Reportage

Responsabilità sociale d’impresa: puntare sull’education per formare cittadini consapevoli e “digitali”

Il miglioramento della reputazione, l’aumento della qualità e del valore dei prodotti, il miglioramento del clima aziendale, sono solo alcuni dei vantaggi che le aziende ottengono dagli investimenti in sviluppo sostenibile. Ecco perché l’education rappresenta un ambito privilegiato per mettere in atto progetti di CSR come per esempio Solve for Tomorrow di Samsung, da quest’anno sulla piattaforma di contenuti per la didattica digitale BricksLab

Pubblicato il 13 Lug 2021

education concept

Sul valore dell’education tra le possibili attività di Corporate Social Responsibility se n’è parlato ampiamente durante il webinar dal titolo Responsabilità sociale d’impresa: perché non partire dall’education?, organizzato da Network Digital360. A confrontarsi sul tema Alessia Coeli, Responsabile Area Formazione ALTIS Università Cattolica, Anastasia Buda, Corporate Social Responsibility Manager di Samsung Electronics Italia, e Mario Levratto, Business Development Officer MR Digital.

La digital transformation passa necessariamente dall’education

«Per fare tecnologia, per fare innovazione, si deve partire dal know-how delle persone». Queste le parole di Anastasia Buda, sottolineando il ruolo prioritario dell’educazione per la trasformazione digitale e sostenibile del Paese.

«Educazione non significa solo formare figure tecniche – afferma Buda −, ma anche abilitare all’inclusione digitale. Chi ad esempio a breve non saprà usare lo SPID o prenotare una ricetta medica utilizzando un device rischierà di essere escluso dalla società».

Il forte legame tra education e la sostenibilità sociale è confermato proprio dall’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, il programma d’azione adottato da tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite nel 2015, dove l’education è tra i 17 “Sustainable Development Goals” al centro della strategia per una partnership globale volta a sviluppare pace e prosperità per le persone e il pianeta, ora e in futuro.

«Il tema della sostenibilità sociale è fondamentale, senza sviluppare questo aspetto è impossibile andare verso una società realmente inclusiva, e solo le società più inclusive sono in grado di generare ricchezza, anche più equamente distribuita», afferma Alessia Coeli. «Io mi aspetto che i CSR natives abbiano verso i temi della sostenibilità lo stesso livello di confidenza che oggi hanno con la tecnologia e che tutta la fatica che abbiamo speso in questi vent’anni a convincere amministratori delegati, imprenditori e manager su quanto fosse vincente il modello sostenibile con loro non sia più necessaria e che tutti gli sforzi potranno essere orientati ad alzare sempre più l’asticella verso modelli sempre più virtuosi».

Non è un caso, fa notare Mario Levratto citando i risultati della Deloitte Global societal impact survey 2019, che l’education sia, insieme all’alfabetizzazione digitale, il settore nel quale di più le aziende dovrebbero focalizzare la propria attività in ambito CSR.

La responsabilità sociale d’impresa nelle aziende italiane

Ma come si stanno muovendo oggi le aziende italiane riguardo al tema della sostenibilità? A questa domanda risponde Alessia Coeli che, forte della sua posizione in ALTIS, la Scuola di management per lo sviluppo sostenibile nata pioneristicamente quasi venti anni fa, ha dato il suo punto di vista.

Oggi, una combinazione di diversi strumenti elaborati a tutti i livelli spinge verso la sostenibilità, dall’Agenda 2030 dell’Onu sopra citata passando dalle tante direttive, come quella sul Reporting di sostenibilità o la direttiva Consob per le società quotate sull’Evoluzione della corporate governance e successo sostenibile dell’impresa, sino ad arrivare al Next Generation Eu, il grande piano dirompente che ha chiesto a tutti i Paesi un proprio PNRR che toccherà i temi dell’innovazione, della crescita intelligente, dell’inclusione e della coesione, con attenzione ai target importanti come i giovani e le donne.

