono cambiati i modelli di business negli ultimi anni e qual è l’imperativo per le aziende oggi?

«I cambiamenti dei modelli di business dipendono molto dai settori di riferimento, ma l’elemento comune che possiamo osservare è la necessità sempre più forte, da parte delle aziende, di adattarsi velocemente ai cambiamenti che possono verificarsi nel loro contesto di riferimento. Cambiamenti sociali, economici, di mercato… Quindi, oltre alla tradizionale capacità d’innovazione, che permette di differenziare la propria value proposition, le aziende hanno oggi la necessità di attuare il cambiamento in tempi estremamente più rapidi rispetto al passato. Il ciclo di vita di un qualunque prodotto o servizio può assumere andamenti non lineari per motivi talvolta imprevedibili, come abbiamo sperimentato nel recente passato. Essere agili e riuscire a cambiare direzione velocemente è diventato un fattore estremamente strategico per qualsiasi organizzazione».

Come tutto questo si riflette sugli aspetti della digitalizzazione? 

«Le tecnologie digitali e la digitalizzazione in senso ampio stanno incidendo profondamente sui cambiamenti che intervengono in ogni mercato. Rappresentano uno dei fattori per cui le aziende più tradizionali sono state sfidate, e quindi necessariamente spinte a reagire. Ma rappresentano anche il principale strumento per promuovere e governare il cambiamento. Poter disporre delle tecnologie digitali in agilità, per sfruttarle al meglio e nel momento più opportuno, è il fattore di successo per eccellenza nelle iniziative di trasformazione del business».

Perché la platformization diventa sempre più importante non solo per il CIO ma anche per gli altri C-level?

«I motivi sono diversi. Innanzitutto, il ruolo del CIO è cambiato in maniera importante nell’ultimo decennio. Al giorno d’oggi ogni innovazione di business è strettamente correlata a un’innovazione tecnologica, anzi a una trasformazione digitale. Il CIO, quindi, in quanto agente d’innovazione, partecipa direttamente alle decisioni strategiche di un’azienda. Un altro motivo risiede nella centralità delle piattaforme per le iniziative di trasformazione. Grazie alla flessibilità, alla ricchezza di servizi e soluzioni abilitanti e alle specializzazioni per settore di mercato, è possibile soddisfare una molteplicità di obiettivi di business e avere un impatto rilevante su moltissime aree dell’organizzazione».

Quali sono i principali vantaggi della platformization?

«I vantaggi della platformization sono insiti nel concetto stesso di piattaforma, ovvero quell’insieme di tecnologie e capability offerte in maniera flessibile e adattabile a una molteplicità di servizi abilitanti attraverso asset pre-configurati e soluzioni verticali. Soluzioni e servizi che abilitano funzionalità utili a gestire tematiche sempre più importanti per il business. Tematiche di sostenibilità, omnicanalità, brand experience e approcci di smart manufacturing, solo per citare qualche esempio».

Quali sono le aree che beneficiano maggiormente della gestione olistica delle piattaforme in uso in azienda?

«Una trasformazione basata su una piattaforma generalmente coinvolge più aree e non ce n’è una che beneficia maggiormente della platformization. Nel corso degli anni, però, abbiamo osservato un interesse diverso rispetto a soluzioni e servizi abilitanti più o meno marcato a seconda dei settori di riferimento. Sicuramente l’omnicanalità e la customer experience sono tematiche prioritarie, a cui si sono aggiunte più di recente anche sostenibilità e Industria 4.0».

La platformization richiede nuove competenze e capacità. Quali sono gli aspetti da monitorare?

«È necessario comprendere a fondo le nuove tecnologie a cui le piattaforme danno accesso, capirne a fondo il potenziale e soprattutto comprendere come sono in grado di creare valore per l’azienda. Una platformization ad ampio spettro richiede un’elevata capacità di coinvolgimento sul fronte organizzativo e la realizzazione di un nuovo modo di lavorare in cui le business unit sono pienamente coinvolte nel processo di cambiamento, in modalità di co-creation. È fondamentale, poi, prestare attenzione a indicatori di performance come il time-to-value, in aggiunta agli indicatori più tradizionali come time-to-market».

Qual è il valore aggiunto che Accenture mette in campo?

«Accenture è in una posizione privilegiata per guidare efficacemente la trasformazione digitale basata sulla platformization. Questo perché non solo ha solide partnership con tutte le piattaforme più rilevanti del mercato come SAP, Oracle, MSFT, SFDC, Adobe e Workday. Ma anche perché può vantare competenze specializzate per ognuna di queste piattaforme, sia a livello globale che localmente. La profonda conoscenza del business nei diversi settori di mercato e l’approccio olistico, che guarda a tutte le dimensioni coinvolte nel cambiamento, da quella organizzativa a quella di processo, a quella tecnologica, rappresentano i fattori chiave per il successo delle iniziative che contribuiamo a realizzare».

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