Interviste

I CIO giurati dei Digital360 Awards e l’innovazione digitale: Umberto Stefani (Chiesi)

Il Group CIO di Chiesi Farmaceutici spiega i benefici della partecipazione alla manifestazione. E fa il punto sull’avanzamento della strategia di trasformazione inella sua azienda, focalizzata su tre aree chiave: interno, medici e pazienti, e integrated healthcare

Pubblicato il 23 Mar 2018

Umberto Stefani, Group CIO di Chiesi Farmaceutici

Come stanno vivendo la trasformazione digitale nelle loro aziende i CIO che compongono la giuria dell’edizione 2018 dei Digital360 Awards? E quali benefici si aspettano dalla partecipazione alla manifestazione? Lo abbiamo chiesto a diversi di loro, tra cui Umberto Stefani, Group CIO di Chiesi Farmaceutici.

«Ho partecipato anche alle edizioni 2016 e 2017, e sono state esperienze molto interessanti, ho potuto vedere concretamente in azione le soluzioni innovative di startup e società consolidate, e farmi un’idea generale di come il mercato si sta muovendo e di cosa è già disponibile: un paio di queste realtà poi le abbiamo anche incontrate qui in Chiesi, avviando dei discorsi di possibile collaborazione».

Altro elemento positivo è l’interazione con gli altri CIO. «Con quelli del settore farmaceutico sono sempre in contatto, scambiamo spesso esperienze, consigli, punti di vista su nuove tecnologie. Ma è utile fare networking anche al di là del proprio settore, e manifestazioni di questo tipo sono ottime occasioni».

Nel decidere chi premiare, continua Stefani, il fatto di appartenere a settori diversi produce diverse sensibilità: «È chiaro che io, lavorando nel settore farmaceutico, non ho la possibilità di capire a fondo i punti di forza di una soluzione specializzata per il retail, anche se comunque può darmi degli spunti. Però al di là di queste differenze, c’è sempre stata ampia convergenza su quelle che erano le migliori soluzioni».

Per l’edizione 2018, che si terrà a luglio, il tema su cui Stefani si aspetta di ottenere le informazioni più interessanti è l’Intelligenza Artificiale. «Non sembra ancora maturo al 100% per le applicazioni in azienda, ma sicuramente in prospettiva aprirà opportunità in qualsiasi settore. La differenza all’inizio la farà la cultura aziendale, cioè la prontezza delle persone ad accettare un livello superiore di sofisticazione delle tecnologie, anche partendo dalle applicazioni più semplici, come le chatbot».

In Chiesi un comitato a 5 per la trasformazione digitale

In Chiesi, il percorso di trasformazione digitale in corso è supervisionato da un “digital innovation steering committee”, che comprende i responsabili di IT, ricerca e sviluppo, e marketing, e anche un rappresentante dell’Ufficio Legale e uno delle Vendite.

«L’ufficio legale è presente nel comitato ovviamente per il GDPR, ma non solo. Siamo in un settore fortemente regolamentato, e ogni interazione con i pazienti e con i medici attraverso le tecnologie digitali deve essere conforme a molte aree regolamentate: la privacy e trattamento dei dati è una di queste».

Tre aree di innovazione: interna, medici e pazienti, e integrated healthcare

Il comitato ha definito la strategia digitale di Chiesi, e definito un certo numero di programmi di trasformazione raggruppati in tre cluster principali. Uno rivolto all’interno, quindi organizzazione dell’azienda, processi, cultura delle persone. Uno rivolto agli stakeholder esterni, cioè medici e pazienti, e un terzo detto trasformational, il più innovativo rispetto al modello classico delle aziende farmaceutiche, basato su una visione integrata del paziente (integrated healthcare), che comprende non solo la cura farmacologica e terapeutica, ma anche benessere e nutrizione.

«Per ora ci stiamo concentrando sui primi due cluster. Entro i quali abbiamo definito una serie di programmi: per la parte interna ce n’è uno per il manufacturing, uno per procurement e finance, e così via. Per ciascun programma è stato definito lo sponsor, il responsabile, gli stakeholder coinvolti. E all’interno di ogni programma ci sono i singoli progetti, che vengono gestiti con un “tradizionale” project management».

«Per esempio nel mondo manufacturing è in atto la revisione completa di tutti i processi di pianificazione della produzione, basata sulla nuova soluzione cloud SAP IBP (Integrated Business Planning). E poi l’implementazione e rinnovo della piattaforma MES (Manufacturing Execution System), con forte integrazione con i sistemi di fabbrica, in vista dell’introduzione di concetti di industria 4.0 come sensoristica e algoritmi di ottimizzazione della produzione».

In questo campo Chiesi ha anche sfruttato il Piano Industria 4.0, «ma utilizzando le agevolazioni fiscali per progetti che avevamo già pianificato. Non siamo partiti dalle agevolazioni per inventarci dei progetti».

La nuova figura del Digital Transformation Officer

Recentemente poi in Chiesi è stata istituita anche la nuova figura del Digital Transformation Officer, direttamente a riporto dell’AD, che prenderà in mano tutti questi programmi per garantirne il corretto avanzamento, e cercherà opportunità di cross fertilization tra team e unità organizzative del gruppo. Sarà in forte interazione con l’ICT perché quando si va nel dettaglio dei programmi e dei progetti l’ICT ovviamente è comunque coinvolta.

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