Rispetto alle poche aziende che si sono impegnate nel passato, se guardiamo alcuni dati dei rapporti più recenti balza all’occhio come le azioni messe in campo stiano dando i loro frutti. Secondo l’IX Rapporto sull’impegno sociale delle aziende italiane realizzato dall’Osservatorio Socialis, fa presente Alessia Coeli, nel 2019 sono stati investiti 1.771 miliardi di euro su progetti di sostenibilità, con un valore medio di 241mila euro per progetto. Le aziende che fanno attività di CSR si concentrano, come negli anni precedenti, soprattutto sulle iniziative interne all’azienda (66%), come quelle legate alla formazione del personale, in costante crescita, indicata dal 49% dalle imprese intervistate, dice lo studio. Il 47% delle aziende promuove iniziative dedicate al territorio vicino alla sede dell’impresa, mentre solo l’8% dedica azioni rivolte ai paesi esteri, confermando la volontà delle aziende di migliorare il rapporto con il territorio e le comunità di appartenenza. Alessia Coeli ha anche messo in evidenza i risultati dello studio PMI Italiane e sostenibilità realizzato dal Forum per la finanza sostenibile coinvolgendo 477 aziende di tutta Italia. Per oltre l’80% delle PMI intervistate la sostenibilità è un elemento importante nelle scelte strategiche e d’investimento; più di metà del campione ha in programma di integrare considerazioni sui temi ESG nella strategia complessiva dell’impresa. Inoltre, un’azienda su tre ritiene che integrare la sostenibilità tra i criteri che guidano le scelte strategiche contribuirà a uscire più rapidamente dalla crisi economica scatenata dalla pandemia di Covid-19; il dato raggiunge il 39% tra le aziende con almeno 50 dipendenti. Nello stesso studio troviamo anche i principali vantaggi del perseguire azioni sostenibili. In prima posizione le aziende hanno indicato il miglioramento della reputazione (39%), segue l’aumento della qualità e del valore dei prodotti (35%), il miglioramento del clima aziendale (28%), l’efficientamento e riduzione dei costi di medio e lungo periodo (22%) e via a scendere sino alla quattordicesima posizione dove troviamo la maggiore attrattività nei confronti degli investitori (5%). A questi numeri si affianca l’evoluzione della figura del CSR Manager, registrata dal CSR Manager Network, che oggi è presente in moltissime realtà, anche in quelle più piccole, spesso con riporto diretto all’Amministratore Delegato.

Uno scenario che lascia ben sperare dunque. «La grande sfida adesso − dice Coeli − è rendere tangibili i risultati da raggiungere affinché questo tema, attualmente mainstream, rimanga centrale nel tempo come un nuovo modo di fare business e vera leva di vantaggio competitivo. Tutte le crisi hanno dietro un modello non sano. Bisogna usare al meglio le risorse a disposizione nel PNRR per fare ripartire il Paese con questa marcia in più legata alla sostenibilità. È però importante impostare un grande lavoro con massima serietà, trasparenza e cura delle risorse che dobbiamo rendicontare attentamente anche con risultati concreti in termini di efficacia, efficienza e impatto generato».

I partner strategici per uno sviluppo sostenibile: BricksLab e la didattica digitale

Lo Stato però da solo non ce la può fare a vincere la grande sfida della sostenibilità, ha bisogno che si crei un terreno fertile e sinergico tra i diversi attori che aiutano in qualche modo a raggiungere gli obiettivi; uno di questi è MR Digital, società che dal 1954 propone soluzioni innovative al passo con le trasformazioni tecnologiche.

