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Nel 2011 drastico calo dei prestiti alle imprese ed economia in recessione per l’Italia. La crescita è attesa solo nel 2013.

Il credit crunch non è un’invenzione dei giornali. Esiste e la conferma più autorevole è arrivata da Ignazio Visco, governatore della Banca…

Pubblicato il 02 Mar 2012

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Il credit crunch non è un’invenzione dei giornali. Esiste
e la conferma più autorevole è arrivata da Ignazio
Visco, governatore della Banca d’Italia,
che in un recente intervento al Forex, il mercato monetario
interbancario o tra altre controparti, ha sottolineato
come a dicembre "i prestiti alle imprese si sono contratti
di circa 20 miliardi
; l'entità della riduzione è
molto elevata nel confronto storico".

La situazione sembra sia anche leggermente peggiorata in gennaio.
Visco ha infatti affermato che in base ai dati preliminari si
può parlare di leggera contrazione per il primo mese
dell’anno. Meno drammatica la situazione delle
famiglie per le quali i finanziamenti sono scesi "solo
leggermente"
. Il governatore della Banca
d’Italia non ha offerto grandi speranze anche per il 2012.
Per Visco sarà un anno di recessione con una flessione del
prodotto dell'ordine dell'1,5%.

Le parole del governatore hanno ricevuto una ulteriore conferma
dalle stime dell’Organizzazione per la cooperazione e lo
sviluppo economico. La crescita nell’area Ocse è quasi
ferma nel quarto trimestre 2011, con un aumento di appena lo
0,1%. Il peggiore risultato, fra le principali economie, è
quello dell'Italia con -0,7%. Il nostro Paese (che fa segnare
un -0,5% rispetto allo stesso periodo del 2010) è l'unico a
fare registrare un calo dell'attività per il secondo
trimestre di fila.

Ma lo scenario disegnato dai dati Ocse rivela situazioni
assai differenti
: se negli Stati Uniti il quarto
trimestre mostra un'accelerazione della ripresa (+0,7% dopo
il +0,5% del terzo trimestre) il Giappone torna a scendere (-0,6%
dopo il rimbalzo tecnico +1,7% seguito alla crisi causata dal
sisma e dallo tsunami dell'11 marzo 2011). Segno negativo
anche per l'Eurozona, -0,3%, stesso dato dell'Unione
europea e primo calo dal secondo trimestre 2009. In Europa il Pil
è sceso in tutte le maggiori economie (Regno Unito e Germania,
-0,2%), con l'eccezione della Francia (+0,2%).

Secondo Visco, comunque, con la normalizzazione delle condizioni
sui mercati finanziari e del credito dovrebbe essere possibile
stabilizzare l'attività produttiva in Italia già nella
seconda metà del 2012 e tornare a un'espansione del reddito
nel prossimo anno. "In Italia le tre manovre correttive
disposte tra luglio e dicembre dello scorso anno dovrebbero
portare nel 2013 a un avanzo primario dell'ordine del 5% del
Pil e a una flessione del rapporto tra debito e prodotto. La
correzione deriva in misura maggiore da aumenti di entrate i
risparmi di spesa sono però crescenti nel triennio
2012-14".

di Luigi Ferro

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