MR Digital si muove nei tre ambiti del business, del software e dell’education. Grazie alla sua ventennale esperienza nel mondo della scuola, l’azienda ha dato vita a un’innovativa piattaforma integrata e interattiva per la didattica digitale, BricksLab, messa a disposizione degli attori del mondo della scuola: docenti e studenti. Oggi sono oltre 8.500 i contenuti che risiedono sulla piattaforma. Tali contenuti, tutti di qualità e provenienti da fonti diverse, rappresentano i “bricks” (mattoni in inglese) che, uno dopo l’altro, si sovrappongono per alzare il livello di conoscenze sui più svariati argomenti. Dentro BricksLab i contenuti sono erogati in maniera coinvolgente e interattiva sfruttando al meglio le potenzialità offerte dai sistemi digitali per creare esperienze formative all’avanguardia. «BricksLab è un ambiente di lavoro e apprendimento che crea relazione tra chi sta da una parte e dall’altra della cattedra grazie all’utilizzo di strumenti estremamente semplici da utilizzare e intuitivi», afferma Mario Levratto.

Da qualche tempo, in parallelo al lavoro svolto con gli editori scolastici, BricksLab sviluppa progetti di collaborazione con istituzioni, enti e aziende per rendere disponibili risorse sui temi più attuali, previsti dalla legge 92/2019 che ha reintrodotto la materia dell’educazione civica a scuola con un’accezione allargata ai temi quali, per esempio, la sostenibilità ambientale, il diritto alla salute e la cittadinanza attiva e digitale. Obiettivo di questi progetti è creare contenuti innovativi per rispondere alle esigenze di conoscenza, sviluppo di competenze e orientamento, sempre più sentite su argomenti che non figurano nei programmi scolastici tradizionali. Proprio sul tema dell’educazione digitale si articola il progetto di CSR realizzato da Samsung e che dall’inizio del prossimo anno scolastico 2021-2022 sarà presente sulla piattaforma BricksLab.

Solve for tomorrow, il progetto di CSR firmato Samsung

Solve for Tomorrow. È questo il nome del progetto in ambito di Corporate Social Responsibility messo in piedi da Samsung quattro anni fa in collaborazione col Ministero dell’Istruzione, spiega Anastasia Buda. Si tratta di un progetto globale che si rivolge alle scuole secondarie di II grado con ragazzi dai 14 ai 18 anni. «Inizialmente Solve for Tomorrow nasceva come avvicinamento al digitale, ora è diventato a tutti gli effetti un progetto per acquisire competenze digitali legate all’innovazione che rende consapevoli del ruolo della tecnologia come abilitatore di innovazione per risolvere problemi sociali».

Quest’anno il progetto risiederà all’interno della piattaforma BricksLab articolato in una serie di moduli che i ragazzi potranno fare, con il coordinamento del corpo docente, in autonomia o in gruppo, a casa o in classe. Alla parte teorica sarà affiancata poi una serie di attività laboratoriali che invece puntano l’attenzione sul tema delle competenze trasversali indispensabili per potersi integrare nell’ambiente di lavoro di oggi e, soprattutto, del futuro. In questa nuova edizione il tema trattato sarà quello dell’educazione civica, e nel caso specifico, coerentemente col marchio, quello dell’educazione civica digitale. «È importante formare cittadini che sappiano utilizzare la tecnologia in maniera sicura, consapevole e rispettosa dell’altro», dice Anastasia Buda. Si parlerà dunque di galateo digitale, di come riconoscere le fake news, di come apprendere e studiare attraverso il digitale, ma anche come essere sostenibili. «Bisogna lavorare sui giovani cittadini di oggi, che saranno i genitori del futuro, per sensibilizzarli ad essere dei cittadini responsabili sia nella vita reale che in quella virtuale», conclude Buda.

E alla domanda sul perché Samsung abbia scelto BrickLabs la risposta è molto chiara: «Non è importante solo il contenuto che tu veicoli agli studenti, ma anche la modalità, il contenitore». BricksLab è uno strumento che adotta un approccio e una dinamica di engagement e di coinvolgimento specificatamente pensata per il supporto digitale contemplando la possibilità di fare una ricerca personale e personalizzata, dando la possibilità allo studente di cimentarsi nell’autoapprendimento. La piattaforma dimostra così a tutti, e in special modo agli insegnanti, che il digitale non è un nemico, ma può diventare un valido supporto per la formazione anche nel new normal al quale ci stiamo via via avvicinando.

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